La terra dei cachi 134/ Check up

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Sette giornate son poche per dare sentenze; e comunque, come diceva Lippi (santo subito!), i conti si fanno per le scale. Tuttavia sette giornate sono sufficienti per intuire certi trend, per ipotizzare certe conferme e, più in generale, per fare un primo check-up del campionato.

Ed è evidente che la Juventus sta andando molto bene; con almeno un punto a Milano si poteva dire meravigliosamente bene, ma non si può avere tutto dalla vita. Comunque 18 punti in sette partite avendo già giocato contro Inter, Lazio, Fiorentina e Sassuolo sono un bottino ottimo e  soprattutto ci sono due segnali che considero importanti: abbiamo sempre vinto in casa e abbiamo sempre vinto fuori con le squadre di bassa classifica. E questo, per chi conosce la serie A, è di solito quello che si deve fare per arrivare primi. La condizione generale della Juventus appare buona; anche nella partita in cui il gioco è apparso meno bello (Palermo) la squadra ha comunque creato una valanga di palle goal e la superiorità rispetto al resto della serie A sembra abbastanza imbarazzante. Anche i nuovi acquisti si stanno integrando bene; per adesso l’unico a non avere avuto una partenza da titolare è Pjaca che sta ancora completando la “cura Allegri”. Ma anche nel suo caso l’impressione è che, appena terminata la terapia, Pjaca comincerà a giocare a livelli molto alti. C’è un ulteriore buona notizia, cioè l’utilizzo di due giocatori che l’anno scorso, per motivi diversi, non hanno praticamente dato contributi significativi: Lemina e Hernanes. Che il francese fosse forte si era intuito anche l’anno scorso; sorprendente invece la trasformazione di Hernanes in un perfetto centrale “alla Allegri”, ovvero uno che vive nel cerchio di centrocampo e che dà equilibrio. Intendiamoci, non è che Hernanes sia diventato un fenomeno, ma se riescirà a giocare bene come ieri tutte le partite contro squadre di medio/bassa classifica, avrà ampiamente ripagato il suo stipendio. Anche le evoluzioni tattiche sono abbastanza interessanti; è chiaro che Allegri si sta spostando lentamente verso una difesa a quattro, ma in un modo forse diverso da come si pensava. Per esempio  se uno guarda le heatmaps della gara con l’Empoli è chiaro che la Juventus ha giocato con Cuadrado ala e Alex Sandro terzino; tuttavia anche l’ala difendeva e anche il terzino attaccava per cui le posizioni medie dei giocatori alla fine erano queste:

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il che suggerisce un 3-5-1-1  molto offensivo (si noti ancora una volta il perfetto posizionamento medio di Hernanes). Questo tipo di formazione, in cui Allegri rinuncia di fatto a schierare dei laterali difensivi, credo sia l’evoluzione naturale della Juventus dal punto di vista tattico.

E le avversarie? Beh, anche qui non ci sono grandissime novità. Il Napoli conferma la tendenza dell’anno scorso: imbattibile o quasi in casa (17 vittorie e 2 pareggi l’anno scorso), molto meno efficace fuori casa dove anche l’anno scorso ha raccolto poco in paragone. Quest’anno ha giocato contro una media squadra di B (il Pescara), un Palermo in cui Ciccio De Zerbi era arrivato il giorno prima, un onesto Genoa e una Atalanta che non era partita benissimo e ha raccolto la miseria  di 5 punti. E quando fai 5 punti in quattro trasferte contro squadre che quasi sicuramente concluderanno il loro campionato nella parte destra della classifica, il tuo rendimento non è da grande squadra. Anche peggio se si pensa che il Napoli ha già 4 punti di svantaggio sulla Juventus che ha avuto un calendario molto più complesso. E qui, per una volta, va apprezzata la grande onestà di Sarri che (in mezzo alle solite minchiate su campo e orario) ha chiaramente detto che il Napoli è competitivo per il secondo posto, ma il primo è fuori portata. Ovvia la reazione impettita dei tifosi che, come dice il mio amico Francesco Andrianopoli, vogliono solo sentirsi vendere fumo e poi incazzarsi perchè gli hai venduto fumo.

Roma e Inter invece le abbiamo viste giocare domenica sera una partita surreale, più da Scottish Premier League che da Serie A. Sono entrambe squadre con grossissimi problemi, sia pure di natura diversa; nella partita secca possono anche batterci, ma alla lunga sono destinate a perdere talmente tanti punti per la strada da considerarle competitive al massimo per il terzo posto. Un gradino sotto a queste due squadre vedo Fiorentina e Lazio, anche se quest’ultima potrebbe creare qualche problema per il terzo posto a Roma e Inter; e infine il Milan che, come tutte le squadre di Montella, è decente quando ha la palla, ma agghiacciante quando la palla ce l’hanno gli avversari. Poi certo ci sarebbe il Sassuolo, che per me è la squadra che, dopo Juventus e Napoli, gioca meglio di tutte; ma il Sassuolo paga il fatto di schierare molti giovani e soprattutto quello di non contare quasi nulla. L’altra sera a San Siro l’arbitro Guida (notoriamente uno dei più sensibili all’influsso delle moviole) ne ha combinate di tutti colori, condizionando pesantemente una partita che il Sassuolo meritava di vincere e ha finito col perdere; e ha fatto capire subito che aria tira.