È il momento di risparmiarsi le possibili morali di lana caprina, quindi il primo tempo del Matusa, le forzature su Chiellini, i nasi stropicciati per Morata, i retropensieri sul 352 fin quando arriva ciò che deve arrivare e ci si dimentica di tutto. Detto ciò, Frosinone non era una cosa scontata e la formazione scelta da Allegri certifica che quando ci si trova alla guida della Juventus non è il caso di lasciarsi prendere la mano con le elucubrazioni (legittime e pungolanti invece se lette su siti ragionevoli, social networks e forum moderati a dovere). Che poi si sia tornati a vedere una squadra irresistibile appena le maglie avversarie cedono leggermente nei tessuti, è un buon segnale perché allora ha ragione chi ricorda che Udine e Verona sono state delle dolci parentesi e che andando a rivivere per intero questo record di vittorie invece il concetto è sempre stato la pazienza (con qualche correttivo in corsa che ha aiutato Allegri a capire meglio gli angoli e i tombini della rosa a disposizione). L’esuberanza della ripresa di Frosinone vale comunque doppio perché l’enormità di tanti dei singoli in campo ha lavorato di gruppo. Diventando più di una somma, e quindi una slavina irrefrenabile per l’architettura cadetta di Stellone (che mai avrei pensato poter diventare un allenatore tutto sommato serio, anche negli atteggiamenti a bordo campo).
Su una serie di punti però ci si potrebbe anche iniziare a esporre, e non solo come spunto di discussione. Si tratta di vere e proprie operazioni di squadra, di società, di spirito:
Prendere subito Blanchard (mastino tutto italiano che sa dare tutto con un qualche cosa pure di esotico per i tanti esterofili per i quali i difensori sono uguali agli attaccanti).
Metterlo in camera con Barzagli durante il ritiro, perché alla Juve di interventi non ne servono venti, ma uno o due. (Vedi partita).
Riscattare Cuadrado mandando lui a trattare visto che a fine pregherà ogni sera per la sua permanenza a Torino.
Riconfermare contestualmente Lichtsteiner, se pensi che un giorno potrà anche giocare da centrale. Certo, se l’ha fatto Birindelli… ma lasciamo perdere. Oppure proporre scambio alla pari con Darmian allo United o chiudere gli occhi e incrociare le dita sul nome di De Sciglio visto che intriga l’intero palazzo di corso Galileo.
Evitare di pensare al dopo Chiellini dopo aver a lungo riflettuto, inutilmente, sul dopo Barzagli. Anche se un nome, da pescare nell’attuale Serie A, ce l’avrei. Al momento, però, è impronunciabile.
Dire le cose come stanno a Evra. Una si chiama Alex e l’altra Sandro. Nonostante che se ci fosse domani una finalissima bis di Champions la giocherebbe ancora il francese (l’ultima, ovviamente).
Ah, visto che al Chelsea ci andrà Conte, motivo in più per mandare Cuadrado a spiegare le cose. Se invece ci va a sopresa Allegri (che avrebbe certamente preferito l’Old Trafford) è tutto più semplice. Basterà alzare il telefono.
Verificare prima o dopo Rugani nel ruolo di Bonucci. Poteva essere un’idea per Frosinone, si dice. Per capire se il futuro, in termini di certezze, è adesso. Per sapere se l’unico ruolo dove apparentemente non c’è il sostituto è davvero tale. Perché tra tre con Rugani e quattro senza, Allegri oggi forse opterebbe per la seconda (e non solo Allegri).
Convincersi, una volta per tutte, soprattutto dal lato tifosi, che il numero di calciatori invidiati al Bayern è all’incirca pari a quelli che loro (società) invidiano a noi.
Pensiamoci bene prima di scegliere l’uomo che manca davvero a questo centrocampo. Pensiamoci bene dopo aver capito meglio Khedira e aver fatto tanti contrasti con Sturaro.
Luca Momblano