Spaccare il mercato per spaccare le partite

Morata, Cuadrado e/o Pogba se gli si sveglia la libellula che c’è in lui.

A proposito di Paul: ho a lungo sostenuto che avrebbe dovuto giocare stabilmente 15 metri più avanti, con gestione dell’intera orizzontale del fronte di collegamento tra centrocampo e attacco. La parziale riprova dei primi match dell’Europeo mi hanno dato apparentemente torto. E avevo aggiunto: se non glielo facciamo fare noi, glielo farà fare chi lo comprerà alle cifre che oggi tutti stanno a sindacare che sono quelle poi per le quali ci ridevano dietro solo a pronunciarle. Anche qui potrei avere ai fatti clamorosamente torto (nel destino, non nei fatti) perché Mourinho è forse uno dei pochi che potrebbe farlo ammuffire da metodista di impostazione chiedendogli un mix tra quello che furono Petit e Desailly. Non glielo auguro (a Paul).

In attesa dell’inchiostro, che è poi quello dei comunicati stampa, viene a ripensare a quei tre là dei quali solo uno è Pogba. Quindi agli altri due. Erano felici con noi? Probabilmente no. O meglio, lo erano a sprazzi, perché non c’è calciatore di movimento sulla Terra che non si chiami Padoin che accetti con mestizia e gioia il ruolo di subalterno. Neanche alla Juve. Ecco perché i soldi nel calcio, da un certo livello in su, contano davvero (mai più delle idee, a mio modo di vedere).

Morata farà la fine del Giovinco bianconero lì dov’è? Praticamente un anno di prova per lui. Come se non avesse spaccato partite, difese, pronostici in questi due anni. Sì, fino a marzo scorso Allegri lo ha gestito davvero bene. Cuadrado è un caso a parte, non ancora patologico da provincia grazie alle sfuriate finalmente intelligenti che si è riusciti a tirargli fuori. Valgono i 27 milioni chiesti da Abramovich, che nel caso manterrebbe anche la parola scritta? Per i ragionieri sabaudi probabilmente no. Lo abbiamo capito. Juan vale una maglia, senza prezzo, con un sistema di gioco e mezzo. Perché può giocare in tanti modi e in tanti posti, ma va ragionato proprio per come spacca le partite. Che non vuol dire giocarsi una carta a caso lanciandola nel mucchio. A far quello, dalla panchina, sarebbero capaci tutti. Ci sono meccanismi per lo meno di pensiero, alle spalle. Sono i meccanismi di Allegri. Che allora dovrà chiedere spicchi delle uniche tre sottrazioni di questo clamoroso mercato (che peseremo anche nelle parole soltanto a battenti chiusi) a Marko Pjaca. E un altro attaccante che abbia subitanei colpi di follia. Perché anche Zaza è un piede fuori. L’uomo che ha spaccato La Partita. L’uomo che a Monaco chissà. Boh. Immaginatela ai rigori. Lì davvero tutto è un bussolotto. Quello a cui non affidarsi appunto in avanti per l’ultima casella. Prima di tornare a spaccare le partite, spacchiamo questo reparto.

Spacchiamo il mercato. Senza affannarsi sul dopo Pogba a centrocampo, dove deve prevalere la logica del giusto assortimento.

Luca Momblano