La più grande eredità dell’estate 2015 è la conferma di una certezza: il calcio d’agosto ha nessuna rilevanza, non ha consistenza ed è assurdo trarre qualsiasi considerazione per quello che sarà nel momento in cui i punti pesano. Guardando la scorsa stagione si sarebbe portati a pensare che nemmeno settembre e ottobre hanno poi grandissimo rilievo ma per la Juventus è chiaramente consigliabile non ripetere gli errori commessi un anno fa. Qualcuno potrebbe indicare nella data anticipata dell’inizio del ritiro una prima indicazione che quanto accaduto la scorsa stagione è stato recepito ma in realtà le attività riprendono solamente con cinque giorni in più di riposo dall’ultima partita disputata; a questo dato va poi aggiunto una banale constatazione, il fatto cioè che molti giocatori della Juventus riprenderanno ad allenarsi tra qualche settimana.
Cosa cambia? Il contesto, innanzitutto. La Juventus della scorsa stagione fu privata di diversi interpreti, pilastri fondamentali nel cammino del primo anno targato Allegri; il tecnico lavorò con diversi giocatori nuovi e faticò a individuare la strada. La preparazione con l’allenatore livornese e il suo staff è squisitamente basata sull’aspetto fisico: dodici mesi fa il primo impegno ufficiale fu dopo nemmeno tre settimane di lavoro e le prime amichevoli avvennero contro squadre in grado di imporre ritmi alti; gli infortuni e il resto è storia nota. Quest’anno ci sarà tempo per arrivare al 21 agosto: il pensiero principale sarà quello di non accelerare, bruciando le tappe, con i nazionali reduci dagli Europei.
Il calcio di Allegri si basa anche sulle connessioni che si vengono a creare in campo tra i giocatori: l’asse centrale Pogba-Dybala-Khedira è stata una creatura che si è sviluppata dopo diversi esperimenti e rappresenterà, a meno di novità dal mercato, una delle diverse certezze sulle quali poggerà la nuova stagione. Nel primo biennio allegriano la tenuta fisica della squadra è stata una costante: la squadra non ha avuto cali ma ha mantenuto una linea costante che le ha permesso di allungare il passo in primavera. I numerosi infortuni hanno colpito giocatori particolarmente predisposti e non può passare inosservato il cambio dello staff medico (anche se è stata completamente rivoluzionato tale aspetto con la nascita di JMedical): spesso si sono infortunati calciatori al rientro, le ricadute hanno rappresentato una ferita difficile da rimarginare e rappresentano il nemico principale cui trovare una soluzione.
Una buona e costante condizione fisica, e un numero minore di infortuni, sono la base su cui si deve basare la nuova avventura; lo scorso anno la Juventus ha impressionato per la sua forza normale e tranquilla, poggiando la rimonta sulla solidità della difesa, la qualità tecnica, i guizzi dei singoli e la capacità di interpretare i diversi momenti della partita, ma è chiaramente sconsigliato ripetere la rimonta della scorsa stagione perché una serie così prolungata di risultati ha portato a un esborso superiore di energie psichiche e mentali rispetto a un campionato dall’andamento normale.
I miglioramenti però riguardano specialmente l’obiettivo Champions: realisticamente ci sono squadre superiori e questa manifestazione è anche altamente episodica, ma la Juventus deve interpretare al meglio questa competizione già dai gironi evitando di lasciare punti in casa e battendo le formazioni più deboli. Una squadra che si pone come obiettivo quello di competere per il traguardo grosso deve dimostrare personalità e intelligenza a partire dalle prime partite: in Europa si gioca notoriamente un calcio diverso e la Juventus deve migliorare nella tranquillità, nella lucidità e nella qualità della gestione del palleggio sotto pressing. Per questo sono fondamentali gli aspetti tattici, legati a spaziature e posizionamenti corretti oltre che alla grande forza difensiva, ma ancora di più contano i singoli: il mercato ha finora portato giocatori altamente tecnici, ma serve ancora qualche elemento abile nelle transizioni. Per Allegri sarà importante poter contare su una rosa composta su 16-18 giocatori titolari, potendo così effettuare un assennato turnover scegliendo i giocatori in base alle loro condizioni. Tempo per ultimare la rosa ce ne è, ma quest’anno sarebbe meglio chiudere i giochi il prima possibile.
Davide Terruzzi