«Voglio dimostrare ogni giorno di essere da Juve»

Il difensore a Sky Sport: «Chiedo ai tifosi di sostenerci sempre: alla fine festeggeranno insieme a noi»

Positività, voglia di migliorarsi giorno dopo giorno, fame di vittoria. Patrice Evra sa che questa Juve può fare ancora di più, e nell’intervista rilasciata oggi a Sky Sport, non si nasconde, ma lancia un proposito per l’immediato futuro: «Tutti noi avremmo voluto essere qualificati agli Ottavi di Champions già da ieri, il pareggio non è il risultato che avremmo desiderato. Ora, però, la cosa più importante è che la Juve può ancora qualificarsi, e può farlo da prima del girone: dobbiamo vincere con il Siviglia e con la Dinamo per dimostrare che questa è la nostra competizione! Pensiamo partita per partita, ma sono convinto che passeremo il turno».

Essere la Juve significa non accontentarsi mai e credere fino alla fine nell’obiettivo: «Si, la Juve deve vincere. Questa è la cosa più importante. Ma le partite non si possono vincere tutte 3-0, neppure in campionato. Sostenere questo, sarebbe mancare di rispetto alla Serie A, che io – avendo giocato anche in Francia e Inghilterra – ritengo una competizione davvero difficile. Io sono sereno, perché il nostro obiettivo è conquistare il campionato e provare a vincere la Champions, ed ora abbiamo tutte le carte in regola per farlo… Questa è la verità!».

Carte in regola, si, ma anche qualche passo in avanti ancora da compiere: «Abbiamo tanti giocatori nuovi, sono passati soltanto tre mesi dall’avvio della stagione e in molti devono ancora abituarsi pienamente allo stile della Juve, e a ciò che ti viene richiesto quando indossi questa maglia. So cosa significa la pressione, giocavo a Manchester e l’ho conosciuta, ma anche io ci ho messo un po’ ad adattarmi, appena sono arrivato. Come ha detto il mister, però, non si vincono il campionato e la Champions né oggi, né domani. Sono d’accordo che si può ancora migliorare: anche dopo una vittoria, in allenamento, lavoriamo sempre su ciò che non è andato, cercando di fare ancora meglio. Una squadra così forte non si costruisce in tre mesi, dunque chiedo ai tifosi di sostenerci ogni giorno e giudicarci alla fine, quando – ne sono sicuro – potranno festeggiare insieme a noi».

Trentacinque anni compiuti, con la voglia e l’entusiasmo di un ragazzino: come sta vivendo, Patrice Evra, questo momento della propria carriera, in cui si è trovato anche a mettersi alla prova in un nuovo ruolo da centrale? «Ho sempre detto al mister che mi riposerò soltanto quando avrò concluso la mia carriera. A me piacerebbe ovviamente giocare tutte le partite, perché mi sento bene e sento di avere ancora le gambe per farlo, però sono intelligente, so che ad una certa età devi dare più qualità che quantità. Certo, ho talmente tanta voglia di giocare che, se serve, farei persino il portiere, anche se non voglio rubare il posto a Gigi… (ride, n.d.r.) Quando torno a casa non guardo i miei trofei, non penso al mio passato, io guardo avanti e tutti i giorni cerco di essere un nuovo giocatore, ad ogni partita devo dimostrare a me stesso di essere in grado di giocare alla Juve e di indossare questa maglia, questo è il mio modo di essere. Mi piace scherzare, divertirmi sul mio Instagram, ma quando c’è da essere serio, per me esiste soltanto il lavoro: questo è il mio modo di essere».

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