Per come era cominciata, sembrava potesse essere una partita pirotecnica, visto il gol istantaneo di Dybala dopo neanche un minuto di gioco. Quella contro il Cagliari si è rivelata invece una gara “stanca”, povera di emozioni, se non intorno alla mezz’ora del primo tempo, quando i sardi in due minuti hanno segnato in entrambe le porte, cambiando il punteggio, ma non il destino del match, e nel finale, ravvivato dalla sgroppata di Ronaldo e Cuadrado per il definitivo 3-1.
PRONTI, VIA, PAULO!!!
CR7 si era preso la scena prima del calcio d’inizio, quando aveva ricevuto dal Presidente Agnelli la maglia celebrativa per i 400 gol segnati tra Premier League, Liga e Serie A, traguardo raggiunto contro il Genoa e già superato con la doppietta di Empoli, ma appena si parte è Dybala a salire in cattedra. 43 secondi: è quanto segna il cronometro quando la Joya, dopo aver ricevuto al limite e aver preparato la conclusione di sinistro, manda fuori tempo due difensori con una sterzata improvvisa e infilza Cragno di destro.
BOTTA E RISPOSTA IN DUE MINUTI
La partenza a razzo sembra appagare i bianconeri, che si limitano a qualche guizzo di Douglas Costa e Ronaldo sugli esterni, mentre non abbatte il Cagliari, che gioca con coraggio e sfiora il pareggio con la girata sotto misura di Joao Pedro, respinta dal riflesso prodigioso di Szczesny. Il duello tra i due si ripete dopo la mezz’ora e questa volta è l’attaccante rossoblu ad avere la meglio, grazie al destro scagliato sul primo palo, dopo un gran controllo in area. Giusto il tempo di rimettere in gioco il pallone e la Juve rialza la testa: Douglas Costa se ne va sulla sinistra, mette in mezzo e sul pallone interviene Bradaric che, in scivolata, nel tentativo di anticipare l’inserimento di Pjanic, infila nella propria porta. Il croato del Cagliari viene poi graziato dal signor Mariani che, dopo aver consultato il VAR non punisce un suo tocco con il braccio in area. È questa la terza volta che il direttore di gara consulta le immagini nel primo tempo (la prima dopo il gol di Dybala per verificare la posizione regolare dell’argentino, la seconda dopo un rimpallo sulla mano di Benatia nell’area bianconera), ed è quindi inevitabile un recupero corposo. E proprio negli ultimi secondi Ronaldo potrebbe rimpolpare il risultato, ma la sua sventola di sinistro in diagonale centra in pieno il legno.
RIPRESA AL PICCOLO TROTTO
La ripresa inizia con Cuadrado al posto di Douglas Costa e con un ritmo non esasperato. Il Cagliari ha buone doti di palleggio e riesce spesso a evitare il recupero palla alto tentato dai bianconeri che, pur senza forzare, aumentano la pressione, senza però riuscire a costruire trame efficaci. Allegri allora interviene inserendo Alex Sandro al posto di Pjanic e passando al 4-4-2, con il brasiliano e Cuadrado esterni di centrocampo e Dybala e Ronaldo in avanti.
LA CHIUDE CUADRADO
Il gioco rimane stagnante fino agli ultimi dieci minuti, poi la partita si vivacizza di colpo: Ronaldo e Bentancur provano a colpire da posizione molto, troppo defilata, mentre il tentativo in corsa di Dybala viene ribattuto dalla difesa sarda. Dall’altra parte una serie di rimpalli porta Faragò al tiro dal dischetto del rigore e Benatia è provvidenziale nel ribattere la conclusione. Il pallone termina in angolo e sugli sviluppi del corner la Juve riconquista palla e scatena un contropiede micidiale: Dybala apre per Ronaldo che punta l’area, attira su di sé l’unico difensore rimasto e appoggia a Cuadrado, che arriva come un treno e spara in rete il gol che chiude la partita e permette alla Juve di continuare la sua marcia, mantenendo inalterato il vantaggio in classifica.
JUVENTUS-CAGLIARI 3-1
RETI: Dybala 1′ pt, Joao Pedro 36′ pt, Bradaric (aut.) 38′ pt, Cuadrado 42′ st
JUVENTUS
Szczesny; Cancelo, Bonucci, Benatia, De Sciglio; Bentancur, Pjanic (25′ st Alex Sandro), Matuidi (37′ st Barzagli); Douglas Costa (1′ st Cuadrado), Ronaldo, Dybala
A disposizione: Perin, Pinsoglio, Chiellini, Rugani, Spinazzola, Khedira, Kean
Allenatore: Allegri
CAGLIARI
Cragno; Srna, Pisacane, Ceppitelli, Padoin (35′ st Sau); Ionita (22′ st Faragò), Bradaric (11′ st Cigarini), Barella; Castro; Joao Pedro, Pavoletti
A disposizione: Rafael, Aresti, Romagna, Pajac, Andreolli, Dessena, Cerri
Allenatore: Maran
ARBITRO: Mariani
ASSISTENTI: Fiorito, Galetto
QUARTO UFFICIALE: Marinelli
VAR: Massa, Posado
AMMONITI: 32′ pt Bradaric, 4′ st Pavoletti, 18′ st Pisacane, 30′ st Matuidi
Juventus-Cagliari 3-1: oggi il bicchiere è mezzo pieno
Ci sono serate in cui il risultato diventa ancora più importante del solito, in cui bisogna dare risposte concrete a chi solitamente riceve i complimenti dell’opinione pubblica, a chi comunque, in un modo o nell’altro, resta lì più o meno attaccato, e dunque questo 3-1 col Cagliari va pesato come fosse un bicchiere mezzo pieno. Un match che fra l’altro poteva essere chiuso ben prima del gol di Cuadrado: il clamoroso palo di Ronaldo e il rigore non concesso per non si sa quale strana combinazione astrale per il mani di Bradaric (sul VAR ci sarebbe da discutere per ore ed ore, e non sarebbero parole dolci, ma non è momento), entrambi sul 2-1, gridano vendetta, ma forse è meglio così, certe cose è meglio che girino in altre situazioni visto poi com’è andata a finire. Quel bicchiere mezzo pieno che, insistendo su Ronaldo, fa capire ancora una volta quanto decisivo possa essere CR7 nel cammino della Vecchia Signora: è il catalizzatore del gioco offensivo, il legno colpito è ancora lì che trema, qualche egoismo a tratti, ma è probabilmente quel di più che accompagna la sua straordinaria grandezza.
Continuando a parlare della parte mezza piena di questo bicchiere, il gol di Dybala è da guardare e riguardare, quanta bellezza nel gesto della Joya: ricordate Zidane a Reggio Calabria? La conclusione finale è differente, avviene tutto nell’altro angolo dell’area di rigore, ma la giocata è molto simile, è quella la zolla dei campioni, Paulo deve diventare fuoriclasse il prima possibile, e questa stagione, lì accanto a Ronaldo, è un’occasione imperdibile se si vuole fare il definitivo salto di qualità.
Diamola, però, un’occhiata all’altra metà del bicchiere: si è detto che in certe situazioni non è importante la prestazione, ma è anche vero che soffrire un po’ di meno sarebbe cosa gradita dal popolo bianconero. Se non ci avesse pensato Benatia a togliere le castagne dal fuoco proprio un attimo prima del 3-1 di Cuadrado, forse ci saremmo ritrovati a raccontare un’altra storia. Fortunatamente no, ma urge continuità di rendimento anche in campionato. Anche, già: mercoledì arriva il Manchester United di Mourinho e Pogba, va chiusa la pratica Champions League per poi concentrarsi sulla difficile pista che attende Pjanic e compagni da qui alla pausa invernale. “La ragazza è intelligente, ma non si applica”: urge smentita rapida, nonostante si stia parlando della partenza migliore dell’intera storia bianconera.
Fabio Giambò