Dalla batosta di Napoli alla settima di Shanghai
La Supercoppa Italiana 1990 – Napoli-Juventus 5 a 1
La prima volta è una legnata storica. I Campioni d’Italia del Napoli polverizzano le ambizioni della primissima Juve di Maifredi, vincitrice della Coppa Italia con Dino Zoff, rispedendola a Torino sotto una montagna di reti. Silenzi è un pennellone fresco capocannoniere di serie B con la Reggiana e farà bene anche dopo in maglia granata, stavolta del Torino. Nel Napoli, invece, deluderà (solo sei le reti in due campionati), ma la sua prima al San Paolo in quel 1° settembre 1990 è con i fiocchi. Due reti alla Signora sono sue, altre due le autografa Careca, un’altra ancora Crippa e non basta il gol all’esordio di Roberto Baggio per evitare una figuraccia. Il finale non ammette giustificazioni. Il Napoli con un rotondissimo 5 a 1 (8° Silenzi, 11° Careca, 39° R. Baggio, 44° Crippa, 45° Silenzi, 71° Careca) porta a casa il trofeo.
La Supercoppa Italiana 1995 – Juventus-Parma 1 a 0
È’ il 17 gennaio 1996 e la Juventus, stavolta nella sua veste di Campione d’Italia, affronta il Parma (finalista della coppa Italia vinta sempre dalla Juve) a Torino per la finale di Supercoppa Italiana. Nel gelo di uno stadio quasi vuoto è Del Piero a confezionare un delizioso assist da destra per Ravanelli che impegna di testa il portiere avversario Bucci, prima che Vialli sospinga in rete a porta vuota il pallone del gol dell’1 a 0 (33° Vialli). In dieci dal 40° per l’espulsione di Peruzzi e nella nebbia sempre più fitta che scende ad avvolgere il Delle Alpi, la Juve stringe i denti e si aggiudica così la prima Supercoppa Italiana della sua storia.
“Nella nebbia spunta la Juve” (La Stampa, 18 gennaio 1996)
La Supercoppa Italiana 1997 – Juventus-Vicenza 3 a 0
Il 23 agosto 1997 al Delle Alpi di Torino è in palio la Supercoppa Italiana tra i Campioni d’Italia della Juventus e il Vicenza, ultima vincitrice della coppa nazionale. Perso malamente il Berlusconi, la stampa s’inventa difficoltà d’intesa tra Del Piero ed il nuovo arrivato Pippo Inzaghi, tanto da costringere il numero 10 bianconero a prendere posizione a poche ore dalla partita con i veneti: “vi do una notizia, sposo Inzaghi e non se ne parla più. Ci sono difficoltà perché in questo periodo le cose funzionano un giorno bene e l’altro no, ma ci conosciamo da tre anni e non esistono screzi tra di noi”.
“Del Piero: «io e Inzaghi oggi sposi. Nessuno screzio, dateci tempo fino a Natale»” (La Stampa, 23 agosto 1997)
Dopo un bel primo tempo dei veneti, a colpire per primo è proprio Inzaghi ad inizio ripresa. Il cross dalla sinistra sul secondo palo di Pessotto è con il contagiri, Superpippo in scivolata anticipa tutti e colpisce al volo a non più di sei metri dalla porta. Il palo e poi la smanacciata di Brivio respingono la sfera, ma il numero 9 è prontissimo ad inchiodarla al suo destino in fondo al sacco con un collo destro stavolta letale. Sette minuti e da magnifico predatore d’area di rigore, Inzaghi si ripete, incrociando al volo con l’interno del destro un perfetto assist in caduta di Conte da sinistra. In chiusura, il neo bomber bianconero ricambia il favore al compagno, appoggiandogli un bel pallone fuori area, trasformato in rete dal centrocampista salentino con un violento esterno destro in corsa da più di venti metri per il rotondo 3 a 0 finale (49°, 55° Inzaghi, 80° Conte) con il quale la Juve si aggiudica la seconda Supercoppa Italiana della sua storia.
“Superpippo, Supercoppa” (Tuttosport, 24 agosto 1997)
“Festival Inzaghi: è Supercoppa Juve” (La Repubblica, 24 agosto 1997)
La Supercoppa Italiana 1998 – Juventus-Lazio 1 a 2
Il 29 agosto 1998, la Juventus Campione d’Italia si gioca la Supercoppa al Delle Alpi di Torino contro la Lazio, vincitrice della coppa nazionale. In dieci per il rosso ad Inzaghi per doppia ammonizione, è Del Piero, quando mancano spiccioli di partita, a procurarsi il rigore che pareggia il vantaggio iniziale degli avversari. La botta d’interno destro sotto la traversa è imparabile per il portiere. Ma in pieno recupero la Lazio si riporta in vantaggio, fissando il risultato sul definitivo 2 a 1 (37° Nedved, 86° Del Piero r., 90°+4 Sergio Conceiçao), che le consente di aggiudicarsi il trofeo.
La Supercoppa Italiana 2002 – Juventus-Parma 2 a 1
Il 25 agosto 2002 la Supercoppa si gioca a Tripoli e la Juventus sfida il Parma. Trentotto minuti e i torinesi passano. Il servizio smarcante di Salas è delizioso e Del Piero entra in area dal lato destro del fronte d’attacco facendo scorrere il pallone. La botta di collo sinistro rasoterra scagliata dai dieci metri è potente e imparabile. Nella ripresa, un gran sinistro di un attivissimo Di Vaio (per pochi giorni ancora con i ducali) riapre la partita, che uno scatenato Del Piero richiude poco dopo girando d’interno destro sottoporta un cross basso di Zalayeta al termine di una splendida galoppata sull’out destro dell’uruguaiano. Il 2 a 1 finale (38° Del Piero, 64° Di Vaio, 73° Del Piero) permette a Capitan Del Piero di alzale la terza Supercoppa Italiana che entra nella bacheca bianconera.
“Alex è tua” (Tuttosport, 26 agosto 2002)
“Re Del Piero a Tripoli fa già grande la Juve” (La Stampa)
“Del Piero l’africano. Alex firma la Supercoppa” (Corriere della Sera)
La Supercoppa Italiana 2003 – Juventus-Milan 5 a 3 d.c.r.
La Supercoppa Italiana è prevista prestissimo (3 agosto) e l’inizio della nuova stagione, fissato per il 18 luglio, comincia con una sorpresa. All’appuntamento fissato per le 8 e 30 di mattina presso la Sisport, il pullman che deve condurre la squadra fino a Chatillon per il raduno è quasi al completo. Chi manca è Camoranesi il quale, senza alcun preavviso, raggiunge i compagni nella valle aostana solo alle 17 e 30, essendo atterrato a Caselle alle 15. Luciano Moggi va su tutte le furie, blocca alle auto il portone d’ingresso della scuola alberghiera, costringendo l’italo-argentino a proseguire a piedi con il trolley fino all’hotel e poi, in sala stampa sbotta gelando i presenti: “Thuram e Appiah non ci sono perché hanno il permesso, Camoranesi se l’è preso da solo. Gli insegnerò come ci si comporta in casa d’altri: siamo i suoi datori di lavoro e dovrà conquistarsi tutto. Dovrà dimostrare cosa vale come uomo e poi noi dimostreremo a lui quanto valgono le nostre promesse. Diamo e chiediamo rispetto, invece Camoranesi ha fatto il comodo suo. Perciò gli farò avere la multa più pesante e se non gli piace è libero di andarsene, cercheremo qualcun altro . . .”. (La Stampa, 19 luglio 2003). Eccessiva o meno, di certo la sparata del Direttore, oltre che bacchettare violentemente l’ala, serve a lanciare un monito valido per tutti.
Qualche giorno e si vola negli Stati Uniti per la “Champions Worlds Series”. A poche ore dal match del 31 contro il Manchester United, valido per lo stesso trofeo, Luciano Moggi fa il punto della situazione sui casi più spinosi: “A Camoranesi abbiamo dato una multa che non dimenticherà facilmente (n.d.r. 60.000 euro). Adesso è tutto nostro e gli insegneremo come ci si comporta. Ha un carattere particolare, non se ne andrà … non abbiamo fissato date per Trezeguet che fino al 2005 non ha problemi …”, poi sulla sfida per la Supercoppa Italiana in palio dopo qualche giorno aggiunge: “c’è in palio il primo trofeo della stagione. Se ricordo il 28 maggio? Purtroppo si. Può darsi che anche stavolta perdiamo ai rigori e non sarebbe un disonore. Ma perché non dovremmo vincere noi?”
A New York, con gli inglesi, il dolore non è per la sconfitta ma tutto per la notizia della morte dell’avv. Vittorio Caissotti di Chiusano, grande professionista, juventino vero e Presidente della società torinese.
Subito dopo, al Giants Stadium, la finale della Supercoppa Italiana tra la Juventus e il Milan. È in pratica la rivincita della finale di Champions della precedente stagione calcistica e la partita, stavolta, è piacevole, ma i tempi regolamentari terminano nuovamente a reti bianche. Allo scadere del primo tempo supplementare è Pirlo, con un cucchiaio su rigore, a portare in vantaggio i rossoneri. I bianconeri reagiscono e, messa palla al centro, colpiscono immediatamente con Trezeguet, rapace nel deviare la sfera nella porta sguarnita, dopo la corta respinta di Abbiati sul bel colpo di testa di Legrottaglie. Con l’1 a 1 (105°+2 Pirlo r., 105°+3° Trezeguet) le squadre si giocano la coppa ai rigori. Stavolta è la Juventus a prevalere 5 a 3 grazie alla parata di Buffon sul penalty di Brocchi, mentre tutti i bianconeri (Di Vaio, Trezeguet, Birindelli, Camoranesi, Ferrara) mettono a segno i propri. La Supercoppa Italiana è per la quarta volta bianconera.
“Juve, la rivincita è ai rigori” (Corriere della Sera, 4 agosto
“Vendetta Juve. Trionfo in Supercoppa” (Tuttosport)
La Supercoppa Italiana 2005 – Juventus-Inter 0 a 1 d.t.s.
Il 20 agosto 2005, nella finale di Supercoppa Italiana, la sfida a Torino tra la Juventus (Campione d’Italia) e l’Inter (arbitro De Santis, no così, giusto per ricordarlo) è bellissima, con occasioni che fioccano da entrambe le parti, ma la chicca è il gol annullato a Trezeguet per fuorigioco inesistente. Lo 0 a 0 al termine dei 90 minuti, impone i supplementari, nei quali la spunta l’Inter con un gol di Veron. Con l’1 a 0 (96° Veron), la Supercoppa è nerazzurra.
La Supercoppa Italiana 2012 – Juventus-Napoli 4 a 2 d.t.s.
Allo stadio Olimpico di Pechino, l’11 agosto 2012, Juventus (Campione d’Italia) e Napoli si sfidano per l’assegnazione della Supercoppa Italiana. Ventisette minuti e Cavani, lanciato tutto solo verso la porta, al secondo tentativo buca con una puntata Buffon per l’1 a 0. Dieci minuti e Vidal sventaglia da destra per l’accorrente Asamoah. La battuta al volo con il mancino del ghanese è meravigliosa e secca De Sanctis sul primo palo. L’1 a 1 dura lo spazio di un mattino. Pandev con uno scavetto manda la sua squadra negli spogliatoi con il 2 a 1 in tasca. Vucinic nella ripresa spolvera la parte inferiore della traversa, la Juve prova e riprova e, proprio quando la porta di De Sanctis sembra stregata, Fernandez stende Vucinic. Vidal è tranquillissimo, spiazza il portiere e trasforma il penalty del 2 a 2 . Domina la Juve, ma si va ai supplementari, non prima del rosso a Pandev che lascia i suoi in 10. Nell’extra time, Zuniga fa la fine del macedone raggiungendolo anzitempo negli spogliatoi e la Juve azzanna senza umiliarlo l’avversario. Maggio anticipa il suo portiere e lo beffa per il 3 a 2, Vucinic, tutto solo a centro area, invitato dal delizioso esterno di Marchisio al volo, fredda di piatto il portiere per il 4 a 2 (27° Cavani, 37° Asamoah, 41° Pandev, 74° Vidal r., 97° Maggio aut., 101° Vucinic) che vale la quinta Supercoppa Italiana della storia bianconera, alzata al cielo per la prima volta da Buffon Capitano. Per gli avversari, in segno di protesta rimasti negli spogliatoi senza ritirare le medaglie e rendere onore ai vincitori, solo compatimento per la scarsissima sportività dimostrata.
“Sempre Juve” (Tuttosport, 12 agosto 2012)
La Supercoppa Italiana 2013 – Juventus-Lazio 4 a 0
Per volere della Juventus, la finale della Supercoppa Italiana quest’anno non si gioca a Pechino. Pur essendo concessa contrattualmente tale possibilità, si scatenano polemiche furibonde. Per metterle a tacere, il 18 agosto 2013 si gioca all’Olimpico di Roma, praticamente in casa della squadra che ha vinto la Coppa nazionale (mai accaduto): la Lazio. Poco male, così c’è molto più gusto. Ventitré minuti di sostanziale equilibrio, poi a suonare è l’orchestra bianconera. Mozart Pirlo dai trenta metri è pronto a calciare una punizione direttamente verso la porta. A sorpresa, apre il gioco a destra per Lichtsteiner, che crossa basso. Deviata dal piede nemico di Radu intento, invano, a far stonare il coro, la sfera è arpionata nei pressi del dischetto da Pogba, da due minuti in campo per l’acciaccato Marchisio (problemi ad un ginocchio). La torsione del francesino facendo perno sulla gamba destra ben salda sul terreno, prepara l’acuto del giovane tenore. Il sinistro è secco, batte Marchetti e porta i bianconeri in vantaggio. Ora in campo c’è una squadra sola che azzanna la partita ad inizio ripresa con 5 minuti di fuoco. È una ripartenza bianconera fulminante a bruciare i biancocelesti. Pirlo porta palla finché può, poi serve Vidal qualche metro di fianco. Da dietro il centrocampo, il cileno vede Lichtsteiner lanciato sulla destra e lo serve in corridoio. Entrato in area, lo svizzero serve basso Chiellini, sganciatosi fin lì, che da pochi passi fredda il portiere e fa 2-0. Due giri di lancetta e Licht prende la scena tutta per sé. Lo svizzero parte come un treno tagliando il campo da destra verso il centro, serve Vucinic che gli restituisce la sfera con il tacco e, senza fermare la sua corsa, appena in area fredda Marchetti con un vellutato tocco d’esterno destro. Deborda la Juve nel passeggiare sui resti della, fin lì temuta, banda Petkovic e al termine di un’inarrestabile azione corale, al minuto 57 seppellisce la partita. Lo svizzero, servito ancora di tacco da Vucinic, impegna il portiere in una parata in volo, che crea una ghiotta occasione per la testa di Pogba. Ancora parata di Marchetti, palla nuovamente al francese che libera il sinistro dell’accorrente Tevez, implacabile nel siglare il 4 a 0 finale (23° Pogba, 52° Chiellini, 54° Lichtsteiner, 57° Tevez). Gioco, partita, incontro e sesta Supercoppa nazionale dell’insaziabile Vecchia Signora del calcio italiano, alzata al cielo con orgoglio dal suo Capitano Gigi Buffon.
“Paradiso Juve” (Tuttosport, 19 agosto 2013)
La Supercoppa Italiana 2014 – Juventus-Napoli 7 a 8 d.c.r.
A Doha, in Qatar, Juventus (Campione d’Italia) e Napoli si sfidano il 22 dicembre 2014 per l’assegnazione della Supercoppa Italiana, trofeo che normalmente anticipa l’inizio del campionato, stavolta posticipato a chiusura dell’anno solare della stagione calcistica. Cinque giri di orologio ed il retropassaggio di testa di Lopez è preda di Tevez. Sulla sfera si catapultano Koulibaly e Albiol i quali si scontrano goffamente lasciando la prateria all’Apache. Entrato in area, l’argentino fredda Rafael sul suo palo e la Juve è in vantaggio. La sfida è vivace, Hamsik stampa anche un palo ma il tempo si chiude con la Juve in vantaggio. Ritmi bassissimi a inizio ripresa, i bianconeri si siedono e lasciano campo agli avversari, troppo. Higuaín accarezza la sfera che bacia il palo lontano, poi Vidal pasticcia, De Guzman ne approfitta e si invola a sinistra, supera Pereyra appena subentrato a Pirlo e centra sulla testa di Higuaín che, stavolta, non perdona e fa 1 a 1. La partita è aperta a ogni risultato. La coppa si deciderà ai supplementari. Forse. C’è solo la squadra bianconera ora in campo, con Tévez, Pereyra, Pogba e Llorente vicini alla rete, sfiorata per davvero da Vidal con un destro a botta sicura sul cross arretrato di Evra, respinto sulla linea da Koulibaly. Ha ripreso in mano la partita la squadra torinese ed il colpo del k.o. sembra arrivare ad inizio secondo tempo con il prepotente affondo di Pogba ed il suo appoggio laterale per Tevez un passo dentro l’area. L’argentino si fa scorrere la palla tra le gambe ingannando il suo marcatore e con un destro più angolato che potente lascia di sale Rafael per il nuovo vantaggio. Sembra fatta e la Juve, colpevolmente, si riaddormenta. Buffon si oppone da vero fuoriclasse sul destro scoccato da Higuaín sgusciato alle spalle di tutti, arrendendosi all’argentino solo all’ultimo assalto. Al termine di 120 minuti è 2 a 2 (5° Tévez, 68° Higuain, 107° Tévez, 118° Higuain) così la coppa si decide ai calci di rigore. Jorginho (parato) e Tevez (palo) sbagliano i loro, Ghoulam, Vidal, Albiol, Pogba, Inler, Marchisio, Higuain e Morata no e si va ad oltranza. Gargano e Bonucci fanno centro, Chiellini e Pereyra falliscono clamorosamente il match point dopo gli errori di Martens e Callejón. Padoin si fa parare il penalty dopo la rete di Koulibaly e la coppa troppe volte ad un passo vola in Campania tra mille recriminazioni.
La Supercoppa Italiana 2015 – Juventus-Lazio 2 a 0
E’ l’8 agosto 2015 e a Shanghai i Campioni d’Italia della Juventus affrontano una Lazio (solo finalista di una coppa nazionale vinta anch’essa dalla Juve) pronta a riscattarsi dopo un deludente precampionato. E’ il vento a farla da padrona in un primo tempo inguardabile come il rettangolo di gioco che ospita l’evento. Due fiammate bianconere aprono la ripresa. Mandzukic, lanciato in porta da Pogba, si fa ipnotizzare da Marchetti e sciupa l’occasione; il francese con un siluro dalla distanza per un nulla non infila l’incrocio. Dybala subentra all’evanescente Coman, quindi, sul traversone di Sturaro da destra, Madzukic sale in cielo e schiaccia la sfera alle spalle del portiere per l’1 a 0. Il tempo di una pallida reazione biancoceleste e la Juventus chiude i conti. In piena area Pogba appoggia col piattone un pallone d’oro verso il centro. Dybala si coordina e da 11 metri incenerisce il portiere con un mancino sotto la traversa. I tentativi dei biancocelesti di riaprire la gara sono velleitari, la Juventus controlla agevolmente e col 2 a 0 (69° Mandzukic, 73° Dybala) al triplice fischio alza la sua settima Supercoppa
“Supercoppia – La Juve trionfa con Mandzukic e Dybala” (Tuttosport, 19 agosto 2013)
Undici partecipazioni, sette vittorie e una serie sconfitta-vittoria-vittoria tuttora aperta, la Juve è arrivata puntuale a Doha per giocarsi il primo titolo della stagione. Non ha mai perso quando è arrivata all’appuntamento da Campione d’Italia e quale vincitrice della Coppa Italia, ma non ha mai vinto in Qatar. Va bene, ci ha giocato una volta sola ma dovevo per forza trovare un tabù da sfatare. Nel più classico dei trofei che se porti a casa non vale nulla e che se perdi fa esultare tutta la penisola.
di Roberto Savino