Statistiche e magie in Torino – Juve
Quando un calciatore che sposta gli equilibri manca dal campo per un periodo di campo prolungato, a volte bastano anche uno o due mesi d’assenza, e la squadra riesce comunque a mantenere un buon ruolino di marcia, si tende in un certo modo ad abituarsi alla sua assenza, a capire che la squadra può girare anche senza di lui convincendosi che la nuova “normalità” sia proprio quella. E’ il caso della Juventus e di Dybala: con la Joya assente per 6 giornate consecutive in campionato, 5 gare vinte e una persa, il gioco standard dei bianconeri era diventato quello col doppio pivot Higuain-Mandzukic, con la fantasia deputata ai lampi di Pjanic e agli strappi di Cuadrado, una Juve obiettivamente non bellissima da vedere ma sicuramente efficace, risultati alla mano. La “normalità” sulla quale ci si era appiattiti è stata spazzata via dai 23 incredibili minuti della Joya nel Derby della Mole, il cui ingresso ha spaccato in due la partita e ricordato a tifosi e compagni di che razza di giocatore stavano facendo a meno. Andiamo ad analizzare più nel dettaglio la sua partita.
Subentrato al posto di Mandzukic, nonostante la presenza di Cuadrado Paulo si è sistemato sulla sua mattonella preferita, quella sul centro-destra, come al solito senza disdegnare qualche rientro a centrocampo per aiutare la squadra in fase di costruzione. In 19′ più 4′ di recupero (decisamente meno quelli effettivi visti i tanti falli nell’ultima fase della gara) Dybala ha completato 10 passaggi su 10 e un dribbling su 2, giocando in totale 14 palloni, ma a far davvero paura è il dato relativo ai Key Pass: 3 in 24 minuti, 3 su 10 appoggi totali, 3 sui 13 totali della Juventus. Fate un po’ voi le impressionanti percentuali.
La prima perla dell’asso argentino arriva al minuto 88′: palla ricevuta sull’out di destra, scarto verso l’interno con l’esterno del piede, tracciante arcuato e chirurgico a servire il movimento di Higuain, che davanti a Hart spara clamorosamente alto. Da vedere e rivedere il modo in cui un singolo giocatore può far sbandare con due giocate tre difensori granata in un colpo solo (a partire da 1:28).
Giocata d’alto livello, ma che scompare di fronte a quella che arriva appena 3 minuti dopo; dal cambio di direzione con la suola alla discesa lungo la fascia, dalla testa alta nel puntare e beffare tre giocatori in un colpo solo al cioccolatino depositato sui piedi del Pipita (qui in versione Sciagurato Egidio, forse finalmente sazio dopo la doppietta? 😀 ), tutto in questa azione ricorda quel suo compagno di nazionale che indossa il numero 10.
Se nelle prime due clip a emergere è il talento di Dybala, qui vanno apprezzate la grinta e lucidità nel fare la giocata giusta: il 21 brucia tre granata semi-assopiti e si avventa prima di tutti sulla ribattuta, poi freddo, non smanioso di tornare al gol, resiste alla ghiotta tentazione di andare al tiro e serve il meglio posizionato Pjanic, che in due tentativi realizza il 3-1 che chiude i giochi.
Un rientro da predestinato? Una partita su livelli eccezionali? No, la splendida normalità di Paulo è questa e non vediamo l’ora di abituarci nuovamente ad essa.