Il profeta alle ortiche

La Juventus perde a San Siro contro il Milan.
C’è chi se la prende col l’arbitro e con la sorte, c’è chi invece dice che è tutto da buttare.
A ben guardare, le recriminazioni per gol annullati e infortuni servono a poco, mentre è ancora meno utile ignorare il fatto che la Juventus ha perso una partita in cui ha controllato il gioco e non ha rischiato quasi nulla in novanta minuti.
La verità è che siamo di fronte a una Juventus certamente forte, ma con qualche limite per diventare davvero grande.
Il problema numero uno di questa squadra è l’assenza di Marchisio.
Il problema numero due è la presenza di Hernanes. Il ruolo di regista è fondamentale per dare un’accelerazione a un 3-5-2 che per ora sceglie di uscire dalla difesa o col lancio o con le catene esterne. Il perché è facile a dirsi, al centro c’è una voragine.

Il regista, lo dice il termine stesso, dovrebbe occuparsi di far girare il pallone quando si è in possesso. Ma, anzitutto, Hernanes non si muove per ricevere palloni e, secondo, quando è in possesso è troppo lento e impreciso.
Nella classica situazione della palla che da Barzagli esce per Dani Alves, l’esterno non trova mai l’appoggio facile verso il centro, perché Hernanes resta fermo, troppo distante. Così, o Khedira non può allungare l’avversario con i suoi movimenti profondi, o Dybala è costretto ad abbandonare Higuain e venire in appoggio di Alves.
Quando Hernanes ha palla, invece, sbaglia anche i passaggi più semplici. Lasciamo perdere le inutili percentuali numeriche: quando si dà un pallone, lo si deve rendere giocabile il più possibile per il compagno; invece lui, anche in appoggi di pochi metri, passa palloni lentissimi, sempre sui piedi e mai un metro avanti. Così che il compagno, quando è finalmente in possesso, è già coperto o marcato.
Il calcio, del resto, è un gioco collettivo. Se un ingranaggio ruota a una velocità diversa dagli altri, l’intero macchinario non funziona.

In fase difensiva, poi, Hernanes è poca, pochissima cosa. Allegri ne elogia sempre la capacità di intercettare palloni, ma meglio stendere un velo pietoso sulla sua incapacità negli uno contro uno. E anche sul gol di Locatelli, è fermo, fuori posizione: è chiaro che Sandro si schiaccia troppo sulla linea difensiva per coprire l’uscita di Benatia. Ma Sandro è uno che corre per quindici, è normale che qualche suo movimento possa essere impreciso. Così, chi ha un ruolo più tattico dovrebbe occuparsi di correggere le sbavature dei compagni. Invece anche in quella occasione Hernanes è lontanissimo dal cuore dell’azione, non accorcia verso il lato forte. Gli han detto di stare nel mezzo e lui nel mezzo ha piantato radici.

È chiaro che poi la sconfitta contro il Milan nasce anche da altro. Un Alves che sembra l’ufficio complicazioni affari semplici, un Allegri che sceglie Cuadrado come seconda punta, quando, contro una squadra così chiusa, sarebbe stato il caso di affiancare un attaccante vero a Higuain e mettere il colombiano a fare cross su cross sulla fascia.
Tante piccole cose, che messe assieme, e unite agli episodi non favorevoli (succede), determinano una sconfitta senz’altro non meritata. Di una Juventus che però ha il talento per essere molto più brillante ed efficace di quanto non lo sia stata sinora.