¡Suerte, Alvaro!

L’attaccante spagnolo ritorna al Real Madrid, dopo due fantastiche stagioni con la Juventus. Questo è il nostro saluto.

Termina l’avventura di Alvaro Morata in maglia bianconera. Il Real Madrid ha infatti annunciato di voler esercitare il diritto di “recompra” sul giocatore, che conseguentemente ritornerà in Spagna.

Questo il comunicato ufficiale della Juventus Football Club:

ACCORDO CON IL REAL MADRID PER LA CESSIONE DEFINITIVA DEL CALCIATORE ALVARO MORATA

Torino, 6 luglio 2016 – A seguito dell’esercizio da parte della società Real Madrid Club de Fútbol del diritto di opzione per il riacquisto del diritto alle prestazioni sportive del calciatore Alvaro Borja Morata Martin, Juventus Football Club S.p.A. comunica di aver perfezionato la cessione a titolo definitivo del calciatore stesso per un corrispettivo di € 30 milioni pagabili in due esercizi, al netto di quanto ancora dovuto da Juventus per l’acquisto del medesimo calciatore (€ 10,7 milioni). Tale operazione genera un effetto economico positivo di circa € 16 milioni nell’esercizio 2016/2017 e un incasso netto di circa € 19,3 milioni nel corso degli esercizi 2016/2017 e 2017/2018.

Sono stati due anni splendidi, quelli di Alvaro con la Signora. Li ripercorriamo, partendo da due gol, il primo e l’ultimo in maglia bianconera.
Andiamo per ordine cronologico. 27 settembre 2014: si gioca a Bergamo, la Juventus è in vantaggio contro l’Atalanta per 2-0, decide finora una brillante doppietta di Carlitos Tevez. Al 21’ della ripresa Morata prende il posto di Llorente, diciassette minuti dopo riceve questo cross da destra e insacca di testa:
Questa è la prima volta in cui Alvaro segna con la maglia della Juve, dando prova di tempismo, capacità di incursione in area, potenza fisica.
Vediamo ora l’ultima, più recente, rete dello spagnolo:
Qui, lo ricordate bene, siamo al 5’ minuto del secondo tempo supplementare, la partita è inchiodata sullo zero a zero. Ancora una volta Morata conferma tutte le sue doti di attaccante d’area, ricevendo un altro cross dalla destra, proprio come quella sera a Bergamo, mesi prima. Stavolta, ci si avventa di piede, tira di prima intenzione e trafigge il Milan, regalando di fatto la Coppa Italia alla Juventus.
Non abbiamo scelto queste due reti a caso, per salutare Alvaro, che lascia la Juventus dopo due anni indimenticabili. Non sono solo i momenti che racchiudono tutto, ma sono anche due episodi significativi di quello che Alvaro ha rappresentato per la Signora.
Un attaccante modernopotente, capace di sacrificarsi e di tornare a recuperare palla a centrocampo, di rilanciare l’azione, di continuare e non mollare mai. Un attaccante da Juve, insomma: che in due anni ha collezionato, in tutto, 93 presenze, 48 delle quali da titolare, per un minutaggio di 4673 minuti. Minuti nei quali ha segnato 27 volte, 14 di sinistro, 9 di destro e 4 di testa, proprio come quella prima volta a Bergamo. E poi gli assist, 16, i 140 tiri, i 99 dribbling riusciti in due stagioni magnifiche.
Se chiudiamo un attimo gli occhi, i gol di Alvaro accompagnano buona parte delle emozioni più intense provate dai bianconeri, in Italia e in Europa: i trionfi di Dortmund o Madrid, e di Manchester la stagione successiva, i gol decisivi in campionato, come la doppietta nell’ultimo Derby all’Olimpico, o quelli in Coppa Italia (oltre alla rete in Finale, come dimenticare la doppietta nella semifinale di andata contro l’Inter?)
Immagini, esultanze, grandi giocate, reti. Ed emozioni.
Quelle che ci hai regalato senza risparmiarti mai, Alvaro, in due anni nei quali sei stato protagonista assoluto di vittorie scolpite nel libro di storia della Juventus.
Per questo, nel momento in cui le nostre strade si separano, non possiamo che ringraziarti di cuore, grande campione.
E augurarti buona fortuna.

 

Morata, più che un numero 9: le stats del biennio bianconero

Morata, più che un numero 9: le stats del biennio bianconero

Una stagione in continuo crescendo, partita con l’infortunio nei primi giorni di allenamento e terminata con la raffica di gol pesantissimi in Champions League, un’altra più travagliata ma comunque positiva, tra equivoci tattici e digiuni dal gol ma anche reti importantissime e prestazioni maiuscole, soprattuto in Europa. In quest’ultima annata il giudizio di critica e tifosi su Alvaro Morata è stato più che vario: c’è chi lo ritiene un incompiuto che non segnerà mai tanti gol, chi non se ne sarebbe privato per nessun motivo al mondo, chi lo avrebbe voluto titolare al posto di Mandzukic e ancora chi pensa che per la Juventus sostituirlo non sarà poi così difficile. Proviamo a dare un giudizio obiettivo dell’operato di Alvaro nel suo biennio bianconero attraverso alcune statistiche riguardanti tutte le competizioni, con focus finale sulle sue prestazioni in Champions League.

Considerando Serie A, Champions League, Coppa Italia e Supercoppa Italiana, Alvaro Morata è sceso in campo in 93 occasioni, segnando 27 gol e servendo 16 assist; in pratica un gol ogni tre partite e mezza, allargando il tiro possiamo affermare che Alvaro ha segnato o fatto segnare ogni due gare e rotti. Numeri buoni ma non esaltanti, che però non tengono conto del reale minutaggio di Alvaro in bianconero: degli 8370 minuti effettivi delle 93 gare sopra menzionate, l’attaccante spagnolo ne ha giocati poco più della metà, appena 4679′. Rapportate ai minuti effettivamente disputati, le sue statistiche dipingono un quadro decisamente più veritiero, che rende meglio l’idea dell’impatto devastante dell’attaccante iberico sui match: Morata è andato a segno ogni 173′, più di un gol ogni 2 partite, mentre considerando i 43 gol+assist possiamo constatare che il numero 9 ha segnato o fatto segnare ogni 108′. In sintesi, un gol o un assist ogni partita e spiccioli.

Andiamo a dare un’occhiata a qualche deep data, riguardante però solamente Serie A e Champions League: Morata tenta il dribbling in media 2,1 volte a partita, con 1,08 dribbling riusciti a gara, in pratica poco più della metà di quelli totali. Un fondamentale da lui utilizzato non spessissimo, nonostante sia dotato della giusta rapidità di gambe e di passo (citofonare Alaba, Benatia e Kimmich), col quale sicuramente potrà prendere più confidenza nel tempo. Abbastanza bassa la sua media tiri a partita, poco meno di 3 conclusioni a gara, decisamente migliorabile anche il rapporto gol/tiri totali, con una rete ogni 6,8 conclusioni. Ottimo invece il contributo di Alvaro per quanto riguarda le occasioni create: nei 4055 minuti disputati tra Serie A e Champions League Alvaro ha servito 67 key pass, uno ogni 60′, una media da rifinitore più che da prima punta.

Chiudiamo con le statistiche difensive: la proverbiale indolenza di Morata emerge quando si vanno ad analizzare i tackle vinti, appena il 27% del totale, i duelli vinti, 44% in Serie A e 53% in Champions League, e i duelli aerei vinti, 44% in Serie A e 56% in Champions. Questi ultimi numeri illustrano bene la differenza d’approccio di Morata tra campionato e Champions, come se la musica della competizione europea più importante risvegliasse in lui la voglia di dare il meglio.

Cosa perde dunque la Juventus con l’addio di Alvaro Morata? Sicuramente perde un giocatore capace di incidere dal 1′ così come a partita in corso, un attaccante che, al netto dei periodi di pausa, è capace di andare in gol da solo o far segnare con continuità i compagni, al quale mancano “solamente” un pizzico di freddezza in più sotto porta e un atteggiamento meno indolente nelle partite meno complicate per diventare uno dei calciatori (non un attaccante, ma un giocatore in senso assoluto) migliori al mondo. Ad oggi sappiamo rispondere solo ad una domanda: no, sostituirlo non sarà affatto facile.