Diario pre Juve-Napoli – parte 2° Pechino Express

Martedì, 4 giorni a Juve-Napoli. Mentre ci trastulliamo con interrogativi oziosi tipo difesa a 3 o 4?, Rugani è pronto o no? Khedira recupera o no? sull’altra sponda del calcio italico va in scena la più grande adunata di anti-juventini della storia recente

LA COMPAGNIA DELL’ANELLO

E’ stato un lunedì stile “La Compagnia dell’Anello”. Al richiamo della super-sfida CONTRO la Juve (non Juve-Napoli..) hanno risposto tutti: GigiSimoni (in anticipo, visto il tracollo Inter), Pecci, Bertoni, Cucci, Vinicio, Oliva, Liguori, ex-calciatori, ex-sportivi, ex-tecnici, ex-giornalisti, nani, ballerine, maghi, stregoni, Hobbit, unicorni ed elfi. Tutti scattati all’assalto al Mordor Stadium, la Terra Oscura dove il fenomenale Napoli dovrà sottostare di sicuro a mille angherie.

In realtà, inutile precisarlo, il Napoli ha già vinto: se perde troverà sempre e comunque una rimessa laterale invertita, sbagliata per dei guantini, un offside di 21 centimetri, una goal line technology di sospetta fabbricazione, delle linee prospettiche artefatte o, magari, un rigore assegnato ad Higuain TROPPO presto, già al 3° minuto (come ad Ilicic) per poi avere l’alibi per un arbitraggio sfavorevole.

Tra l’altro il Napoli ha già adesso un triplete in cascina: lo scudetto morale, lo scudetto degli onesti e lo scudetto del fatturato. Peccato la Roma sia un po’ attardata se no, come in passato, sarebbe stato lecito e doveroso assegnarne 3 di scudetti.

Qualche voce “napolista” fuori dal coro (quel Max Gallo ospitato anche qui) ha provato a tacitare i pianti preventivi, i kleenex già pronti e i fazzolettoni da panolada, ma è stato subissato dai suoi stessi lettori e co-tifosi al grido di (testuale) “lasciaci il diritto sacrosanto di piangere, tu nel 1974 non c’eri!”

Facendo il pendolare Napoli-Roma, in questi giorni in Vesuviana (mitica linea ferroviaria che collega Napoli alla provincia) e poi in TAV, noto un fenomeno sorprendente. Alla sera gli animi del tifo azzurro sono rilassati, si parla di Insigne su Lichtsteiner, approccio aggressivo o attendista di Sarri, c’è qualche sfottò e la consapevolezza di un Napoli forte e organizzato. Al mattino invece, il tifoso Napoli è trasfigurato, totalmente diverso e incazzato dopo serate spese a guardare Processi, TikiTaka e TV private locali zeppe da mesi di un ricettacolo anti-juve da Agroppi a Zeman, passando per De Paola, di giorno direttore di Tuttosport e di sera opinionista in quota azzurra. Il tifoso azzurro al mattino ha subito una metamorfosi, è  inviperito ed esasperato, ricorda vividamente Turone, solidarizzando con l’amico giallorosso, ha un colpo al cuore ripensando a Muntari e a quanto ha sofferto assieme al fratello rossonero, scatta in piedi sul seggiolino del treno urlando: chill’omm e’ niente e Iuliano quann vuttaje n’terra a Ronaldo!

Insomma, il vero guaio del tifoso Napoli è che per quanto il Mattino oggi gli racconti “l’eterna guerra Juve-Napoli, 87 anni di battaglie, il vero grande classico”, il napoletano non ha un TOTEM monolitico in cui racchiudere il sentimento anti-Juve. Si certo, c’è il Bar Merda, c’è la Sacchetta Juventina, ma non c’è un Iuliano-Ronaldo, non c’è un Muntari, non un Turone. Manca la Scena Madre, il Sacro Graal, la Mecca in cui concentrare tutt’l’anti-juventinità di secoli e secoli. Anche la questione calciopoli è vissuta con meno fervore e del resto Luciano Moggi è pur sempre il DG più vincente della storia del Napoli (1 scudetto e 1 Coppa Uefa).

Quando dici Juve-Napoli il tifoso azzurro ha solo un clic visivo che lo proietta alla mitica punizione di Maradona contro Tacconi. Per carità, gesto notevolissimo, ma che non servi ad una benemerita mazza, visto il puntuale scudetto Juve a fine anno. Un po’ come ricordarsi un gol di Matri in un Juve-Inter con Delneri, o la punizione di Pirlo a Pepe Reina, col Napoli 2°, ma a 9 punti. L’unica altra volta in cui Juve e Napoli duellarono per uno scudetto, nel 74-75 il buon Luis Vinicio (classe ’32, ottantaquattro anni di incubi juventini) era il mister di un Napoli sconfitto 2-6 al San Paolo. Ma anche quella volta, l’ambiente e lo stadio furono maturi…

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PECHINO EXPRESS

A dir la verità però, il Pantheon dell’antijuventinismo per un tifoso Napoli c’è ed è PECHINO.

Non un nobile scudetto quindi, né un quarto di finale di Coppa Uefa (chi ricorda il gol valido annullato a Laudrup col Napoli vittorioso al 120° minuto..?), ma la supercoppetta, quell’invenzione televisiva agostana in cui Ballardini prevalse su Mourinho.

Ebbene sì, subito dopo “A PUNIZION E’ MARADON!” nell’immaginario collettivo del tifoso Napoli viene: “A SUPERCOPP ARRUBBATA”. SuperVergogna titolò il CorSport (sempre De Paola), il più grande scandalo della storia del calcio, vergognosa, immonda, invereconda.

Non conosco UN SOLO tifoso del Napoli, anche il più illuminato, il più moderato ed equilibrato, che alla parola “Pechino” non abbia un fremito di sdegno, un brivido di sgomento, un moto dell’animo collerico e disgustato. E’ come Pavlov: se dici ad un tifoso Napoli “PECHINO”, gli viene la bava alla bocca.

Passo indietro. Il Napoli è a Pechino come vincitore di Coppa Italia, vinta contro una Juve che, conquistato il magnifico ed immacolato 30° scudetto, gioca quella finale con le riserve, sconfitto dal “vero inventore del 352” Walter Mazzarri. In quella finale un discusso (e dimenticato) episodio di rigore su Marchisio ed un furbo (e legittimo) rigore conquistato dal Pocho creano ZERO dibattiti e processi.

Pechino è l’agosto del 2012. Tre quarti dei bianconeri reduci dal logorante Europeo con batosta finale e senza Chiellini (solito polpaccio), in campo c’è Lucio e non Conte, squalificato nell’agghiacciante estate di Scommessopoli, con l’invenzione Asamoah esterno. E’ un Napoli da scudetto (arriverà 2°) perché, pur avendo ceduto Lavezzi, si è irrobustito e non ha la “Scempions che ti toglie 10-15 punti” per Mazzarri.

Il Napoli si allena quindi tutta l’estate per Pechino e Mazzarri invia il fidato Frustalupi a spiare gli allenamenti di Carrera, imboscandosi coi tifosi cinesi tra le fratte e facendosi sgamare con sputtanamento generale. Anche lo schieramento Rai è imponente: l’imparziale Cerqueti in cronaca e l’imparzialissimo Varriale a bordocampo, ospitato per tutto il soggiorno nell’albergo del Napoli.

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Guardo la Supercoppa tra 20 tifosi del Napoli di varia età ed accanimento, rilassati ed abbronzati, con un solo amico che però è il classico #DaJuventino. E’ un’amichevole estiva più nobile, un SuperTrofeo Birra Moretti. Mi accorgerò invece poi che in un quadriennio di dominio Juve, la SuperCoppa diventa invece IL trofeo, l’unico titolo conquistabile dalle altre.

Si parte, le bandiere Napoli spuntano di colpo assieme alle vuvuzelas cinesi. Cerqueti dà la carica agli azzurri, con Varriale che fomenta il tifo Napoli già dopo 2 minuti. Intorno a me c’è speranza, è la volta buona, la SuperCoppa diventa quella Champions persa col Chelsea mesi prima. C’è un rigore netto su Matri, Inler e Behrami scalciano, sgomitano, falciano, ma Mazzoleni non vuole rovinare lo show e Cavani buca Lucio per il primo gol.

E’ fatta: l’inizio di una cavalcata trionfale, è la Supercoppa di Agosto, ma anche lo Scudetto di Agosto. Poi Asa folgora De Sanctis, portierone che diventerà mitologico nel futuro romanista. La gara è aperta, ma il Napoli è troppo nervoso, troppo carico, ad ogni pestone degli azzurri Mazzoleni sorvola e gli astanti intorno a me apprezzano il vigore. Segna Pandev, già eroe mancato nel 3-3 del S. Paolo. Fuochi d’artificio all’intervallo, nonostante il cielo limpido del pomeriggio agostano. Varriale si trattiene a stento dal saltellare.

La Juve mette Vucinic, Mazzarri cambia Cannavaro che sta malmenando Giovinco per Fernandez e il goffo difensore argentino placca Mirko. Rigore. OILLOC OI! Ecco qua, la solita Juve che rubba, e ti pareva che non gli davano l’aiutino! 2-2, bella gara, maschia, troppo maschia con Maggio e Britos ancora graziati, perfino il correttissimo Hamsik rifila gomitate a Bonucci. Poi il fattaccio, Pandev sbrocca e urla “Pezzo di Mè” all’assistente per un fuorigioco nettissimo. Rosso. Qui i tifosi intorno a me esplodono: MANNAGGIA A’ MORT, SEMP’ ACCUSSI’ VA A FIRNI’!”. Timidamente qualcuno dà del “pezzo di cretino” a Pandev per un rosso evitabilissimo a 15 minuti dall’extra-time. Ma viene sepolto dai CURNUT, OMM’ E’ NIENT, STI MARIUOLI che si librano nell’area. E’ il fido Varriale a seminare zizzania, il povero Pandev non ha detto nulla, forse una parolina, “ha parlato in Macedone!” comunicherà ufficialmente la SSC Napoli. A freddo tutti leggeranno il labiale di Pandev, poco Macedone ma molto Esperanto e lo stesso agente dopo qualche mese twitterà candidamente il “Gobbo di Merda”.

Ma niente, ormai è andata, Zuniga impazzisce e prende il 2° rosso, il tifo Napoli impazzisce e brandisce sedioline alla Mondonico. Vucinic, che ha preso traverse e sfiorato altri gol, chiude la gara, dopo l’autogol di Maggio.

Al 120° il tifo Napoli è incazzato, ma nemmeno più di tanto. Trattasi sempre di Supercoppetta di Agosto e si oscilla tra “S’anna arrubbat pure cchesta!” a “Pandev comunque è proprio fess!”.

Ecco la ricostruzione dell’altra Pechino

Ma dopo il fischio finale inizia la metamorfosi: Varriale è il capo degli ultrà, Cerqueti si scusa col mondo intero per lo scempio arbitrale, De Laurentiis ordina ai suoi di non presentarsi. Inizia un dopo-gara devastante, qualcosa a metà tra Byron Moreno ed il live dell’attentato alle Torri Gemelle. E il giorno dopo: SUPERVERGOGNA! Gli stessi tifosi del Napoli, parenti, amici e semplici conoscenti, con cui avevo scambiato opinioni accese ma ragionevoli nell’immediato dopogara, il giorno dopo mi schifano, non mi rivolgono parole ma direttamente insulti.

Cerco di discutere, allora come oggi: ma insomma il rigore c’era? Uhm, forse si. Ma insomma Pandev ha insultato l’assistente? Uhm, forse si. Ma insomma, Zuniga andava espulso, beh si si, ma a quel punto… E quindi? Dov’è la SuperVergogna? Pausa titubante….

Poi dico “Pechino”, “Arghhhhh, il più grande scandalo di tutti i tempi!!!!” con la bava alla bocca…

Sandro Scarpa