Bar Mercato (6.6) – Tesoretto Juve

Buongiorno Juventini!

Partiamo subito con la rassegna di scoop, sussurri, voci, pernacchie e rutti di mercato Juve da tutti i quotidiani, tv, social con la partecipazione dei migliori insider mercatari e ricordate il nostro motto: cielo a pecorelle, mercato a catinelle!

Il lunedì è il giorno dell’assestamente di mercato: si riepiloga, si elenca, si riannodano i fili e si ri-etichettano le scadenze.

La Gazzetta dello Sport in questo è maestra e attacca con: “Dani Alves firma tra 48 ore!” Rispuntano quindi le 48 ore che la Gazza aveva già dato lunedì scorso (48/72 ore, prima di virare su “fine settimana”, probabilmente sarà così anche questa settimana). Ri-etichettato anche Berardientro fine settimana“, con Caprari (ancora non preso), Lapadula (ma “è difficile”) e Mandragora al Sassuolo (gli stessi con cui “la Juve lavorava ad un patto con l’Empoli“, tre giorni fa..). Almeno una volta c’era l’importante ricorrenza delle “comproprietà” per cui tutto il mercato si faceva “dopo aver risolto il nodo comproprietà”. Ora invece il limite è stato la Copa America (“tutto sarà deciso prima della Copa..” ormai iniziata), sono gli Europei (“tutto entro gli Europei!”), saranno ancora gli Europei (“tutto posticipato a dopo gli Europei!“) e poi ancora ovviamente i ritiri (“tutto sarà deciso entro la data del ritiro“) e infine il tour (“prima del tour“, “subito dopo il tour“) e bla bla, in un continuo ri-etichettare scadenza fino al 2 settembre, poi si “posticiperà a gennaio”). La Gazzetta affossa definitivamente l’ipotesi Mascherano, per le voci (lo spagnolo Sport fonte autorevolissima..) che danno El Jefe in via di rinnovo a 10  milioni l’anno (più di Iniesta..). Peccato quindi per “il blitz immintente di Marotta in America..”. Gazza quindi si lancia in un “Juve avanti (per) Pjanic” con i bianconeri pronti ad offrire 35 milioni (o un Zaza a caso). Quindi Juve Beffata!

La Gazza poi comincia con la classica rubrica del tesoretto. E’ la rubrica parallela alle minchiate di mercato in entrata, molto in voga per i club povery (quindi le milanesi pre-cinesi) per giustificare esborsi alti. In sostanza è l’elenco di tutti gli scarti e i parìa della squadra che magicamente si trasformano in oro con quotazioni stellari. Tutta gente che in passato non ha mai fruttato una lira e che vale un quarto di vino e una gazzosa e che ora, se venduta tutta assieme a pollastri da spennare, frutterà il TESORETTO. La Juve quindi piazzerà Asamoah a 20 milioni (più di quando era giovane e sano), Hernanes a 11 milioni (più di quando almeno camminava), Pereyra dai 15 ai 20 (come mai in carriera) e Isla a 8-10 milioni (come quando Marotta aveva esagerato col Pinot dei francesi..)

Passiamo al Corriere dello Sport che ci gode a farci rosicare: “Lichtsteiner VUOLE andare via, probabilmente all’Inter” che ormai è più ricca di Real e Barca, ma “attenzione!” nonostante siano stra-ricchi (per il CS prenderanno Yaya Tourè, Lamela, Teixeira, etc.) i nuovi cinesi nerazzurri “non intendono fare regali alla Juve!“. Quindi #JuveBeffata ! Tra l’altro la Juve quindi ritorna su De Sciglio, ma il Milan non intende privarsene: #JuveBeffata ! il CorSport ci segnala comunque che (da un mese) Vrsaljko preferisce il Napoli (o al massimo l’Atletico) alla Juve: Buve Jeffata!

Il CorSport però fa ritornare in auge la pista tedesca: “Gotze e Benatia, Missione Juve a Monaco!”, poi però precisa “la Juve vorrebbe Benatia solo in prestito, ma il Bayern no, e per Gotze è solo una suggestione“, e quindi che cacchio di Missione Juve è!?. Ma CS scrive “dalla Germania insistono!“. Utile tabellina:

  • in Spagna si sussurra: non so un cazzo e mi invento una voce,
  • in Inghilterra fanno sapere: ho letto la prima minchiata inglese,
  • in Germania insistono: ho letta una mezza cavolata, ma bluffo,
  • in Francia sono sicuri: un tizio francese ha esagerato col Pinot
  • in *Paese Sudamericano confermano: puttanata al 100%

Il Mattino prosegue invece la sua personale lotta: Dani Alves con la maglia da carcerato è più di un indizio; intrigo Lapadula, ha detto si al Napoli, vuole solo il Napoli, ma c’è la Juve (maledetti!!); offerta ad Herrera, ha detto sì al Napoli, vuole solo il Napoli, ma spunta anche la Juve (maledetti, infami!!).

E veniamo ai King of Bufals, TuttoSport ormai esce con il DVD della planimetria del loft di Dani Alves a Torino ed il poster di Berardi con la nuova maglia. Mascherano lotta e Gomes preferirebbe comunque la Juve al triplo dei soldi di Mourinho, e fin qui sono cose vecchie. Ecco le novità: dalla Premier offrono 30 (!) milioni per Zaza, indovinate chi? Ma è chiaro! Il West Ham (chi mi segue e ha letto le scorse puntate conosce bene la logica del West Ham compratutto..). Incomincia invece sottotraccia il vero leit motiv di Luglio: #HernanesRifiuta, intanto “non pare convinto delle offerte dello Shangai Shenua e dello Shangai SIPG (si parte dalle squadre di Shangai, che sono le più facili da pronunciare, poi ci si allargherà..). TS che solo sabato parlava di Juve molto fredda su Kovacic, oggi ci fa sapere che le cose sono in fase avanzata: il Real darebbe Kovacic e 5 milioni per ricomprare Morata. Però al tempo stesso su Morata ci sono nuovi spiragli (è la tendenza da qualche giorno, dalle dichiarazioni ovvie di Zidane..) ma il Real ha 6 offerte, ma ora la Juve spera, ma il Real vuole massimizzare la plusvalenza, ma anzi, la Juve è convinta di tenerlo! E quindi?

In Spagna abbiamo già detto di Sport per cui Mascherano beccherà 10 milioni l’anno, alla faccia di Iniesta e soci, mentre in Inghilterra (Mirror) mettono la Juve su Wijnaldum retrocesso in Championship con Benitez. La Juve per gli inglesi è un po’ il West Ham per gli italiani: quando occorre piazzare qualcuno il nome Juve ci si infila sempre, è famosa, corta e gli inglesi la pronunciano abbastanza bene. Il top è Ibra che con Minone ha creato l’Evento Mercato dell’anno: il 7 giugno spareranno la Vera Verità: Bufe Jevvata!

in TV la domenica sera è il Venerato show: Hernanes tentato da un club di Shangai a caso, su Neto ci sono due inglesi, l’Everton e…indovinate un po?...il WEST HAM!!! Su Pereyra invece interesse russo (lo Zenit) e dalla Premier, e chi può mai essere?….il WEST HAM!!!! Venerato infine ci rifila la raffica: Morata sicuro al Chelsea o al PSG (Juve Beffed o Juve Beffèe), Mascherano assolutamente NO (Juve Beffadas), Gomes da Mou via Mendes (Juve Beffajoada) e c’è il no anche del Borussia per Mkhitaryan (Juve Beffaten!)

Pedullà con l’arroganza di chi ne sa e gli altri no, ci spiega coi disegnini: su Kovacic la Juve è fredda, è il Real che l’ha offerto ma la Juve non lo vuole. Goal.it ci fa sapere che la Juve è su Emre Mor ma la pista è complicata (come si dirà poi in turco Juve Beffata!?) e che Zaza “non ha mai escluso la pista inglese“. Calciomercato.com (Romano) ci informa che su Lapadula “la juve ha un problema” e che per Ikone il “PSG rilancia e si infuria” (ma non era già infuriato da una settimana?).

Di Marzio lancia l’esclusiva di Mascherano: “Il Barca non mi lascia andare, ma c’è sempre la possibilità di partire, o di restare…“. Io direi che ci sarebbe anche la possibilità, per Mascherano, di andare..a quel paese..

Calciomercato.com (caporedattore Minchiotti..) vince il premio personaggioni del giorno (anche se Walter Sabatini è il vincitore morale..)

 

Ma prima di Ionita, mancherebbe Rincon..

Appuntamento a domani e ricordate il ns. motto: con i giornali di oggi domani la Juve è beffata!

Sandro Scarpa.

La scheda scouting di Michy Batshuayi

 Jacopo Azzolini

BIOGRAFIA

Nonostante Michy Batshuayi, ragazzo belga di origine congolese classe 1993, sia oggi tra i giovani attaccanti più in vista d’Europa, il suo percorso non è certo stato in discesa. A differenza di molti suoi colleghi, che fin da subito si sono imposti nelle giovanili, l’attuale giocatore dell’Olympique Marsiglia ha avuto non pochi problemi. Soprattutto caratteriali. Sono stati molti gli allenatori esasperati dal suo comportamento, tant’è che ai tempi dell’Anderlecht viene allontanato da mister Yannick Ferrara, offeso dalla sua indisciplina. Batshuayi non demorde e, dopo un periodo al Fc Brussels, nel 2008 passa allo Standard Liegi, con cui a 18 anni esordisce in Jupiter League. La sua crescita è netta ed esponenziale, sia in termini di presenze che in termini di gol: passa dai 6 della stagione 2011-2012 (25 le gare disputate, quasi tutte partendo dalla panchina) ai 21 del 2013-2014, in cui ormai è titolare fisso.  Il carattere ribelle viene domato, anche se non si placa del tutto: nel 2012 viene espulso per quattro giornate a causa di una brutta reazione su un Simayes del Genk, mentre l’anno seguente viene spedito a casa dall’Under 21 per aver invitato delle ragazze nella propria camera il giorno prima della partita.

Il Marsiglia di Bielsa nota le prestazioni del ragazzo e lo acquista per 6 milioni. Nella prima parte di stagione gioca poco, soprattutto a causa dello strepitoso stato di forma di Gignac. Piano piano, però, entra sempre di più nei piani del “Loco”, che lo fa scendere in campo con continuità. Nelle ultime 12 partite segna 7 reti, pur non giocando mai più di 60’ a gara. Chiude il campionato con 9 squilli, per una media gol impressionante: una segnatura ogni 99 minuti. Come se non bastasse, trova la rete pure all’esordio in Nazionale. La stagione appena conclusa è stata quella della consacrazione: titolare inamovibile e 17 gol realizzati, che lo rendono obiettivo di mercato di diversi top club. Inoltre è una delle numerose risorse della formazione di Wilmots per gli Europei, palcoscenico in cui il talento belga spera di consacrarsi ulteriormente.

CARATTERISTICHE TECNICHE

Batshuayi è alto 182 cm e pesa 78 kg. A differenza del suo compagno di nazionale Lukaku, non dispone di un fisico imponente. Sostituisce questo limite con una notevole agilità e un’elevata mobilità, che lo rendono imprevedibile e difficile da marcare. Destro di piede, sa però usare benissimo anche il sinistro, tant’è che in quest’ultima stagione 5 gol su 17 sono arrivati grazie al mancino. Dispone pure di un eccellente stacco aereo: riesce infatti a dare molta forza al pallone, oltre che indirizzarlo con precisione.

Tutti i suoi gol sono arrivati dentro l’area, ma va sottolineato che Batshuayi prova spesso la conclusione dalla distanza: infatti, effettua quasi un tiro a partita da lontano. Deve semplicemente migliorare nella cattiveria e nella coordinazione (a volte è un po’ troppo piatto in questo aspetto).

Dotato di un’eccellente progressione palla al piede che gli consente di superare l’avversario, è molto bravo ad aggredire la profondità e a vedere lo spazio anche in situazioni complicate. Titolare inamovibile nel 4-2-3-1 del Marsiglia, spesso retrocede la propria posizione e svaria su tutto il fronte d’attacco per dialogare coi compagni e/o fungere da sponda per gli inserimenti (è il secondo attaccante della Ligue 1 per assist compiuti: 9). E’ forse qui che il belga deve migliorare ulteriormente: ha un primo tocco non ottimale, che spesso gli fa perdere palla. La precisione dei passaggi nell’arco della singola gara necessita di un aggiustamento, visto che Batshuayi ne azzecca solo il 74%. Inoltre, pur non toccando di certo pochi palloni – media di 19 passaggi a partita -, ha le qualità per compiere un ulteriore step ed entrare ancora di più nel vivo del gioco.

Oltre a partecipare attivamente alla manovra della sua squadra, va sottolineato che sotto porta Batshuayi è un finalizzatore eccezionale, un vero e proprio falco dell’area di rigore. Agisce spesso sul filo del fuorigioco per trovare lo spazio giusto e coi suoi movimenti riesce a prendere il tempo sul marcatore, arrivando con efficacia sui cross/passaggi dei compagni. Sa sostanzialmente farsi trovare al posto giusto al momento giusto, tant’è che è in Francia è il secondo giocatore per tiri dentro l’area di rigore. Vero è che in Ligue 1 non ci sono fasi difensive impeccabili, ma comunque Batshuayi non è di sicuro il giocatore più facile da tenere sotto controllo visto che è molto bravo nello sgusciare alle spalle dell’avversario.

 

In questa stagione è avvenuto un netto miglioramento per quanto riguarda i contrasti, che prima erano un vero tallone d’Achille per il giocatore. Ha moltiplicato il numero dei duelli aerei vinti ed è diventato più efficace nel tackle: progressi significativi e necessari per chi ambisce a diventare una prima punta di successo. Il ruolo di perno dell’attacco che gli ha cucito addosso Michèl lo ha limitato in generale nella fase difensiva, soprattutto nei ripiegamenti quando l’avversario è in possesso della palla. Non a caso, si è dimezzata la quantità di intercetti ed è diminuito il numero dei falli (nella stagione 2014-2015, oltre il 65% di questi era avvenuto nella trequarti difensiva o intorno al cerchio di centrocampo: come dire, dava un grossa mano alla squadra anche nei momenti di maggior passività). Di certo, è un giocatore diametralmente opposto rispetto all’attuale centravanti della Juventus, che ha nei contrasti e nel contenimento quasi numeri da difensore.

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Fonte: Squawka

PROSPETTIVE

Il ragazzo è principalmente obiettivo di club inglesi, che vedono il belga come facilmente adattabile ad un certo tipo di calcio. Ha un prezzo ancora accessibile e pare che pure la Juventus sia interessata. Tecnicamente è un giocatore con valori importanti e la sua giovane età può consentire di pianificare un progetto a lungo termine. Dipende però cosa si cerca: se si vuole lavorare in prospettiva è un conto, se si pretendono risultati nell’immediato è un altro paio di maniche. Per il ventiduenne, l’approccio in un calcio tattico come quello italiano non è scontato, soprattutto se si pensa alla stragrande maggioranza delle gare che affronta la Juventus: ossia, match contro avversari esclusivamente dedicati all’ergere barricate nella propria porta, in cui spesso si gioca in un fazzoletto di terra. Sarebbe una scommessa puntare su una prima punta non fortissima fisicamente ed abituata unicamente ed esaltarsi in contesti dove gli spazi sono maggiori e le marcature piuttosto leggere (senza dimenticare che, più genericamente, la Ligue 1 non è certo un top campionato).  La sua capacità di dialogare col resto della squadra è interessante e sviluppabile,  ma c’è più di un dubbio sulla sua  incisività offensiva e sul “fare peso “ in attacco. Non è sicuro che il ragazzo possa rivelarsi un valore aggiunto e, anche se ciò avvenisse, le probabilità che si affermi in tempi brevi sono ancora minori.

La scheda scouting di Gabriel Jesus

 

di Stefano Francesco Utzeri

Gabriel Fernando de Jesus, più semplicemente Gabriel Jesus, soprannominato in patria O’ Fenomeno (soprannome che lo distingue da Gabriel Barbosa, noto Gabigol e attaccante del Santos), nasce a San Paolo il 3 aprile 1997 e inizia a giocare per strada, come vuole la tradizione del futebol verdeoro. Successivamente muove i primissimi passi nell’ Anhanguera, piccola società di San Paolo, in cui milita fino ai 16 anni, quando viene notato da diversi osservatori delle più famose società del distretto di San Paolo, grazie anche al titolo di capocannoniere della Copa São Paulo Under 15, in cui mette a segno 29 gol. Gabriel, che aveva già un agente (attualmente detentore di parte del cartellino), alla fine sceglie una delle più note società del paese: il Palmeiras. Nelle giovanili del “Verdão” Gabriel disputa dal 2013 due stagioni giocando quasi sempre da punta nonostante un fisico non propriamente statuario: inizia come riserva, conquistando il posto da titolare durante il Campionato Statale Paulista Under 17 a suon di gol e terminando la stagione con 48 partite giocate segnando 54 reti. Nel 2014 partecipa ancora al Paulista Under 17 e in 22 partite segna ben 37 gol, diventando capocannoniere e recordman assoluto della competizione. Sempre dal 2014, con il tecnico argentino della prima squadra, Ricardo Gareca, è costantemente aggregato alla prima squadra, senza tuttavia esordire mai, a causa della difficile situazione di classifica del club brasiliano.

L’esplosione e la notorietà

Nel 2015 Gabriel esordisce finalmente nella prima squadra del Palmeiras durante il Campionato Statale, il 7 marzo 2015 contro il Bragantino, in cui fu proprio la Torcida Alviverde a chiederne l’ingresso in campo; a maggio arriva l’esordio nel Campionato Brasiliano, contro l’Atletico Mineiro, nel 2-2 casalingo in cui gioca titolare come punta centrale in un 4-3-3. La notorietà però arriva nel Campionato Mondiale Under 20 2015, in Nuova Zelanda, dove in assenza delle stelline Gabriel Barbosa e Kenedy, viene convocato e gioca titolare come esterno destro offensivo mettendosi in mostra grazie al gol e ai tre assist, diverse giocate decisive e trasformando l’ultimo rigore contro l’Uruguay negli ottavi di finale.
Rientrato nel club progressivamente torna a giocare titolare, venendo schierato dal tecnico Marcelo Oliveira prevalentemente da esterno sinistro offensivo, come si suol dire “a piede invertito” essendo un destro naturale.
Al termine del 2015 chiude la prima stagione da professionista con 20 presenze, 4 gol e 2 assist in campionato.
La vera esplosione tecnica avviene nel 2016, quando dopo il Campionato Paulista in cui segna 5 gol in 12 partite, colleziona anche 4 gol in 5 partite di Copa Libertadores, principalmente sempre in posizione di ala sinistra. Nella prima partita del Brasileirao 2016 segna una doppietta e fornisce un assist, contro l’Atletico Paranaense.

Caratteristiche tecniche e tattiche

La caratteristica principale di Gabriel Jesus è senz’altro la rapidità palla al piede. E’ un calciatore brevilineo e leggero (177 cm x 73 kg), possiede un dribbling secco micidiale, simile a quello di Juan Cuadrado, con una repentina finta di corpo è in grado di lasciare l’avversario sul posto, caratteristica che gli permette di essere efficacissimo nell’isolamento 1 vs 1 sulla fascia sia per andare a crossare che per rientrare sul piede preferito e calciare verso la porta. Possiede, e le statistiche lo dimostrano, un notevole fiuto del gol, e sottoporta è quasi sempre molto freddo e risolutivo. Il suo piede naturale è il destro e il sinistro in fase di conduzione della palla lo utilizza ben poco, quasi mai, ma nonostante questo calcia bene anche col mancino.


Le caratteristiche tecniche fanno di lui un potenziale attaccante in grado di svariare su tutto il fronte: l’abilità nel creare la superiorità numerica è un’arma importante nel calcio moderno, soprattutto se unita alla visione di gioco, che si acquisisce anche attraverso la maturazione. Gabriel è ancora troppo innamorato del pallone: quando retrocede sulla linea di centrocampo per ricevere il pallone, quasi sempre punta la linea difensiva avversaria palla al piede: questa naturale tendenza a staccarsi dalla linea difensiva avversaria andrebbe implementata con un maggiore utilizzo della fantasia che possiede in fase di rifinitura e una maggiore tendenza alla costruzione del gioco. Gabriel difficilmente retrocede per impostare, ma per puntare da solo la difesa avversaria portando spesso il pallone finché spazi e avversari glielo consentono e considerando un passaggio solo in extrema ratio, quando non vede più spazi per un dribbling ed un’avanzata solitaria.
Gabriel è un giocatore con un innato fiuto del gol, dote naturale che viene esaltata grazie ai movimenti a tagliare alle spalle della difesa avversaria partendo dalla corsia esterna.
Un altro elemento importante che fa di lui un talento, non unico, ma molto maturo rispetto a ciò che recitano i suoi dati anagrafici e ciò che esprime in campo, è la pulizia tecnica: Gabriel sbaglia pochi passaggi rispetto a profili simili e anagraficamente più maturi: 78,5% la sua percentuale di passaggi riusciti, contro il 70,7% di un profilo simile come Domenico Berardi.

Ultima, ma probabilmente più importante tra le caratteristiche di Gabriel, è l’umiltà che lo sta distinguendo in queste due stagioni: sembra un calciatore davvero molto intelligente per avere solo 19 anni e particolare presente in fase difensiva come dimostrano gli 1.5 tackle e 1 intercetto di media a partita. Umiltà e sacrificio che gli sono anche costati qualche fallo di troppo (2.8 falli commessi a partita), ma probabilmente dipesi da una grinta nell’applicarsi anche nella fase di non possesso fuori dal comune.

PROSPETTIVE

Le caratteristiche tecniche, nonostante i ruoli svolti finora in carriera, fanno di lui un potenziale attaccante in grado di svariare su tutto il fronte. In ottica Juventus è importante sottolineare come già in Brasile il ragazzo sia portato a retrocedere sulla linea di centrocampo per ricevere il pallone e puntare la linea difensiva avversaria palla al piede: un eventuale lavoro sulla visione di gioco e sul gioco a testa alta lo trasformerebbe nella perfetta punta di raccordo, su cui il gioco offensivo attuale della Juventus si basa e che quest’anno è stato interpretato ottimamente da Paulo Dybala. Gabriel esattamente come l’argentino ha un grosso feeling col gol, ma le sue caratteristiche fisiche e tecniche suggeriscono un allontanamento dalla porta per essere ancora più decisivo nel gioco complessivo della squadra.

Mascherano parla del suo futuro

Mascherano parla del suo futuro

Il giornale argentino Olé ha pubblicato una lunga intervista a Javier Mascherano, che potete leggere integralmente qui. Abbiamo tradotto i passaggi sul suo futuro, in bilico tra Barcellona e la possibilità di lasciare la Catalogna. Ecco l’estratto:

Che ne sarà del tuo futuro? Contunuerai al Barça?
Ho un contratto. È la stessa cosa che ho detto al Direttore Sportivo, abbiamo parlato da gennaio ad oggi, sia del lato personale che di quello professionale, e di molte altre cose che mi sono successe. Ho un ottimo rapporto con tutti, [in società] sanno qual è la mia opinione e quello che penso. E gliel’ho comunicato. Mi hanno sempre trattato molto bene, non posso lamentarmi di nulla, però ci sono sempre situazioni nell’ambiente – né per colpa loro né per colpa mia – che ti fanno riconsiderare certe cose. Ma non farò nulla che possa rovinare il rapporto con il Barcellona, che è sempre stato ottimo: il giorno che lascerò questo club, non lo farò con l’amaro in bocca.

C’è qualcosa di definito?
C’è sempre la possibilità di andarsene, ma anche quella di rimanere. Il club mi ha comunicato che non ha alcuna intenzione di lasciarmi andare, sono molto contenti di me. E quando un club – questo club – ti pone questa condizione, è molto difficile, soprattutto in considerazione del fatto che non ho intenzione di forzare nulla. Non lo merito io, e nemmeno il club. Vedremo quel che succederà…

È facile intuire che il suo futuro è un discorso aperto. Nell’incipit della seconda risposta c’è tutta l’incertezza del momento. Molti hanno scritto sulla sua perplessità nel continuare come centrale di difesa, quando el Jefecito vorrebbe tornare in mediana, e questa potrebbe effettivamente essere una chiave di lettura. Ma sono risposte troppo onestamente troppo vaghe ed evasive per poterci ricamare teorie di mercato. Vedremo quel che succederà…