Gazzetta, giù la maschera!

FATTO

Quando alla fine di Juve-Inter Pioli attacca Rizzoli, nonostante i moviolisti gli diano torto, c’è un “clic” giornalistico. Si fiuta la Big News di una polemica arbitrale. C’è la Juve, c’è l’arbitro giusto (con episodi pro da citare e contro da omettere), la rivalità giusta, il mister che accende la miccia, il neo-arrivato (Gagliardini, strappato alla Juve) che si allinea. Il clic è palese quando il moviolista (un tempo atto a “provocare” il dibattito) viene scavalcato, dando la stura a veleni, polemiche e retropensiero dominante. Finalmente c’è IL tema giornalisticamente rilevante: la Juve che vince sì, ma con l’aiutino.

POST-FATTO

I quotidiani non cavalcano subito la Big News. Tutti riportano le polemiche (cronaca) ma negano i rigori reclamati (analisi). Le poche eccezioni (il Fatto, Il Mattino) sono casi di abboccamento subitaneo al proprio target e alle proprie narrazioni pregresse.

GAZZETTA DAY 1

La Gazzetta quindi fa cronaca: la gioia Juve, l’Inter alla pari (ci sta), lo show tra le polemiche e la furia di Pioli.06_02GAZZETTA

Il moviolista (Ceniti) è perentorio: nessun rigore (anzi “mancano alcuni gialli interisti”), ma omette -come tutti- il mani di Medel.

GAZZETTA: DAY 2

In TV e nei social il combustibile della rivalità fa divampare l’incendio dopo mesi di siccità di polemiche anti-Juve. Si vivisezionano video, si confezionano post velenosi, meme di Rizzoli (l’ironia social…), si ricorre al Pantheon dell’antijuventinità. Solito schema.

In questo caso i social non vanno presi sul serio ma ci fanno capire meglio chi per anni ha raccontato il calcio in TV (Pistocchi e Ziliani si occupavano di moviola negli anni del “sentimento popolare“). Mediaset fa la sua parte di TV commerciale con servizi smaccatamente faziosi, Sky non ha interesse a ledere l’immagine del prodotto, Rai non ha mezzi tecnici per farlo.

L’incendio, con la deflagrazione della doppia squalifica, smuove la Gazzetta che passa dalla cronaca/analisi all’opinione, anzi, alla creazione di un’opinione con 5 pagine che sono un esempio classico da teoria della manipolazione:

La prima con “La Stangata” (Allegri “graziato“, per non aver fatto nulla, qui c’è la stangata, come da regolamento), le 4 foto del Nemico, la frasetta di Moratti e l’ironia di Gnocchi:

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Si continua col paginone successivo: l’attacco decapitato, il complice (Orsato, ex salvatore della regolarità del torneo), gli episodi contestati, le vignette con il fotoromanzo del fattaccio.

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Non basta. Nella pagina successiva c’è Moratti, grande simbolo dell’altra metà di Calciopoli, la parte fatta passare come defraudata:

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E ancora, in taglio basso, c’è l’ex-arbitro che sì, ammette, su Rizzoli:

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Non è finita, dopo una pagina “sportiva” su Cuadrado e Khedira, c’è il veleno in coda, l’altra Big News cavalcata (in mancanza di polemiche arbitrali): l’inchiesta su bagarinaggio e ‘ndrangheta:

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e, in basso, l’inchiesta della commissione antimafia e quella della FIGC (entrambe riguarderanno tutte le società):

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A chi fa notare l’eccesso di visibilità su temi che plasmano un’opinione anti-Juve, o meglio, la foraggiano, la Gazzetta risponde così:

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Già, la Christillin, 5 righe tratte da un’intervista a GR parlamento…

 

GAZZETTA: DAY 3

Sui social brulicano schiere di tifosotti e giornalisti che incarnano la peggiore parodia di sé stessi. Spuntano vari video: falli di Gagliardini, Miranda inciampa da solo, la manina di Medel, Chiellini che simula e un episodio ancor più futile. Rizzoli fa ribattere (3 volte) una punizione a Chiellini per palla in movimento (segnalata dall’assistente) fischiando in ritardo perché girato verso la zona cambio. Su una delle battute -retropassaggio a Buffon- Icardi si avventa ma tutti sono fermi e proprio Icardi riconsegna serafico la palla (lo stesso Icardi che 20′ dopo proverà a colpire Rizzoli, ingiuriando Orsato).

Un video da paranoia morbosa di Inter Channel, da curioso rumore di paginette web o post solitari di Premium o CorSport, roba da colonnino di destra: trash puro.

Eppure Gazzetta, al terzo giorno apre così:

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Non la vittoria della Roma, ma “i nuovi veleni“, “il video di Inter Channel” e il “dito rotto di Brozovic per un fallo di Pjanic“.

Poi il solito paginone:

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Il focus non è sull’ennesimo (implicito) favore alla Juve, ma sulla guerra delle immagini! E’ “un’azione mai vista“, l’editoriale si interroga: “Chi ci apre gli occhi sul vero derby d’Italia” (Inter Channel?), e poi “Gestisce tutto la Lega, Sky e Mediaset“.

Si va oltre il furto (cassato da Ceniti nella stessa pagina, ma poco importa) e si prepara l’allerta per un potere più forte e tecnologico di Rizzoli e Co., che può occultare scandali, nasconderli perché “chi decide di mostrare o non mostrare” un’azione compromettente? Beh, “gestisce tutto la Lega“!.

Se prima il moviolista era il cane da guardia dell’arbitro, e la VAR era il futuro magnificato, ora il moviolista conta zero (“se i moviolisti non vedono rigori , non vuol dire che non ci siano“) e la VAR è braccio tecnologico manovrato dagli stessi poteri. Appare comica la chiusura del pezzo “alcuni siti filo-juventini mostrano video sul presunto mani di Medel” (visibilissime da subito) e “la guerra di immagini manda in dissolvenza una gran bella partita“, la colpa mica è nostra?

LEGAME INTIMO

Perché il più longevo quotidiano sportivo e uno dei più letti in assoluto plasma l’opinione con una attenta manipolazione e si abbassa al livello del chiacchiericcio complottista di social faziosi? Solo il gusto della polemica arbitrale? Allora perché la Gazzetta non ha fatto 2+5+3 pagine sul gol annullato di Pjanic contro il Milan? Solo perché Allegri non ha ululato come Pioli? Allora perché la Gazzetta non bacchetta l’Inter per le polemiche ma le cavalca e amplia?

Cui prodest? Perché inseguire le pruderie del tifo andando al di sotto dell’analisi della gara e delle decisioni arbitrali, oltreché del racconto del fatto sportivo?

Il modello della propaganda di Chomsky ci direbbe di verificare:

  • La Proprietà (da un po’ Cairo ha assunto il controllo di RCS),
  • Gli Introiti (i lettori in calo della Gazzetta cartacea, e quelli in aumento sul web dei contenuti GazzaNet inclini al blog, al gossip, alla faziosità),
  • le Fonti (la prossimità alle Procure in passato, gli ambienti milanesi e le nuove, non filtrate, fonti social a cui si occhieggia)
  • l’Ideologia.

E’ quest’ultima che interessa. Il rapporto tra Gazzetta e Juve è stato ampiamente descritto negli anni di calciopoli, con una coesistenza forzata negli anni del ritorno al successo e di Elkann in RCS (scioperi e comunicati al veleno della redazione contro l’ex-proprietà) fino alla querelle sulle dichiarazioni di Buffon (parola più, parola meno).

E’ il legame ideologico-commerciale Gazzetta-Inter ad essere fortemente intimo, empatico, non mediato, nel bene e nel male. Senza risalire alle epopee di Mou e di Mancini –l’uomo che vince sempre-, solo in questa stagione, prima la magnificazione di Suning (come a suo tempo di Thohir), l’affinità elettiva con De Boer, poi i titoli sulla Vergogna Inter, impossibili da immaginare per un flop di altre squadre, quasi un amore tradito, un giornale schieratosi nella curva nerazzurra esasperata. Infine questa tre giorni di clamorosa liaison con le emozioni del tifo interista.

Non sta a noi richiamare editorialmente la Gazzetta, ma è tempo di gettare la maschera, di schierarsi ancor più palesemente, abbandonare velleità di imparzialità e svelare in modo trasparente la linea, gli obiettivi e il target. Abbiamo sempre legato Tuttosport alle istanze juventine, il Corsport a quelle di Roma e Napoli e ritenuto la Gazzetta neutrale. Calciopoli ha fatto capire che non era così. Ora la maschera va tolta del tutto. La Gazzetta non è (più) l’authority super partes che si picca di essere, è un media commerciale che vive solo in parte raccontando lo sport, ma soprattutto dando la visione del mondo più affine al target di riferimento, solleticando e titillando i lettori affamati di successi e complottismo, il tutto alla modica cifra di 1,50€. La Gazzetta falsa il gioco, attacca il cuore di sportivi e tifosi che la immaginano ancora solo a raccontare, informare e commentare.

120 anni fa, nel primo numero, la Gazzetta si proponeva non solo di “fornire le notizie, commentarle, registrarle, ma predire, arrivare al lettore!”

Sei arrivata Gazzetta. Al capolinea.