PAGELLIBUS / Siviglia-Juve 1-3

Le sceneggiate di Maurizio Battista alias Sampaoli e la vittoria inspiegabile

Buffon 6
Pochi impegni e pochi spaventi, sul gol sembra partire in ritardo, ma probabilmente non vede partire il tiro.

Dani Alves 6
Si fa tagliare fuori su una verticalizzazione del Siviglia in maniera netta.
Poi svaria e ci mette la faccia, che è quello che serviva in una serata del genere.
Corre incontro alla palla cercando di mettere giù un’idea che sia una: l’impegno è apprezzabile.

Rugani 6
La personalità ancora manca ma solo in parte, fa il suo e accompagna la squadra in tutti i movimenti, anche quelli offensivi. A 22 anni ci sta. Buona partita per un giovane che finalmente riesce a trovare spazio in Champions.

Bonucci 7
Bonucci è uno dei migliori difensori europei, e lo è da qualche anno ormai.
La partita di stasera è la conferma e il gol è solo un dettaglio (d’autore) in una prestazione di personalità, quella che se avessero tutti forse vedremmo un’altra Juve.

Evra 6
Patrice è un assegno sempre coperto. con pochi zeri, ma coperto.

Khedira 5,5
Partita ordinata, ma soffre soprattutto nel primo tempo, il ritmo del Siviglia. Poi quasi sfiora un gol meraviglioso.

Marchisio 7
Ci mette personalità, ordine, è uno dei pochi che sembra mantenere la bussola nel caos dei primi 45 minuti. Batte (male) il rigore più importante della sua carriera, segnandolo, in uno dei momenti più delicati della stagione.

Pjanic 4,5
La cosa migliore la fa all’83º quando per velocizzare l’ingresso di Kean esce dalla linea di fondo.

Cuadrado 6
Esterno d’attacco insieme ad AS punge il Siviglia, anche se con poco ordine: mette male i cross, sbaglia quasi tutte le decisioni ma almeno giocando largo costringe gli spagnoli a seguirlo e ai falli.

Alex Sandro 6
Non è preciso come suo solito, sbaglia alcuni appoggi facili, ma resta un pensiero fisso nei difensori del Siviglia.

Mandzukic 5,5
A segno da 3 partite consecutive, stasera spreca male almeno 2 occasioni, una per tempo, che avrebbero
spinto la partita verso mari più tranquilli.

Sturaro 5,5
Va a fare l’ala. E questa sarebbe già un’ottima battuta così, senza aggiunte.
Poi da ala sbaglia tutti i passaggi possibili.

Chiellini SV
Il tempo di una strattonata in area che poteva costare carissimo in una serata calda e balorda come questa.

Kean SV
Benvenuto anche in CL “ragazzo del futuro”, ma ti avvertiamo che la strada è tutta in salita per te, con quei modi da teddy boy e quella colpa imperdonabile che ti porti dietro di avere i genitori separati.

Allegri 5
La partita è surreale e sono in difficoltà: dovessi spiegare e spiegarmi come caspita siamo riusciti a vincere… non ce la farei.
Il primo tempo lo passi a fare NO con la testa: una squadra senza idee in balia degli episodi, comincia bene, poi dopo il gol si perde.
Il Siviglia non crea moltissimo (ma in CL basta poco per compromettere una partita o una qualificazione) e non lo fa perché non è eccelsa, ma ad oggi la Juve è una squadra senza gioco, che si affida per lo più alle lune dei singoli.
Le assenze possono essere un’attenuante, ma debole.
Passa il girone, missione compiuta, sul come ne ragioneremo poi.

Clattenburg
Non do il voto all’arbitro, ma si guadagna una nota di merito. In uno stadio caldissimo, un ambientino aizzato a dovere dall’allenatore del Siviglia, il comico Maurizio Battista, il sig. Mark Clattenburg dimostra di avere gli attributi per dirigere partite difficili;
Non si fa intimorire, anzi, dà un rigore coraggioso che avrebbe potuto far finta di non vedere e non si fa il problema di ammonire la seconda volta Vasquez. Nella speranza che non resti chiuso come Aldo Giovanni e Giacomo negli spogliatoi per giorni, o come Paparesta al Granillo…
Mi ha ricordato Webb, a Firenze nel 2014, ritorno degli ottavi di EL, quello del popolo viola che voleva l’arbitro straniero, e fù accontentato, col secondo giallo a Gonzalo Rodriguez… la distanza della barriera fatta rispettare e il gol di Pirlo.

Sturaro e i suoi fratelli (o zii?) nelle trasferte di coppa

Sturaro e i suoi fratelli (o zii?) nelle trasferte di coppa

Insuperato animatore delle altrimenti noiosissime conferenze stampa pre-partita, per lo più sagre del luogo comune, Massimiliano Allegri ha svegliato dall’abbiocco tutti gli uditori della presentazione di Siviglia-Juve buttando lì la suggestione di Sturaro in un ipotetico/fantomatico “tridente”, a fronte dell’assenza di Higuain e delle conseguenti varianti tattiche. Di primo acchito l’accostamento delle parole “Sturaro” e “tridente” nella stessa frase è parso provocatorio dadaismo, frutto della non sempre trattenuta vena satirica dei livornesi: in fondo “boia deh Sturaro nel tridente!” potrebbe essere un buon titolo per il Vernacoliere. Ma a un’analisi meno superficiale viene in mente qualche possibile declinazione meno rozza dell’impiego del nostro (senza necessariamente auspicarlo, sia chiaro) e soprattutto qualche reminiscenza passata ove ravvisare gli antecedenti di una simile scelta. Come i meno giovani ricorderanno ci fu un tempo in cui vigeva il dogma – più giudizioso che reazionario – per cui fuori casa si andava limitare i danni e in casa si “faceva” la qualificazione: non è perciò infrequente, a ripercorrere i tabellini delle nostre trasferte europee, qualche impennata di sopracciglia. Ad esempio nel 74-75 ci presentammo a Edimburgo con l’improbabile coppia di interni Cuccureddu-Gentile, e se è vero che il primo solo da poco stava arretrando il suo raggio d’azione e l’anno prima, da mezzala, aveva messo a segno ben 12 gol, il secondo col 10 dovette fare già al tempo uno strano effetto; sempre Cuccu veste il 7 nella sfortunata trasferta di Monchengladbach (2-0 senza colpo ferire) ma in presenza di tre punte nominali (Anastasi, Gori e Bettega). Protervo, spregiudicato offensivismo al cospetto del mitico Trap, che fin dalla sua prima stagione portò a vette sublimi la teoria sopra enunciata, proponendo spesso degli schieramenti “da trasferta” con interpreti atipici. Così nella vittoriosa cavalcata UEFA del 76-77 troviamo il centrocampista Alberto Marchetti “falso 11” a Manchester contro il City (sconfitta di misura ribaltata a Torino), un glorioso Cuccureddu “falso 7” al posto di Causio nell’ostile Magdeburgo, espugnata grazie anche a un gol del sardo, e ad Atene nella semifinale di ritorno con l’AEK. La memorabile finale di Bilbao al ritorno fu giocata invece in formazione-tipo, ma quando l’assedio assunse i contorni di Fort Alamo ossia nell’ultima mezzora il prode Bonimba fu rimpiazzato da Spinosi…Nel 78-79 ritroviamo Gento finto 10 qualche anno dopo in una disgraziata trasferta a Glasgow, nella quale Trapattoni volle evitare spargimenti di sangue tenendo fuori Benetti, che se le era promesse con un paio di scozzesi: mossa che ci costò la repentina eliminazione dalla Coppa dei campioni.

Nel 79-80 ecco di nuovo il versatile Cuccu col 7 a Rijeka per un sobrio 0-0, e Gentile recidivo interno a Higbury contro l’Arsenal, un 1-1 gagliardo per una Juve che avrebbe meritato di più, e che però purtroppo volle praticare al ritorno la speculazione sul pareggio con gol, soccombendo a due minuti dalla finale…

Nell’80-81 in Polonia fra Causio e Marocchino, concorrenti per il posto da ala destra, la spunta Verza, ma mal ce ne incoglie e ne buschiamo 3 dal Widzew di Boniek (che passerà ai rigori a Torino), mentre l’anno dopo l’infiltrato ha la zazzera bionda di Massimo Bonini, schierato con l’11 in entrambe le trasferte, tuttavia conclusesi ambedue con la sconfitta. Più ortodossi, noblesse oblige, gli schieramenti nella coppa campioni 82-83, in cui tutt’al più il Trap si concede un cambio Rossi-Prandelli al 45° di Widzew-Juve di ritorno, che ci portò alla fatale Atene. L’anno successivo stratagemma più pagante nella semifinale d’andata di Manchester, con il proverbiale 7 sulle spalle di Prandelli e 1-1 da programma (con successo al cardiopalma al ritorno e finale vittoriosa col Porto), mentre nella coppa campioni vinta nell’84-85 le due sortite più insidiose vengono affrontate in assetto regolamentare anche se si disse al tempo che fino a pochi minuti prima di scendere in campo a Bordeaux, benché forti di un 3-0, il mister avesse vagheggiato (salvo poi forse vergognarsene lui stesso) Pioli al posto di Paolo Rossi! E però chissà se una scelta così radicale ci avrebbe risparmiato qualche sofferenza (Rossi d’altronde in partita fu rimpiazzato come spesso dal solito Prandelli), e gli straordinari a Luciano Bodini che ci salvò la pelle con la sua miglior partita di sempre… In seguito questi exploit non si ripeteranno se non sporadicamente (chi si ricorda, in una pessima trasferta a Tenerife nel 93-94, la rara apparizione del meteorico terzino Francesconi finta ala?) dopodiché Lippi sovvertirà radicalmente l’approccio al punto di incarnare l’opposto esatto di Trapattoni, come quando a Dortmund dopo il prematuro infortunio rimpiazzò Kohler con Di Livio (!), e più avanti neppure Capello, additato come bieco difensivista da molti tifosi ingrati, derogò mai formalmente a interpreti canonici del suo 4-4-2.

E insomma, per quanto ci aspettiamo ragionevolmente Cuadrado e Alex Sandro sulle corsie, e i numeri di maglia abbiano perso in larga parte il loro significato, uno Sturaro “falso 7”in versione rubapalloni con licenza d’inserimento e magari di gol non sarebbe un inedito così blasfemo. Se così dovesse essere, che dei diversi spiriti non tutti propizi su di lui aleggi quello del grande Antonello Cuccureddu. Anche se i nostalgici dei gloriosi 70/80 proverebbero gusto anche con formazione più offensiva all’inizio, golletto e valorosa difesa con sostituzione prandelliana, magari con lo stesso Sturaro.

Tanto, non ne vorrete a noi vecchi trapattoniani, la cosa che conta alla fine è sempre una sola…