Non ha dubbi, Mister Allegri, che ha parlato durante la conferenza stampa della vigilia di Inter-Juve: la partita di domani non è importante solo per il prestigio che riveste, ma anche perché, come lo stesso tecnico conferma, «È il primo reale snodo verso lo Scudetto, anche se siamo solo alla quarta giornata di campionato. Questo perché, dopo la partita contro l’Inter, potremo dire di aver giocato contro quattrodelle prime potenziali sette in classifica nelle prime quattro giornate».
Inoltre, la sfida di domani avrà altri temi importanti: «Sarà un match prestigioso, davanti a uno stadiopieno: l’Inter ce la metterà tutta per dimostrare che è al nostro livello, noi ripeto ci giochiamo un primo snodo fondamentale della stagione».
Inoltre, il Derby d’Italia arriva a pochi giorni dall’esordio in Champions League e continua un primo tour de force, che vede la Juve impegnata ogni tre giorni fino a inizio ottobre: «Dobbiamo ricordarci – ammonisce ancora il tecnico, tornando al post partita europeo – Che le vittorie non sono acquisite, vanno combattute, nessuno ci regala niente. Abbiamo obiettivi improtanti davanti a noi: è impensabile vincerle tutte. Viviamo ogni situazione con entusiasmo e con equilibrio: lo scorso anno abbiamo vinto contro il Siviglia con tre tiri in porta, quest’anno abbiamo creato sette palle gol e non siamo riusciti a portare a casa i tre punti, ma non ci allarmiamo: la partita è stata fatta bene».
Per chiudere questo argomento, Allegri mutua un termine dal linguaggio dei marinai: «Un pareggio non ci deve fare “strambare”: siamo e restiamo sereni».
Tornando al match di domani: «Stanno tutti bene, Sturaro ha giocato con la Primavera e sarà convocabile dal prossimo impegno, Mattiello procede nel recupero». E arrivano anche alcune anticipazioni sulla formazione: «Giocheremo a tre in difesa, mentre a centrocampo giocheranno Khedira e Lichtsteiner». Per il futuro è pensabile un attacco “pesante” con Higuain e Mandzukic? «Perché no, possono giocare anche con l’aggiunta di Dybala all’occorrenza, ma sono inserimenti e modifiche che vanno fatti gradatamente. Pjaca? Sta crescendo e avrà modo di mettersi in mostra, a breve sarà sfruttato di più, così come Cuadrado. Non dimentichiamoci una cosa: la panchina non è una bocciatura, è una scelta del tecnico. E, specie a partire da marzo, diventa fondamentale per vincere: se non hai una panchina di livello – e noi la abbiamo – diventa difficile conquistare i successi».