Buongiorno juventini!
Solito appuntamento con Bar Mercato, blob quotidiano di voci e news sul mercato Juve.
Iniziamo e ricordate il nostro motto: nel mercato niente è certo, se non le minchiate.
Dopo la doppia bomba Alves e Mascherano, arriva la superbomba Bucchioni. Breve nota, Enzo Bucchioni (direttore Quotidiano Sportivo, ospite fisso a SportItalia, social star, tifoso viola) è un uomo metà mercato expert e metà king of the bufala. L’anno scorso per premiare la migliore sparata di mercato ci siamo inventati il #PremioBucchioni con, ovviamente, sui primi 3 gradini del podio altrettanti megascoop dello stesso Bucchioni. (stile Tevez torna alla Juve, Conte al Milan sicuro).
La specialità di Bucchioni è l’articolone riepilogativo degli scoop, spesso 6-8 grandi anticipazioni a raffica. Il record di Bucchio è 0 su 8. Cioè ZERO previsioni azzeccate su 8 sparate. Il Pancev del mercato. Vistosi scavalcato dai quotidiani spagnoli, prima ha mandato avanti il suo Pasquaretta con la storia Ibra-Juve poi ieri ha scritto un manifesto del Bucchionismo, eccolo:
Solo il titolo non basta a cogliere le 50 sfumature di Bucchioni che, nell’articolo, parla anche di doppio colpo Juve dal Bayern: Gotze e Benatia e mille altre amenità. Bucchio usa due virtuosismi classici nel suo articolo: l’OPZIONE (su Pogba) data in cambio di un giocatore, che l’expert usa quando un scambio è troppo idiota da ipotizzare e quindi si inventa un intreccio di favori differiti, l’altro è lo SCAMBIO CON CONGUAGLIO, che invece è l’intreccio di due bufale di mercato di diversa proporzione, da compensare quindi con pecunia. Nell’attuale mercato la possibilità di scambi è pressochè minima, figuriamoci quindi con conguagli o maxi-scambio, ma l’expert mercataro si rifà all’immaginario collettivo di Falchetti e Mengoni per mezzo Rumenigge e un quarto di Maradona. Ecco l’utile tabellina di oggi del gergo di mercato:
- Scambio alla pari: piccolo goccio di grappa mattutina per il giornalista,
- Scambio con conguaglio: doppio goccetto, riflessi appannati,
- Due giocatori per uno: whiskey doppio, calo delle capacità mentali,
- Tre giocatori più conguaglio per uno: mezza bottiglia di brandy, difficoltà mentali gravi
- Scambio Isco-James-Danilo-Pogba: mezza enoteca, coma etilico.
Dopo il capolavoro di Bucchioni il resto al confronto è robetta. La Gazzetta dello Sport col buon Laudisa si dedica all’epic troll di Ibra al Milan (classico di fine maggio) e frena invece l’entusiasmo bianconero, con Dani Alves e Mascherano ancora in alto mare. Il CorSport è nel guado tra esaltare gli sparuti lettori Juve e consolare al contempo l’utenza anti-juventina, intanto dà cifre a caso: 3,5 milioni ad Alves, e ben 5 milioni più bonus a Mascherano, con Dani Alves che la prenderà bene. CS dà per fatto Berardi, già per la ventesima volta.
A scatenarsi è TuttoSport che rimpolpa il doppio colpo Alves-Mascherano con Gomes in dirittura d’arrivo, Pjanic ancora nel mirino, per tacere di Gotze e Benatia e Berardi già a Vinovo. Insomma ci vuole un furgoncino per portarli tutti a Torino. Ma dove prenderà i soldi la Juve? Il TS risfodera un vecchio classico del mercato: il TESORETTO, grazie all’addio di Caceres, Hernanes, Martinez (?), Pereyra, Asa e Isla, ben 46 milioni risparmiati.
La Spagna ci sta dando grandissime soddisfazioni e Mundo Deportivo spara: Berardi il quarto attaccante! Mimmo, manco convocato in nazionale, sarebbe andato a parlare con i dirigenti blaugrana e diventerebbe così il primo rincalzo di Messi, Suarez e Neymar. Juve beffata. Gli altri (AS, Marca, Sport) vanno da “Mascherano e Dani Alves non c’è niente di niente con la Juve” a “Alves e Mascherano divideranno un loft in centro a Torino”.
Spazio infine al mitico insider Nicola Ceccarini di Sport Mediaset che assesta la bombetta a sorpresa: Juve fortissima su Kovacic!!
Personaggione del giorno, Giancarlo Padovan che, ospite nel programma radio di Auriemma, dice: L’unico club di serie A che potrebbe prendere Ibrahimovic è….il NAPOLI!
Appuntamento a domani e ricordate il nostro motto: coi quotidiani di oggi domani si incarta il pesce, coi quotidiani sportivi invece meglio portare il cane a fare i bisognini.
La scheda scouting di Dani Alves
Daniel Alves da Silva, al secolo Dani Alves, nasce il 6 maggio 1983 a Juazeiro, piccolo comune nello stato brasiliano di Bahia. Laterale di destra a tutto campo (può giocare, indifferentemente, terzino o esterno alto d’attacco), fisicamente filiforme (1.72 per 70 kg), ha nella gran tecnica di base in velocità e nella resistenza sue caratteristiche migliori.
Dopo essersi calcisticamente formato nel Bahia, nel marzo del 2002 passa al Siviglia, inizialmente in prestito. In realtà ci mette poco a convincere gli andalusi a riscattarlo alla fine della stagione, contribuendo, poi, alla conquista di due Coppe Uefa, una Supercoppa Europea e una Coppa del Re nelle successive 6 stagioni (11 gol in 175 presenze). I problemi con la dirigenza, però, iniziano a sorgere nell’agosto del 2007. Sulla scrivania del presidente Josè Maria Del Nido arriva un’offerta da 36 milioni di euro del Chelsea, destinazione graditissima dal giocatore. Il plenipotenziario andaluso, però, giudica la cifra troppo bassa, rispedendo il tutto al mittente e dando il via ad un lungo braccio di ferro con il giocatore che solo la tragica scomparsa di Antonio Puerta riuscirà a mettere in secondo piano.
L’anno dopo l’offerta giusta è quella del Barcellona: 32 milioni più bonus (per una cifra che si aggira sui 40 milioni) consentono al brasiliano di sbarcare sulla ramblas. Dove trova l’amore tecnico della sua vita, quel Pep Guardiola che ne fa la seconda opzione offensiva della squadra dopo il tridente delle meraviglie Messi-Henry-Eto’o, sfruttandone al meglio la capacità di inserimento sui tagli alle spalle dei difensori. E’ l’autentico uomo ombra della delantera: sai che ti attaccherà dalla sua parte, ma non sai quando e come. Il risultato sono caterve di comodi assist che quei tre lì davanti devono solo mettere in porta La prima stagione è un trionfo, personale e di squadra: Liga, Champions e Coppa del Re trovano dimora al Camp Nou, con Dani che contribuisce con 5 reti in 54 presenze.
Negli anni successivi cambiano gli allenatori (Vilanova, Tata Martino, Luis Enrique) ma lui continua ad essere un punto fisso dell’undici catalano, con il quale vince praticamente tutto: 23 trofei, tra cui spiccano i 6 campionati spagnoli e le 3 Champions League. Il suo score personale con il Barca parla di 14 reti in 247 apparizioni.
Caratteristiche tecniche
Dani Alves è il classico giocatore che non avrebbe bisogno di presentazioni. Di lui, infatti, si sa praticamente tutto. Destro naturale ma dotato di un buon calcio con entrambi i piedi, tecnicamente ineccepibile e con un’ottima risposta allo sforzo nel medio/lungo periodo nonostante le 33 primavere sulle spalle, come dimostrano le 48 presenze (29 in campionato di cui 17 da titolare) e i 3834 minuti (senza reti all’attivo) disputati nel corso dell’ultima stagione. E’ in grado di ricoprire tutti i ruoli in fascia (e questo lo rende un profilo adattabile senza troppa difficoltà al 3-5-2), con una quasi ovvia predilezione per la fase offensiva: detto della sua grande capacità di inserimento alle spalle della linea difensiva, la facilità nell’1 vs 1 e nel costruirsi lo spazio da attaccare partendo da fermo, il coefficiente di precisione nei cross quasi doppio rispetto ai pari ruolo in Liga (4 assist e 17 key passes nell’ultima stagione), ne fanno un evidente upgrade rispetto a Lichtsteiner. Dal quale, però, dovrebbe apprendere non pochi rudimenti su coperture difensive, diagonali e quant’altro, soprattutto in un campionato dove sono pochissime le partite già chiuse dopo mezz’ora, magari sul 4-0 come sovente gli è capitato al Barca. Non ingannino, quindi, i numeri che parlano di un solo errore difensivo (che ha portato cioè a un tiro nello specchio della porta) in tutta la stagione. Oltre la metà degli interventi difensivi di Alves sono anticipi e/o intercetti con gli avversari presi molto alti nella loro metà campo difensiva: il resto si sostanzia in rinvii in stile Barca (quindi non campanili a casaccio a pulire l’area, ma veri e propri outlet passes per avviare l’azione offensiva) e pochissime conclusioni respinte. Bene per una squadra abituata a fare la partita sempre, comunque e contro chiunque, da valutare in una Juve che, soprattutto in Champions contro le big, ha dovuto prima contenere (spesso abbassando il baricentro) e poi ripartire.
Le ultime due stagioni
Non c’è dubbio che, soprattutto se confrontata con il 2014/2015, l’ultima stagione del nostro non sia da annoverare tra le migliori della sua carriera. Nel triplete targato Luis Enrique, infatti, Dani Alves ha contribuito con una continuità di rendimento mostruosa, sopperendo alla mancanza di reti all’attivo (shot accuracy del 21% rispetto al 36 del 2015/2016) con 6 assist, 34 key passes e il 45% dei duelli con il diretto avversario vinti (che diventano 4, 14 e ancora 45% in Champions). Certo, gli errori difensivi sono molti di più (ben 5, di cui due sono costati un gol), ma in una squadra che va per i tre gol a partita si tratta di un dettaglio quasi trascurabile.
Quest’anno, invece, il calo (se di calo si può parlare) è stato soprattutto dal punto di vista mentale. Fisicamente, infatti, il giocatore è ancora integro (in tal senso, la su conformazione fisica aiuta), al netto del problema all’inguine che l’ha costretto a saltare 6 partite ad inizio annata. Concentrazione, applicazione e impegno, invece, sono stati tali da far pensare che il suo ciclo a Barcellona si sia esaurito, con le prestazioni che sono andate di pari passo a una situazione (anche contrattuale) non semplicissima.
Il nodo è proprio questo. Un Dani Alves totalmente focalizzato sul nuovo progetto (Juve o altro) torna sicuramente utile alla causa, indipendentemente da età e logorio fisico. Del resto la controprova ce l’abbiamo in casa, con un campionato vinto e una Champions ben giocata grazie anche alle 20-25 partite ad altissimo livello di Khedira. Viceversa mettere sotto contratto pluriennale un giocatore si di alto livello ma, al contempo, fortemente umorale e poco concentrato sulla realtà che lo circonda, potrebbe essere rischioso.