Un atteggiamento poco convinto all’inizio, poi tante occasioni sciupate e una leggerezza in fase di ripartenza: è così che la Juve perde in casa contro il Benevento, bravo e tenace nel contenere i bianconeri e spietato ad approfittare dell’occasione avuta da Gaich nella ripresa. La Juve ci prova, ma non dà mai la sensazione di avere la necessaria tranquillità per poter cambiare le sorti dell’incontro e deve arrendersi a un avversario più convinto e motivato.
LA JUVE SPINGE, IL BENEVENTO RESPINGE
L’inizio è incoraggiante, perché dopo soli tre minuti Ronaldo scambia con Kulusevski e sfiora il palo, ma il Benevento serra subito i ranghi, prova anche a pungere con gli spunti di Lapadula e, con la difesa a cinque schierata da Inzaghi, riesce a limitare le iniziative dei bianconeri. La successiva occasione arriva dopo il ventesimo: dopo un altro spunto di Ronaldo sulla destra e la sponda di Morata, Danilo può controllare e calciare in area, ma il suo destro viene respinto. Alla mezz’ora si fa vedere Morata con un’accelerazione centrale e un sinistro rasoterra, intercettato da Montipò. Poco dopo Foulon rischia il rigore intervenendo su un traversone di Kulusevski: il signor Abisso, vedendo un tocco con il braccio, inizialmente indica il dischetto, ma dopo aver consultato il VAR concede solo l’angolo. Sulla battuta de Ligt incorna, Montipò respinge, Morata arriva per primo sul pallone e calcia alto. L’ultima opportunità è una fiondata dal limite di Ronaldo, sulla quale Montipò è ancora pronto e così si va al riposo sullo 0-0.
BENEVENTO AVANTI CON GAICH
Il Benevento rimane compatto anche nella ripresa e la Juve fatica a giocare tra le linee. Kulusevski riesce a incrociare il destro ma sbaglia la mira e anche la sventola di Ronaldo è a lato. L’azione più pericolosa è una ripartenza condotta da Kulusevski il cui filtrante per Ronaldo viene intercettato da Barba che rischia l’autorete, ma trova un prodigioso di riflesso di Montipò. Il rischio corso non scompone il Benevento che continua a pressare alto e viene premiato quando Gaich intercetta un alleggerimento di Arthur verso Danilo e calcia sul primo palo, portando in vantaggio i campani.
MONTIPÒ PARA TUTTO, VINCE IL BENEVENTO
Pirlo cambi Arthur e Rabiot con Bentancur e McKennie e la Juve attacca a testa bassa. Bernardeschi calcia a volo l’assist di Kulusevski senza centrare la porta, poi Ronaldo vince un contrasto in area, arriva a due passi dalla porta e trova uno strepitoso Montipò che riesce ad alzare la conclusione sopra la traversa. È ancora CR7 a provarci, stoppando con il petto il cross di Chiesa e coordinandosi per una spettacolare rovesciata che termina però a lato. Montipò è ancora protagonista quando respinge il destro ravvicinato di Ronaldo, il pallone termina a Danilo che con la porta sguarnita però calcia altissimo. Il resto è tanta foga, tanta voglia di raddrizzare il risultato, ma poca concretezza. Il Benevento resiste, ribatte colpo su colpo e torna in a casa con tre punti meritati. + 11
JUVENTUS-BENEVENTO 0-1
RETI: Gaich 24′ st
JUVENTUS
Szczesny; Danilo, Bonucci, de Ligt, Bernardeschi; Chiesa, Rabiot (28′ st McKennie), Arthur (28′ st Bentancur), Kulusevski; Morata, Ronaldo
A disposizione: Buffon, Pinsoglio, Chiellini, Dragusin, Di Pardo, Frabotta, Fagioli
Allenatore: Pirlo
BENEVENTO
Montipò; Tuia, Caldirola, Barba; Improta, Hetemaj (38′ st Dabo), Viola, Ionita, Foulon (28′ st Tello); Gaich (38′ st Di Serio), Lapadula (28′ st Caprari)
A disposizione: Manfredini, Lucatelli, Pastina, Insigne, Moncini, Sau
Allenatore: F. Inzaghi
ARBITRO: Abisso
ASSISTENTI: Giallatini, Lo Cicero
QUARTO UFFICIALE: Giua
VAR: Banti, Longo
AMMONITI: 9′ pt Tuia, 17′ pt Bernardeschi, 30′ st Barba, 39′ st Tello, 47′ st Bentancur
Sprofondo Juve: errori e Var per dire addio al “decimo”
Una brutta Juve affonda in casa con un Benevento coriaceo che fa il bottino grosso allo Stadium: sconfitta pesante e addio ai sogni di gloria della squadra di Pirlo che sembra salutare definitivamente la corsa allo scudetto. I bianconeri possono recriminare per un rigore clamoroso non dato a Chiesa ma devono anche fare i conti con l’ennesima prova opaca in campionato.
Gli ospiti si presentano allo Stadium col 3-5-2 e Montipò in porta; Tuia, Caldirola, Barba in difesa; Improta, Hetemaj, Viola, Ionita, Foulon a centrocampo; Lapadula, Gaich di punta. Pirlo schiera un 4-4-2 ibrido con Szczesny, Danilo, Bonucci, De Ligt, Bernardeschi, Kulusevski, Rabiot, Arthur, Chiesa, Morata, Ronaldo.
Si parte subito col brivido: De Ligt in ripiegamento su Szczesny scivola in area e lascia il pallone disponibile ma il portiere polacco anticipa il possibile intervento di Lapadula. Al 2’ minuto, azione sulla destra di Ronaldo, che si libera e calcia un diagonale che finisce a fil di palo.
Benevento di personalità, ci prova al 13’ con Lapadula dalla distanza: tiro fuori. Juve un po’ chiusa e che tenta di sviluppare la propria manovra su ambo le fasce senza trovare troppi sbocchi. Al 21’ Kulusevski lancia Ronaldo sulla destra, doppio passo del portoghese e cross in mezzo all’area respinto male dalla difesa campana, Danilo da due passi calcia ma trova Tuia che libera. Al 24’ ci prova da lontanissimo Viola, che batte una punizione e trova in area Tuia che di testa devia alto. Al 27’ ancora Benevento pericoloso: cross dalla destra di Hetemaj ma sia Gaich che Ionita mancano l’appuntamento col pallone.
Al 32’ Morata si libera per vie centrali ma calcia debolmente su Montipò in uscita che respinge. Sul calcio d’angolo conseguente De Ligt al centro dell’area colpisce senza troppa forza e permette al portiere di controllare il pallone. Al 34’ giallo per un rigore fischiato da Abisso su un presunto fallo di mano in area di Foulon, poi tolto dal Var. Dal calcio d’angolo successivo De Ligt indirizza bene ma trova ancora Montipò a respingere: Morata a porta spalancata spara alto. Al 38’ gol annullato per fuorigioco a Ronaldo.
Al 41’ pasticcio di De Ligt che sbaglia l’impostazione e fa ripartire il Benevento con la retroguardia bianconera scoperta: Lapadula controlla bene in area ma prima di liberare il tiro dentro l’area piccola viene fermato dal raddoppio di marcatura. Al 43’ Montipò in uscita per anticipare Chiesa afferra il pallone finendo fuori area: nessun cartellino e punizione sulla destra, calciata senza troppe pretese da Bernardeschi. In pieno recupero, ci prova ancora Ronaldo da circa 25 metri con traiettoria insidiosa che Montipò respinge coi pugni prima che la difesa libera in fallo laterale. Si va al riposo a reti inviolate e con una Juve a sprazzi.
Si riparte senza cambi. La Juve si vede al 50’ con un tentativo da una zona molto angolata di Chiesa a metà tra un tiro e un cross. Al 57’ Kulusevski si libera bene in area ma calcia col destro troppo largo. Juve imballata: al 65’ prova ancora Ronaldo con un diagonale di prima che sfiora il palo. Al 67’ ripartenza veloce Ronaldo – Chiesa- Kulusevski, pallone in mezzo con Barba che rischia l’autogol e Montipò che fa il miracolo. Al 68’ ancora pasticcio Juve: Arthur dà una palla in orizzontale su Danilo, Gaich anticipa il brasiliano e calcia in porta. 1 a 0 per gli ospiti.
La Juve reclama un rigore su Chiesa ma l’arbitro non è di questo avviso. Decisione clamorosa di Abisso. Pirlo prova a cambiare qualcosa con McKennie e Bentancur: al 75’ tiro al volo di Bernardeschi alto. Al 79’ Ronaldo con caparbietà recupera palla e calcia forte ma ancora Montipò salva il Benevento. All’80’ Chiesa trova Ronaldo che prova la sforbiciata ma viene smorzato dall’intervento della difesa.
La Juve tenta di raggiungere il pareggio ma nonostante le pressioni non arrivano occasioni limpide. Quasi allo scadere Ronaldo in area riesce a indirizzare in porta: Montipò superbo ma Danilo come Morata sulla respinta spara alto. Quattro minuti di recupero non regalano neanche il pareggio. Finisce 1 a 0 per gli ospiti e con una pietra tombale, probabilmente, sulla corsa scudetto: ora occorre blindare il posto in Champions.
Juve-Benevento 0-1: Titanic
Il presidente Agnelli che tiene la maglia celebrativa per i gol di Ronaldo, nel giorno in cui il Titanic si spezza in 2 e affonda, è l’immagine che questo stagione lascerà ai posteri: l’orchestra che suona mentre la nave va a picco, una celebrazione di record inutili per la società, un applauso ad una prestazione in playback. Il brodo senza minestra. Un altro post vacuo in cui parlare di cani e leoni.
L’ennesima prova scialba finita in disastro ammazza in culla la “volata scudetto” che doveva portare i bianconeri a lanciarsi per un finale di stagione quantomeno dignitoso e invece lo ridisegna, lo trasforma in un horror che vedrà gli uomini di Pirlo impegnati in vari scontri diretti per la lotta alla conquista del quarto posto, ormai diventato fondamentale, perché senza quello la stagione muterebbe da fallimentare a distruttiva.
In
un certo senso bisogna sperare di battere la testa forte affinché chi
questa sceneggiatura l’ha pensata e realizzata si renda conto degli
errori fatti, della superficialità con cui si è esclusa troppo velocemente la presenza di iceberg sulla rotta, del senso di invincibilità e infallibilità
che ha portato, nell’annata più complessa di sempre, a mettere al
comando di un transatlantico uno che non aveva mai guidato nemmeno un
gommone. L’arroganza si paga, presto o tardi e questa Juve aveva iniziato a imbarcare acqua già da qualche anno.
Come sempre il problema non è perdere ma perché e come si è perso. Il viaggio e la destinazione.
Perché pure Cristoforo Colombo si presentò dai saggi Salamanca coi
conti sbagliati ma il viaggio lo portò a scoprire qualcosa di nuovo
inatteso e fantastico. Nell’emisfero bianconero invece ognuno si sente a
suo modo saggio e la flotta ha perso la rotta da un pezzo ma nessuno se
ne è voluto ancora accorgere, nemmeno il presidente, forse troppo
impegnato a giocare a Risiko, mentre le armate nemiche hanno invaso casa
sua senza trovare nessuna resistenza.
Poi ci sarebbe la partita, la confusione in campo, il gol preso su tragico errore di Arthur, la circolazione di palla veloce come una coda sul GRA all’ora di punta, la lentezza
della manovra, la facilità con cui qualsiasi avversario mette in crisi
questa squadra, la millesima punizione sparata sulla barriera,
l’ennesima partita della stagione affrontata con la sigaretta in bocca e
finita col cerino in mano.
Non mi vedrete spendere nemmeno una riga sugli episodi arbitrali;
quando sei sull’orlo del burrone ogni refolo di vento può essere
fatale, ma le colpe sono di chi sul ciglio ti ci ha accompagnato.
Ci sarebbero molte cose da dire sulla partita, ma questa Juve non merita più le parole. E noi non gliele regaleremo.