Su Cuadrado, Marotta, Maresca e i cori razzisti a Verona

Beppe Marotta è stato ammonito con diffida dal giudice sportivo Tosel. Come potete leggere qui sotto, il direttore generale della Juventus si è rivolto con espressioni irrispettose nei confronti degli emissari della Procura Federale.

4cb86e965374f28156b4fdafe81dffed

Il dirigente bianconero chiedeva la sospensione della partita per gli ululati razzisti rivolti dai tifosi dell’Hellas Verona nei confronti di Cuadrado. Ululati ben sentiti e annotati dagli stessi collaboratori federali, segnalati nel loro referto e per i quali Tosel ha deciso di sanzionare la società scaligera nelle modalità previste.

Screenshot 2016-05-11 09.36.33 Screenshot 2016-05-11 09.36.21

Questa la triste vicenda. Qualcuno ha fatto paragoni con quanto successo in Lazio-Napoli dove Irrati decise di sospendere la gara per le espressioni razziste nei confronti di Koulibaly. La differenza si trova nel comportamento dei due direttori di gara: Maresca non ha interrotto la partita, Irrati sì. L’uniformità dei comportamenti dei fischietti sarebbe in questi casi un gesto apprezzabile e dovuto: se gli insulti si sentono distintamente in campo, il match andrebbe sospeso. Ed è sempre e solamente l’arbitro, e non gli emissari della Procura, a poter decidere questo. Non sappiamo se Cuadrado si sia lamentato degli episodi: lo ha fatto Marotta nell’intervallo con parole giudicate irrispettose e non nei confronti dell’unico che poteva sospendere la partita: Maresca.

Davide Terruzzi.

L’errore strategico di Marotta a Verona

L’errore strategico di Marotta a Verona

Maurizio Romeo

Una volta tanto vado controcorrente: a Verona Marotta ha commesso un errore.

Non solo lui, certo. Come spiega bene Davide Terruzzi  questa mattina c’è una sostanziale differenza fra la sospensione di Lazio-Napoli e il lassismo di Verona-Juventus: l’intervento (o meno) dell’arbitro, l’unico che in campo può disporre la sospensione temporanea del gioco.
Sbagliato quindi l’indirizzo delle invettive. Per fare un esempio, è come se mi arrabbiassi con gli ausiliari del traffico, rei di non essere andati a chiamare la polizia mentre qualcuno insultava un mio parente. Gli emissari della Procura Federale hanno infatti il mero compito di notai: devono annotare qualunque cosa accada all’interno dello stadio e degli spogliatoi che possa violare le norme del Codice di Giustizia Sportiva. Nulla più. Non è compito loro avvisare l’arbitro, compete al quarto ufficiale (o IV uomo) eventualmente su indicazione del Responsabile per la Sicurezza (di solito un uomo della Questura), che è invece l’unico che può indicare all’arbitro di sospendere in maniera definitiva l’incontro.

Il punto importante è un altro: possibile però che nessuno fra i 6 arbitri e gli uomini della Questura abbia sentito nulla? Nel comunicato Tosel parla di cori in ben 15 zone specifiche della partita (5 nel 1° e 10 nel 2° tempo), impossibile quindi non sentirli. Nessuno di loro ha però voluto prendersi la briga di una decisione così importante.

Marotta e gli altri dirigenti a mio avviso avrebbero dovuto agire in una maniera diversa e soprattutto più diretta incisiva.

Tenendo conto che per regolamento un dirigente non possa avvicinare la squadra arbitrale nell’intervallo, sarebbero bastati pochi semplici gesti:

  1. Andare negli spogliatoi della propria squadra nell’intervallo (quello non è vietato) e invitare Cuadrado e gli altri a far presente in modo plateale all’arbitro la persistenza di questi cori
  2. Sincerarsi in modo diretto ma educato che gli emissari della Procura Federale stessero segnando i cori
  3. Contattare il Responsabile per la Sicurezza e far presente la situazione

Nel caso poi, come accaduto, non vi fosse stato alcun intervento avrebbe dovuto scattare l’offensiva mediatica: denuncia in diretta TV e conferenza stampa, con contemporanea pubblicazione di una nota sul sito della Società più o meno come questa.

Nota della Società

La Juventus Football Club si ritiene profondamente indignata per il mancato intervento, da parte di chi ne era preposto, a tutela del giocatore Juan Cuadrado vittima di cori di stampo razzista per tutta la durata dell’incontro. La Juventus Football Club, da sempre impegnata nella lotta contro la piaga del razzismo si schiera a fianco delle suo giocatore e ritiene che la battaglia debba essere perseguita da Federazione, arbitri, autorità preposte e media in modo più costante e efficiente per ottenere maggiore credibilità e forza. Se non si agisce con fermezza si correr il rischio di fare figli e figliastri con conseguente perdita di credibilità.
Ci auguriamo che da oggi in poi vi sia maggiore fermezza da parte di tutti a tutela di tutte le persone ancor prima che degli uomini di sport.

I tifosi chiedono spesso alla società di intervenire per tutelarsi, giusto però farlo nel modo più  efficace, altrimenti si rischia di fare la figura del cornuto e mazziato.