Non sarà ancora decisiva per lo scudetto, d’accordo, ma il fascino di Juve-Napoli di sabato sera va addirittura al di là della lotta per il campionato. Perché dietro il percorso di entrambe le squadre c’è una crescita costante, la volontà feroce da parte dei bianconeri di ribadire la propria forza anche in questa stagione e il desiderio dei partenopei di tornare protagonisti. E ora si troveranno una di fronte all’altra, al culmine di due percorsi straordinari: «All’andata eravamo ancora due squadre in fase embrionale – ricorda Gigi Buffon ai microfoni di Mediaset e Sky Sport – Penso ci aspetti una bella sfida e una partita ricca di contenuti agonistici e tecnici. La nostra esperienza potrà essere un fattore importante e farà da contraltare all’entusiasmo del Napoli. Dopo anni in seconda fascia ora è da parecchio tempo in testa con pieno merito e con tutte le carte in regola per confermarsi. Vorrà dimostrare che il primato è una logica conseguenza del lavoro. Entrambe le squadre giocheranno per vincere. Se dovesse farcela il Napoli accumulerebbe un bel margine di vantaggio a tredici partite dalla fine. Per noi cambierebbe poco in caso, se non dal punto di vista morale perché vincere ci rilancerebbe prepotentemente e sarebbe la ciliegina sulla torta della cavalcata iniziata quattordici giornate fa».
Juve-Napoli presenterà anche un duello a distanza tra Higuain e Dybala, i due migliori realizzatori del campionato: «Hanno età e caratteristiche differenti – sottolinea Buffon – Uno è più finalizzatore, un vero bomber, un ariete. Higuain già negli anni scorsi, anche se in alcuni momenti era stato criticato, ha dimostrato di essere un attaccante fenomenale e il vero crack di un complesso di grande valore. Paulo ha una classe immensa, margini di miglioramento incredibili e gioca più da raccordo tra centrocampo e attacco».
Si affronteranno anche il miglior attacco, quello del Napoli, capace di realizzare 53 reti, e la miglior difesa, quella bianconera, che ha concesso appena 15 gol agli avversari. La statistica di solito vuole che sia la retroguardia meno perforata il fattore determinante per la vittoria di un campionato: «Nel 90% dei casi credo sia così, specie in Italia. Ad oggi il dato non è confermato, visto che abbiamo la miglior difesa, ma siamo ancora secondi. Però ci sono ancora quattordici partite per confermare la tradizione. Se vincere lo scudetto sarebbe un sogno o un’impresa? Sarebbe un sogno realizzato dopo aver compiuto un’impresa, perché dopo la partenza di questa stagione in pochi credo potessero pensare che la Juve sarebbe arrivata a giocare per lo scudetto. Io non leggo molto i commenti calcistici, ma le volte che mi era capitato durante quel periodo, molto addetti ai lavori, comprensibilmente ci avevano dati per spacciati: Forse non avevano considerato i valori umani e morali che abbiamo e che ci hanno portato a ottenere i risultati di questi anni».