Quelle parole avevano avuto un seguito già nel febbraio 2016, quando il dossier venne presentato all’Assemblea Generale dell’ECA, e oggi hanno trovato un riscontro concreto al Museo del Traje di Madrid, dove è stata lanciata “Sin Respeto No Hay Juego”, una nuova campagna a favore dell’inclusione e contro ogni forma di discriminazione nel calcio, ispirata proprio da “Colour? What Colour?”.
«Il documento “Colour? What Colour?” ha l’obiettivo di analizzare il fenomeno della discriminazione a livello internazionale e nello sport – ha sottolineato Agnelli – e propone delle misure e degli strumenti volti a favorire l’integrazione. Necessita però dell’aiuto di tutti: istituzioni, club e media. Perché la gente ci segua noi per primi dobbiamo essere un esempio positivo. E essere qui oggi è molto importante perché con l’appoggio di tutti sarà più facile dire No al razzismo e favorire l’inclusione e il rispetto verso gli altri»,
La presenza di Andrea Agnelli a Madrid è stato un ulteriore riconoscimento dell’impegno della società bianconera, concretizzatosi anche con la creazione di “Colour ?What Colour?”: «Vorrei dedicare un ringraziamento speciale alla Juventus e al Presidente Agnelli – ha sottolineato durante il suo intervento Nada Al-Nashif – In questi ultimi tre anni avete ispirato lo sviluppo di questa partnership unica, che ha unito le diverse culture e gli obiettivi delle nostre organizzazioni. Questo è stato possibile solo grazie alla condivisione di valori e convinzioni forti e di una leadership che continua il suo impegno con coraggio e determinazione».
“Sin Respeto No Hay Juego” prende dunque vita proprio dalla costanza e dalla convinzione con cui la Juventus ha promosso a livello internazionale le proprie iniziative (oltre a “Colour? What Colour?”, anche “Un Calcio al Razzismo”, “Gioca con me” e il progetto per il recupero dei bambini soldato il Mali e Repubblica Centrafricana) e oltre alla divulgazione dei valori di solidarietà, giustizia e rispetto attraverso i programmi della radio Cadena Ser, si svilupperà in una serie di attività nelle principali città spagnole, rivolte ai ragazzi dai 10 ai 12 anni. Perché è solo attraverso l’educazione dei più piccoli che la discriminazione e il razzismo potranno lasciare il posto al rispetto, alla tolleranza e all’integrazione.