Bar Mercato (30.5) Smorfie, Venerati e Minchiotti

Buongiorno juventini.

Benvenuti al blob quotidiano con le voci, gli scoop e le puttanate di mercato sulla Juve da quotidiani e TV. Iniziamo subito e ricordate il nostro motto: il mercato non dorme mai, ecco perché ha sempre due occhiaie pazzesche!

Il lunedì laggente è incazzata e stressata per l’inizio della settimana, ecco perché i quotidiani sportivi hanno un approccio soft nelle news : niente bufale, niente superScoop, niente megaShock, solo un mesto ricapitolone delle illazioni che si trascinano da mesi.

L’unica clamorosa, imperdibile, sensazionale Big News è nientedimeno LA SMORFIA DI ALLEGRI! Ne abbiamo già parlato su Jvtb (qui): Allegri fa due mossettine, tre smorfie in pieno cazzeggio libero e l’Ansa e tutti i portali e quotidiani sportivi ci ricamano su un “Pogba? Speriamo resti“, peraltro totalmente e palesemente errato. Se expert ed insider travisano in pieno giorno un’intervista Rai con milioni di spettatori, figuriamoci le minchiate assolute che vengono fuori da mezze paroline e frasette. In pratica ogni volta che leggiamo “Pogba-Chelsea: è fatta!” magari è solo una smorfia di Abrahmovic, una mossettina di Paul o un occhiolino di Marotta…ecco

La Gazzetta dello Sport fa il suo ricapitolone: Dani Alves si fa in 48-72 ore con ingaggio biennale a 3,5 (al Barca prenderebbe 7 in un anno..), e la prova provata è il contratto siglato dalla moglie modella con un’agenzia di Milano (azz!). Per Mascherano il Barca vuole 25 (erano 80 tre giorni fa, erano 60 l’altroieri, erano 30 fino a domenica a mezzanotte..), ma la Juve offre 15. Per Gomes la Juve offre 30+15 di bonus, ma il Valencia è fermo a 45 (non era fermo a 60?) e aspetta l’offerta di Mou. Nel frattempo si decide su Morata (48-72 ore) con tentativo disperato di Marotta che offre i soliti 25. Se va male per la GDS la Juve si consolerà con Berardi, cedendo al Sassuolo soldi Caprari e Lapadula (con quest’ultimo che però andrà sicuramente al Napoli, alla Lazio, al Genoa, e bla bla..). Le alternative sono sempre Lukaku e Batshuayi. Insomma è lo stesso l’articolo di lunedì scorso copiato ed incollato oggi. L’unica news è che per Pjanic ora la Roma accetta le rate…(TAN 0, TAEG 4,5%..)

Il Corsport conferma le 48-72 ore per Alves e Morata (ne riparliamo tra 48-72 ore..) così come Batshuayi e Lukaku. Per quest’ultimo precisa: costa 50 milioni ma l’agente è Raiola (…)! Come a dire, costa troppo ma Raiola-Juve-Pogba eh eh, occhiolino, occhiolino, smorfietta…

Tuttosport ha già archiviato Alves alla Juve e continua a dire che Mascherano soffre in catalogna e sta lottando per liberarsi dal giogo blaugrana per venire a Torino con ingaggio dimezzato. Per Gomes ora la Juve “ha fretta” perché incombe Mourinho. Nel frattempo su Pereyra c’è il West Ham (15 milioni). Segnatevi il West Ham: è la squadra di Premier jolly per il mercato in uscita delle italiane, perché ha un nome semplice da pronunciare, non è famosa come Chelsea e Manchester e avrebbe -per gli expert- soldi da elargire a iosa per tutti gli scarti di Serie A. Per TS il Chelsea invece è su Asamoah, ma solo e soltanto perché c’è Conte…. A tal proposito possiamo anticipare che tra poco il Watford dei Pozzo e di Mazzarri sarà su mezza serie A, e come ti sbagli!?.

Gazza quindi preme su Pjanic a rate, TS va su Gomes, il CS ritira fuori blandamente Cavani. A tal proposito utile tabellina riepilogativa:

Caso A: Juve Beffata! (es.: Gomes)

  • Juve su Gomes, accordo raggiunto.
  • Gomes vuole solo la Juve.
  • Juve-Gomes: si, manca l’ok del Valencia
  • Juve, occhio! Mou ti soffia gomes
  • Mou offre di più per Gomes: Juve beffata

Caso B: Nodo Ingaggio! (es.: Cavani)

  • Juve su Cavani, il PSG può mollarlo
  • Cavani vuole solo la Juve.
  • Juve-Cavani: si lavora alla formula
  • Cavani, nodo ingaggio, ma potrebbe spalmare
  • Juve, Cavani impossibile, guadagna troppo.

Ciro Venerato per Mascherano mette insieme il Caso A+Caso B. Premessa: Venerato, insider di mercato Rai, è quel giornalista che si appiccicò a Moggi, venerandolo, e che coniò per Lucianone il grandioso “incute simpatia“. Ora Venerato è relegato a dire tre puttanate alla fine delle due ore di altrettante puttanate della Domenica Sportiva (che ieri ha assegnato al Napoli anche lo Scudetto dell’Infermeria..). Venerato ci fa sapere che Mascherano è impossibile per “A” (il Barca vuole una Barca di milioni), per “B” (Mascherano guadagna 8 milioni), ma anche per “C” (l’argentino “mette in giro” le voci solo per farsi rinnovare il contratto..). Venerato stronca anche la pista Gomes, dicendo che Mou per il suo connazionale farebbe “carte false”, alla Oriali..

Di Marzio vola basso e si butta su Neto, cedibile a 10 milioni al primo offerente: Napoli, Roma o Inter. Praticamente un nostro scarto sarebbe l’estremo difensore della diretta concorrenza.

Personaggioni del giorno quelli di Calciomercato.com con questo tweet:

Senza nome

 

PS: il caporedattore di Calciomercato.com si chiama Minchiotti, nomen omen..

Appuntamento a domani e ricordate il nostro motto: con i quotidiani di oggi scendo il cane che lo piscio, e se fa qualcosa di più..ho i giornali!.

La scheda scouting di Dani Alves

Claudio Pellecchia

Biografia

Daniel Alves da Silva, conosciuto come Dani Alves, nasce il 6 maggio 1983 a Juazeiro, piccolo comune nello stato brasiliano di Bahia. Laterale di destra a tutto campo (può giocare, indifferentemente, terzino o esterno alto d’attacco), fisicamente filiforme (1.72 per 70 kg), ha nella gran tecnica di base in velocità e nella resistenza le sue caratteristiche migliori.

Dopo essersi calcisticamente formato nel Bahia, nel marzo del 2002 passa al Siviglia, inizialmente in prestito. In realtà ci mette poco a convincere gli andalusi a riscattarlo alla fine della stagione, contribuendo, poi, alla conquista di due Coppe Uefa, una Supercoppa Europea e una Coppa del Re nelle successive 6 stagioni (11 gol in 175 presenze). I problemi con la dirigenza, però, iniziano a sorgere nell’agosto del 2007. Sulla scrivania del presidente Josè Maria Del Nido arriva un’offerta da 36 milioni di euro del Chelsea, destinazione graditissima dal giocatore. Il plenipotenziario andaluso, però, giudica la cifra troppo bassa, rispedendo il tutto al mittente e dando il via ad un lungo braccio di ferro con il giocatore che solo la tragica scomparsa di Antonio Puerta riuscirà a mettere in secondo piano.

L’anno dopo l’offerta giusta è quella del Barcellona: 32 milioni più bonus (per una cifra che si aggira sui 40 milioni) consentono al brasiliano di sbarcare sulla ramblas. Dove trova l’amore tecnico della sua vita, quel Pep Guardiola che ne fa la seconda opzione offensiva della squadra dopo il tridente delle meraviglie Messi-Henry-Eto’o, sfruttandone al meglio la capacità di inserimento sui tagli alle spalle dei difensori. E’ l’autentico uomo ombra della delantera: sai che ti attaccherà dalla sua parte, ma non sai quando e come. Il risultato sono caterve di comodi assist che quei tre lì davanti devono solo mettere in porta La prima stagione è un trionfo, personale e di squadra: Liga, Champions e Coppa del Re trovano dimora al Camp Nou, con Dani che contribuisce con 5 reti in 54 presenze.

Negli anni successivi cambiano gli allenatori (Vilanova, Tata Martino, Luis Enrique)  ma lui continua ad essere un punto fisso dell’undici catalano, con il quale vince praticamente tutto: 23 trofei, tra cui spiccano i 6 campionati spagnoli e le 3 Champions League. Il suo score personale con il Barca parla di 14 reti in 247 apparizioni.

Caratteristiche tecniche

Dani Alves è il classico giocatore che non avrebbe bisogno di presentazioni. Di lui, infatti, si sa praticamente tutto. Destro naturale ma dotato di un buon calcio con entrambi i piedi, tecnicamente ineccepibile e con un’ottima risposta allo sforzo nel medio/lungo periodo nonostante le 33 primavere sulle spalle, come dimostrano le 48 presenze (29 in campionato di cui 17 da titolare) e i 3834 minuti (senza reti all’attivo) disputati nel corso dell’ultima stagione. E’ in grado di ricoprire tutti i ruoli in fascia (e questo lo rende un profilo adattabile senza troppa difficoltà al 3-5-2), con una quasi ovvia predilezione per la fase offensiva: detto della sua grande capacità di inserimento alle spalle della linea difensiva, la facilità nell’1 vs 1 e nel costruirsi lo spazio da attaccare partendo da fermo, nonché il coefficiente di precisione nei cross quasi doppio rispetto ai pari ruolo in Liga (4 assist e 17 key passes nell’ultima stagione), ne fanno un evidente upgrade rispetto a Lichtsteiner. Dal quale, però, dovrebbe apprendere non pochi rudimenti su coperture difensive, diagonali e quant’altro, soprattutto in un campionato dove sono pochissime le partite già chiuse dopo mezz’ora, magari sul 4-0 come sovente gli è capitato al Barca. Non ingannino, quindi, i numeri che parlano di un solo errore difensivo (che ha portato cioè a un tiro nello specchio della porta) in tutta la stagione. Oltre la metà degli interventi difensivi di Alves sono anticipi e/o intercetti con gli avversari presi molto alti nella loro metà campo difensiva: il resto si sostanzia in rinvii in stile Barca (quindi non campanili a casaccio a pulire l’area, ma veri e propri outlet passes per avviare l’azione offensiva) e pochissime conclusioni respinte. Bene per una squadra abituata a fare la partita sempre, comunque e contro chiunque, da valutare in una Juve che, soprattutto in Champions contro le big, ha dovuto prima contenere (spesso abbassando il baricentro) e poi ripartire.

Le ultime due stagioni

Non c’è dubbio che, soprattutto se confrontata con il 2014/2015, l’ultima stagione del nostro non sia da annoverare tra le migliori della sua carriera. Nel triplete targato Luis Enrique, infatti, Dani Alves ha contribuito con una continuità di rendimento mostruosa, sopperendo alla mancanza di reti all’attivo (shot accuracy del 21% rispetto al 36 del 2015/2016) con 6 assist, 34 key passes e il 45% dei duelli con il diretto avversario vinti (che diventano 4, 14 e ancora 45% in Champions). Certo, gli errori difensivi sono molti di più (ben 5, di cui due sono costati un gol), ma in una squadra che va per i tre gol a partita si tratta di un dettaglio quasi trascurabile.

Quest’anno, invece, il calo (se di calo si può parlare) è stato soprattutto dal punto di vista mentale. Fisicamente, infatti, il giocatore è ancora integro (in tal senso, la su conformazione fisica aiuta), al netto del problema all’inguine che l’ha costretto a saltare 6 partite ad inizio annata. Concentrazione, applicazione e impegno, invece, sono stati tali da far pensare che il suo ciclo a Barcellona si sia esaurito, con le prestazioni che sono andate di pari passo a una situazione (anche contrattuale) non semplicissima.

Il nodo è proprio questo. Un Dani Alves totalmente focalizzato sul nuovo progetto (Juve o altro) torna sicuramente utile alla causa, indipendentemente da età e logorio fisico. Del resto la controprova ce l’abbiamo in casa, con un campionato vinto e una Champions ben giocata grazie anche alle 20-25 partite ad altissimo livello di Khedira. Viceversa mettere sotto contratto pluriennale un giocatore si di alto livello ma, al contempo, fortemente umorale e poco concentrato sulla realtà che lo circonda, potrebbe essere rischioso.