La Juve mette in cassa la 14ª vittoria consecutiva e tiene il passo del Napoli. La più complicata del filotto forse, resa tale più che altro dalla poca determinazione mostrata dalla Juventus contro il Frosinone.
Il Buono – Di buono per la Juve è stato solo il risultato. E non perché non meritava di vincere, ma semplicemente perché ha regalato una prestazione sottotono, scialba e poco incisiva. Vero, non ha rischiato niente (nessun tiro in porta subito) ma basta ricordare la partita d’andata per entrare in campo con un diverso piglio. Buono, anzi ottimo è stato Cuadrado (per la seconda partita consecutiva) che, oltre al gol, ha regalato un’altra super performance: 20 duelli vinti su 25 affrontati, 5 occasioni create e 6 palloni recuperati. Il colombiano vive un momento di grazia e per Allegri sarà dura lasciarlo fuori in vista del Napoli. Altro compito arduo arriva dalla fascia opposta con Alex Sandro sempre più padrone di quel corridoio verde. Rosi e Chibsah ne sanno qualcosa, ma anche Evra un’idea ormai se l’è fatta. Bellissimo infine è stato il gesto di Buffon nel mettere la palla fuori e permettere così al giovane Favilli (19 anni) di fare il suo esordio in serie A con la maglia bianconera. La fascia al braccio è facile indossarla, per tutti, ormai i capitani cambiano quasi ogni partita. Poi c’è quella fascia morale, di ferro che serve a tenere unito il gruppo e dare l’esempio e sono sempre meno quelli a saperla portare, pochissimi.
Il Brutto – Brutta è stata la presunzione della Juventus con la quale ha affrontato il Frosinone. Pogba spesso lezioso, Morata sgridato non poco da Allegri e un atteggiamento superficiale generale che ha rischiato di compromettere la partita. Nel primo tempo il picco: attaccanti statici, pochi i movimenti, zero gli inserimenti. Fattori che il Frosinone ha usato a proprio vantaggio chiudendo bene gli spazi e marcando “facilmente” Morata e Dybala. La paura stanchezza è stata subito spazzata via nella ripresa, quando, pian piano, i valori tecnici delle due squadre hanno fatto la differenza. Il tempo stringeva e Allegri gridava. Alla fine, Cuadrado e compagni hanno deciso di pigiare sull’acceleratore. Brutto è l’infortunio di Chiellini (difficile il suo rientro col Napoli), l’ennesimo della Juventus che a ogni successo perde un uomo, un po’ come se vittorie e infortuni viaggiassero su due rette parallele.
Il Cattivo – Cattivissimo è stato Massimiliano Allegri, con i suoi, con Morata, con se stesso. Il tecnico livornese più volte mimava di usare la testa, più volte imprecava rivolgendosi alla propria panchina e al “povero” Landucci. Cattivo in campo, l’unico, è stato Marchisio. Tra errori, passaggi sbagliati e il ping pong nella trequarti del Frosinone, l’8 bianconero si è contraddistinto per senso della posizione e chiusure efficaci stroncando sul nascere le ripartenze dei ciociari. Più cattiva dev’essere la Juve se vuole scavalcare il Napoli nel prossimo match che le vedrà una difronte all’altra. Una gara che non deciderà il campionato ma che regalerà tante risposte interessanti perché, a differenza degli altri anni, c’è un Napoli più organizzato, più consapevole e incisivo che viaggia spedito. E alla Juve servirà tutta quella concentrazione che non ha messo al Matusa.
Damiano Giordano