«Il gol un po’ come una liberazione»

«Dopo un lungo infortunio, vedere la palla entrare in rete e festeggiare è stato bellissimo!»

Dopo il rientro dall’infortunio, un gol pesante, pesantissimo: la rete dal dischetto che ha riaperto il match decisivo per il passaggio dei bianconeri agli Ottavi di finale di Champions League. Un momento importantissimo, per Claudio Marchisio, tornato in campo da leader del centrocampo bianconero.

«Siamo davvero felici! Abbiamo raggiunto un obiettivo importante, e sapevamo che non sarebbe stato facile qui, in questo Stadio, con questo pubblico incredibile che incitava il Siviglia anche quando stava perdendo 3-1. La nostra prestazione non è stata male, considerata la forza dell’avversario, che non a caso finora non aveva mai preso gol: noi siamo riusciti a segnargliene tre, quindi non possiamo che essere contenti».

Primo obiettivo raggiunto, ora la Juve guarda avanti: «Non dobbiamo pensare troppo a quello che verrà dopo, dobbiamo pensare al presente. Oggi eravamo sotto 1-0 e le cose potevano mettersi male, invece l’abbiamo ribaltata e abbiamo raggiunto la qualificazione. Innanzitutto in Champions c’è ancora una partita, poi dobbiamo pensare al campionato. Anche se le altre squadre stanno sbagliando qualcosa, questo non significa che noi possiamo pensare di permetterci di poter giocare senza la giusta cattiveria».

Pochi spazi per il palleggio, sul terreno del Sanchez-Pizjuan: «Nel secondo tempo ci siamo fatti ingolosire tutti da questi palloni in profondità, e siamo riusciti a trovare gli spazi per palleggiare meglio soltanto dopo il secondo gol. A quel punto, loro si sono aperti e siamo riusciti anche a segnare il terzo. Questa squadra ha una tale qualità che sicuramente può e deve migliorare, al di là degli uomini che scendono in campo. Abbiamo una rosa completa e di alto livello, ma è normale che dopo i primi tre mesi, tra campionato, coppe e Nazionali, si arrivi in un periodo in cui i giocatori possano iniziare a sentire un po’ di stanchezza. Per quanto riguarda me, è un po’ dura giocare partite ogni tre giorni, non è ancora semplice perché muscolarmente ho momenti di difficoltà in cui mi si appanna la vista. So che devo lavorare: è stato un infortunio lungo, ma sono felice di come stanno andando le cose».

Quel rigore, e poi la gioia di tornare ad esultare dopo una palla che si infila in rete: «Al momento del rigore, pensavo soltanto a tenerla più bassa possibile, perché il campo non era bello, e c’erano tante buche, quindi avevo paura di alzarla troppo. Poi quando ho calciato, sono stato fortunato perché la palla è passata sotto il braccio del portiere ed è entrata. E’ stata un po’ una liberazione, perché dopo tutti questi mesi vedere la palla dentro e andare a festeggiare un gol è stato sicuramente bellissimo».