Il giorno in cui ha assunto la presidenza bianconera, Andrea Agnelli si era posto come obiettivo principale quello di restituire alla Juventus il ruolo da protagonista del calcio che le spettava, per tradizione, e di restituire ai suoi tifosi quell’orgoglio e quel desiderio di primeggiare da sempre connaturati ai nostri colori.
La Juventus di oggi, sei anni dopo quel 19 maggio 2010, non solo ha ritrovato una inconfondibile identità vincente, ma è tornata ad essere un modello di organizzazione societaria e sportiva di successo.
Lo ha fatto nel solo modo che storicamente conosce, ovvero primeggiando sugli avversari in campo ed alzando trofei. Nove per l’esattezza, tra cui cinque scudetti consecutivi di portata storica assoluta – da ieri esposti nella Sala Coppe del JMuseum.
Il percorso di crescita è stato graduale e costante. Iniziato nell’estate del 2010, ha previsto un’operazione di completo cambio del management, un rafforzamento patrimoniale in grado di sostenere il turnaround e una corretta gestione patrimoniale. Ingredienti essenziale per ambire sia al successo sportivo che alla sostenibilità economica.
Ogni giorno di lavoro è teso a consolidare i successi del presente e a preparare quelli del futuro: per questo, con Andrea Agnelli, la Juventus è oggi una realtà che non pone limiti alle proprie ambizioni, di dimensione e respiro globale.
Il sesto anniversario di quel giorno che ha cambiato per sempre la storia bianconera trascorre quindi come gli altri giorni: pensando alla prossima partita, la finale dell’Olimpico contro il Milan.