Come riuscire a godere dell’addio di Paul Pogba

Di @MichaelJuve89

Pogba è andato via. Prima del tempo, prima che il finale della storia fosse scritto. Torna laddove era stato scaricato, umiliato (secondo la mamma), e probabilmente ci torna per soldi e immagine. Nulla di illegittimo in questo. Il modo farsesco con cui ha scelto di andarsene ha turbato molti, e anche il sottoscritto, ma anche da questo doloroso addio (come detto, anticipato di una stagione), si possono trarre spunti di speranza, di divertimento e, udite udite, di puro godimento:
1) L’EFFETTO RIVALSA: La Juve del quinquennio è sempre stata un cantiere. Fa quasi sorridere dirlo, ma è così. Tutto nasce dall’incredibile annata 2011\2012. Quel godurioso e inaspettato scudetto ci ha proiettati in un periodo floridissimo dal punto di vista sportivo, e anche da quello economico, ma non ci ha mai elevato, almeno non ancora, ai livelli (economici), delle grandi d’Europa. Ed è per questo che un giorno Conte, un giorno Vidal, un giorno Pogba, hanno deciso (magari anche in maniera condivisa), di andare a fare altre esperienze, a prescindere dai modi e dalle motivazioni. Ogni stagione, specialmente dall’addio di Conte, siamo riusciti a elaborare il trauma degli addii e a renderlo un volano per continuare a inanellare successi: l’addio di Conte ci ha portati alla migliore stagione della nostra storia, con annesso patto dei 10 euro, il triplo addio Tevez-Vidal-Pirlo, unito al pessimo inizio stagionale, ci ha permesso di vincere uno scudetto insperato e a giocare alla pari di una delle due migliori squadre d’Europa, perchè l’orgoglio di non credersi dipendenti da nessuno è la migliore arma per ottenere successi. E ora ci siamo, l’addio di Pogba, che chiude prima del previsto un percorso straordinario. Sono sicuro che il gruppo Juve non vede l’ora di dimostrare di poter raggiungere obbiettivi straordinari anche senza mister 110 milioni (escluse commissioni, clausole, cazzabubbole e cavilli vari). Sapremo trarre da questa partenza quello stimolo in più per provare a realizzare i nostri sogni. Perchè comunque perdiamo la migliore mezzala box to box al mondo, e questo è un fatto.

 

2) I PARROTS: Due mesi di rumours su Pogba. La maratona estenuante è cominciata l’8 giugno, e terminata due mesi dopo. In mezzo un miscuglio di voci, speranze, indiscrezioni, 48 ore, visite mediche da far accapponare la palle e scompisciare dalle risate. La reclame Adidas sul bla bla bla è stata forse inopportuna, ma azzeccata se diamo un’occhiata al mondo dell’informazione calciomercatara. Diciamocelo, è stato un vero spasso. Con Raiola burattinaio, con annunci e offerte accettate e rifiutate nel giro di un secondo (indimenticabile la combo di Raimondi del 9 giugno, con Pogba al Real e la Juve che rifiuta 5 minuti dopo). Indimenticabili le scopiazzate della Gazzetta dai giornali spagnoli e dalle interviste di Raiola, con i 120 milioni del Real che campeggiavano, con Zidane che non vedeva l’ora, e con i 10 milioni offerti al ragazzo (che in realtà erano 8), ma poi sono diventati 10-12-15-18-20 e chi più ne ha più ne metta. E una volta che l’affare è entrato nel vivo? 103 milioni offerti, poi diventati 110, poi 120, poi 110 lordi, e la trattativa era chiusa, ma veniva rinviata sempre di 48 ore (two days per gli sveglissimi tifosi dello United), con le visite mediche del 19 luglio del Sun (Criscitiello si è subito avventato sulla notizia, stalkerando Marotta e Paratici, obbligati a smentire una notizia del Sun). I parrots italiani si sbizzarrivano, mentre quelli inglesi, da veri parrots, scopiazzavano. E intanto l’Adidas si divertiva a sua volta. 48 ore su 48 ore di illusione per molti (juventini), paura (per i tifosi del Manchester) e goffaggine per molti mercatari, soprattutto quelli di Premium, che bramavano per dare per primi l’annuncio di un affare già fatto da 3\4 settimane. Ora che finalmente il loro sogno si è avverato, faranno a gara per affibiarsi la paternità della notizia, e sarà comunque un altro spasso.

 

3) IL DOPING MEDIATICO: Questa è di sicuro la parte più goduriosa di tutto l’affaire Pobga. Anni e anni che tifosi di altre squadre (specialmente delle due milanesi), hanno fatto il diavolo a 4 ogni volta che Pogba veniva incensato dalla stampa, specialmente italiana, non curanti del fatto che Pogba è finito sulle prime pagine di ogni tabloid inglese, di tutti e 4 i giornali spagnoli, di tutti i giornali francesi, e Dio solo sa di quante riviste specializzate presenti in tutto il mondo. Pogba non è solo un fuoriclasse, è un personaggio calcistico. Se ne potrebbero raccogliere a vagonate di tweet, articoli facebook, articoli di blog e tanto altro riguardanti la sopravvalutazione di Pogba, detto Bobbà o Pobbà (chissà ora come lo chiameranno); gente che sperava in un suo flop per potersi riscattare quasi socialmente, per fare la battutina sul prezzo e compiacere qualche account di dubbio gusto, per poter perculare il rubentino gobbo che vinceva si, ma non perchè aveva quelli forti, ma per gli albitri e la Fiat che li pagava. Ho letto di gente che ha goduto della sconfitta della Francia in finale col Portogallo. Pogba era diventato lo sfogatoio di tifoserie oramai depresse, e chi si era stufato di parlare delle solite 7 champions, del solito triplete, della solita serie B e di Berlino, usava il buon Paul come valvola di sfogo, esultando a ogni sua pessima prestazione quasi ne venisse un vantaggio personale. E una volta che l’offerta monstre è arrivata sul serio? beh, a parte qualche inversione a U, ci si è subito rifugiati sul doping mediatico: La Juve ha ordinato ai giornali e alle TV di pompare il crestato montato sopravvalutato per poi poterlo rivendere a prezzi esorbitanti. La cosa buffa, e che una volta escogitato questo brillante teorema, hanno avuto l’ardire di crederci: ma che goduria è? c’è qualche mosca bianca, e anche qualcuno che in fondo ci dice che siamo stati fessi, che lo abbiamo regalato (perchè in Inghilterra non hanno problemi di soldi). Ma la goduria di vederli annaspare resta tale. Anni e anni di propaganda all’incontrario che non hanno sortito il minimo effetto.

Ecco, ho cercato nel mio dolore straziante, di analizzare la questione Pogba da un altro angolo, quello più divertente e consolante. Detto questo, la vita va avanti, e sarà solo il tempo a stabilire chi aveva ragione e chi ha fatto l’affare. Buona vita Paul, ci hai fatto divertire, prima, durante e dopo.