Buon compleanno, Juventus Stadium!

La casa della Juventus celebra il suo quinto anniversario. E sono stati cinque anni indimenticabili.
«Signori, benvenuti a casa!».
Con questa frase il nostro Presidente Andrea Agnelli accoglieva, esattamente 5 anni fa, il popolo bianconero che scopriva per la prima volta il meraviglioso Juventus Stadium.
Era una di quelle sere, quell’8 settembre 2011, nelle quali non sapevi perché, ma percepivi chequalcosa di grande era nell’aria. Ciò che i tifosi della Juventus non potevano ancora sapere è quanto grande sarebbe stato quel “qualcosa” nell’aria.
Stava iniziando un’epopea storica, stava per iniziare il secondo quinquennio bianconero. Un quinquennio, quello da #Hi5tory, che non può che essere inscindibilmente legato alla casa della Juventus, in cui così tanto di questo cammino incredibile è stato percorso.
Gol, emozioni, campioni che, numerosissimi, hanno regalato emozioni infinite, fatto esplodere le splendide tribune dello Stadium. Quante volte? Quali campioni? Guardate questo video:
E poi l’Europa, le grandi notti internazionali, le sfide contro avversari classici, come il Real o il Borussia Dortmund, e poi i derby, quei due consecutivi vinti in piena zona cesarini. E potremmo andare avanti con il film dei ricordi, ma ciò che maggiormente conta è una costante: il calore di uno stadio mai silente, sempre ribollente di passione, e spesso tutto esaurito, come potete vedere in questa grafica:
Lo Juventus Stadium è casa, è un simbolo per il popolo della Juve, è un luogo dove in soli cinque anni sono stati fissati talmente tanti episodi da ricordare che basterebbero a scriverne un libro.
E il bello di questo libro è che, da parte di tutti noi, c’è voglia e volontà di scriverne un ennesimo, fantastico capitolo.
Buon compleanno, Juventus Stadium!

 

5 anni di Juventus stadium (e 5 momenti che non potremo dimenticare)

5 anni di Juventus stadium (e 5 momenti che non potremo dimenticare)

5.

Cinque.

Cinque come gli anni passati da quell’8 settembre del 2011, quando tutti insieme, in modo inusuale per il calcio italiano entrammo tutti in quella che il presidente Andrea Agnelli definì “la nostra casa”.
Cinque come gli amori infranti che avrei voluto restassero per sempre a vestire il bianconero.
Cinque come le cose che (dalla TV) mi sono rimaste impresse di quella sera:

 

5. “Il campo dice sempre la verità”

È il mantra di Andrea Agnelli, ma non solo suo, lo è sempre stato anche dei giocatori, di noi tifosi: le parole stanno a zero e il campo ha sempre ragione, quando vinci, perdi, pareggi o nevica.

4. Del Piero e Boniperti

“Da ogni caduta bisogna rialzarsi con coraggio e con ancora più voglia di vincere rispetto a prima”

3. Le stelle del passato

In una notte così, col cannocchiale puntato lungo sul domani l’abbraccio con vecchi “amici” fu una delle cose più dolci, e tra questi meritatissima per mille motivi l’ovazione a Roberto Bettega.

2. Il ricordo Di Gaetano Scirea

Commovente, per la delicatezza e la poesia del momento, struggente perché tutti si possono riconoscere negli occhi buoni del capitano, doloroso perché sarebbe stato maledettamente bello vederlo lì insieme agli altri in quello stadio (e lui maledettamente contento e orgoglioso di esserci).
Quello stadio che è casa nostra e pure sua.

1. “Vincere è sempre stata la nostra abitudine”

Se ascoltate tutto il discorso di AA, questa è la frase che suscita meno entusiasmo tra i presenti, e non perché vincere non interessasse a nessuno, ma perché dirlo allora sembrava quasi utopia (“non dimentichiamoci che veniamo da due settimi posti”®) e le squadre da battere sembravano troppe e troppo più forti.
La Juve ripartiva da due scarti di Roma e Milan, da un portiere con 2 anni di problemi fisici alle spalle, una difesa colabrodo, uno sconosciuto centrocampista col nome di un bagnoschiuma e un allenatore che faceva sognare per il suo passato bianconero, ma praticamente digiuno di serie A.
Parlare di vittoria allora era visionario, ma aveva ragione Andrea.

 

Cinque anni, dicevamo.
Tanti, pochi, intensi, pieni di vittorie e con qualche sconfitta.
Senz’altro bellissimi, anche grazie alla splendida “nostra casa”.