Il PSG perde un altro giovane giocatore…o forse no

Ribaltamento a 180° del caso Ikoné: il PSG sta marcando stretto il giovane attaccante laterale per impedirne la partenza verso Torino, sponda Juventus.

dal ns. corrispondente da Parigi:

Sembrava un affare già fatto, con la Juventus ad interpretare ancora una volta il ruolo di predatrice dei giovani campioni del PSG, dopo i casi Pogba e Coman che hanno fatto scuola. E invece no, palla al centro e tutto da rifare: la partenza di Jonathan Ikoné, fresco diciottenne, campione d’Europa under 17 l’anno scorso in Bulgaria, pare sia stata sventata. La notizia che campeggia sull’ Équipe di oggi 3 giugno non lascia spazio a fraintendimenti: il giovane Ikoné dovrebbe firmare il suo primo contratto da professionista fino al 2019 con il PSG, club che lo ha prelevato nel luglio 2010 dall A.S. Bondy, squadra della banlieue est di Parigi nella quale Jonathan (Jorko per gli amici) è nato il 2 maggio del 1998. Pare che il giocatore sia stato convinto dagli “argomenti” dei dirigenti del suo club, a loro volta probabilmente rimessi sull’attenti da un al‐Khelaïfi – proprietario del club – che descrivono parecchio deluso dalla stagione che si è appena conclusa.
Al plenipotenziario del Qatar infatti non basta più la collezione di trofei nazionali che fa bella mostra di sé nella sede di Saint‐Germain‐en‐Laye ed è per questo che avrebbe annunciato una piccola rivoluzione all’interno del club parigino. Il primo a farne le spese potrebbe essere l’allenatore Blanc, nonostante il fresco rinnovo fino al giugno 2018. Il brusco cambiamento di direzione dell’affare Ikoné potrebbe essere l’effetto della repentina presa di posizione del presidente, stanco di raccogliere magri risultati dalle campagne europee di una squadra che è stata farcita di vedettes ma che non conta nelle proprie fila nessuno che sia capace di “mangiare l’erba” e che sia “pronto a morire per il club e per la sua maglia” come lui vorrebbe. Un presidente che è probabilmente anche stanco di farsi soffiare i giovani talenti sotto il naso.
In questo senso, l’articolo apparso il 15 aprile scorso sull’ Équipe, circostanziato e preciso nella descrizione dell’affare Ikoné, dato quasi per certo con la Juventus, sembra adesso assumere un senso ed una dimensione nuovi. Quasi che il rilievo dato a quella notizia fosse il tentativo di lanciare un ultimo campanello d’allarme alla dirigenza di un club che sta vivendo una fase di ripensamento dopo lo slancio seguito all’acquisizione nel 2011 da parte della Quatar Sports Investments. Lo stesso giornale d’altronde, il 12 maggio scorso, ammetteva candidamente che l’articolo del 15 aprile sul “caso Ikoné” era riuscito a smuovere la dirigenza del PSG, già impegnata in una campagna di convincimento verso gli altri giovani talenti del club: Odsonne Edouard, Yohan Demoncy, Mamadou Doucouré. E che la dirigenza era arrivata fino a contattare gli omologhi della Juventus per far presente che il proseguimento delle
avances nei confronti di Ikoné, dopo il “caso Coman” di due anni fa, avrebbe definitivamente compromesso i rapporti tra i due club. Un voltafaccia di questo tipo non è usuale per una testata come l’Équipe, che ci ha abituati a dare il giusto peso alle dichiarazioni di dirigenti e giocatori e a vagliare i propri articoli in base alla sicurezza delle fonti.
Senza voler invadere altri campi, non si puo’ non evidenziare come la Francia conservi una naturale  tendenza a difendere i propri interessi nazionali anche in ambito calcistico e anche laddove gli interessi  nazionali coincidono con quelli delle multinazionali estere, che in Francia hanno messo radici investendo i loro capitali. C’è poi da considerare un ultimo fattore, legato al particolare rapporto che abbiamo da  sempre con i nostri “cugini”. Passi che l’ennesimo talento sfornato dalle giovanili del PSG sia tentato dalle lusinghe dei maggiori club della Premier League, ma che la Juventus continui a effettuare indisturbata una parte del suo mercato alle porte di Parigi, questo oltralpe non si riesce più a tollerare. Sarà che l’europeo inizia la settimana prossima, sarà che si gioca in Francia, ma questa levata di scudi ci riporta al clima che si respirava alla vigilia della finale di Berlino. Rispettati e qualche volta segretamente invidiati (incredibile ma vero), gli italiani che varcano le Alpi e puntano alla capitale, troveranno questa volta gli scudi levati del sodalizio franco‐qatariano per opporsi ai loro avidi disegni.

 

Raffaello Scolamacchia