Le statistiche in Cagliari – Juve
Minuto 18 di Cagliari – Juventus: Giorgio Chiellini, sin lì autore di una prova non memorabile, accusa l’ennesimo problema muscolare ed è costretto a lasciare anzitempo il campo. Massimiliano Allegri, con Benatia mai preso in considerazione da quando è tornato dalla Coppa d’Africa e Barzagli fuori dai convocati, manda in campo Daniele Rugani; con 72′ più recupero a disposizione, in una partita che poteva prendere una brutta piega visto l’inizio arrembante del Cagliari, l’ex Empoli diviene la panacea dei problemi difensivi della Juventus, risultando per distacco il miglior difensore in campo. Attraverso le statistiche e qualche momento saliente della sua gara, andiamo a vivisezionare la prestazione del numero 24 bianconero.
Non sarebbe necessario evidenziarlo, dato che la differenza è stata lapalissiana, ma le statistiche dipingono bene la differenza d’approccio alla gara dei due centrali difensivi: in appena 18 minuti Chiellini ha ingaggiato 3 duelli (vincendone uno), gli stessi ingaggiati da Rugani nel resto della partita (2 vinti su 3) commesso un fallo e perso una volta il possesso del pallone (0 in entrambe le caselle per Daniele). Ovviamente qui non si sta affermando che il centrale ex Empoli è superiore a Giorgio, ma in determinate gare, soprattuto quelle più confusionarie, Rugani, con le sue caratteristiche uniche, ora è in grado di rappresentare una concreta alternativa al numero 3 bianconero e agli altri centrali, elevandosi dallo status di semplice riserva e avvicinandosi al livello dei titolari.
L’approccio quasi zen e praticamente mai avventato, inusuale in un difensore 22enne, è ben dipinto dalla contrapposizione di due statistiche in particolare: 10 respinte difensive (tutte riportate nel grafico qui sopra, in blu quelle aeree) contro 0 interventi in tackle effettuati. Rugani è più simile a Barzagli che a Chiellini, questo è indubbio, ma ha caratteristiche ancora diverse da quelle del numero 15 dato che alla marcatura dell’attaccante spalle alla porta e al duello fisico (tra i punti di forza di Barza) preferisce l’anticipo secco, aereo e non, anche molto lontano dalla propria porta, e la capacità di posizionarsi preventivamente sulla traiettoria del pallone, quest’ultima prerogativa tipica della nuova generazione di difensori. Nella clip qui sotto, ma vi consigliamo di visionare tutte quelle raccolte da Giacomo Scutiero su Rugani, evidenzia proprio l’abilità in questo particolare fondamentale:
Complice il già citato infortunio di Chiellini e la probabile indisponibilità di Barzagli, Rugani dovrebbe essere riproposto da titolare venerdì contro il Palermo; anche lo scorso anno a Daniele, tra infortuni dei compagni di reparto e turnover, vennero concesse diverse gare da titolare, ma ad essere cambiata è la percezione che si ha di lui in campo. Prima Rugani era “il giovane che doveva imparare”, che “funzionava” perché guidato dagli altri mostri sacri della difesa e che aveva tutto da dimostrare, soprattutto dopo la disastrosa (sua e di tutta la squadra) gara con l’Inter; ora il ragazzo pare aver acquisito una grande sicurezza nei propri mezzi e del suo modo di difendere (“troppo buono” è la critica che gli è stata mossa più spesso) iniziano ad emergere i pregi sopra i pochi difetti, si è smesso di considerarlo un ragazzino di belle speranze. Da qui a inizio stagione, di volta in volta Massimiliano Allegri avrà bisogno della regia e del carisma di Bonucci, dell’esperienza e della forza di Barzagli, dello spirito e delle marcature di Chiellini e dell’eleganza e della sicurezza di Rugani. Tutti sullo stesso piano? Non ancora, ma la strada imboccata è quella giusta.