Pensi a Rodrigo Bentancur e ti viene in mente il suo incedere a testa alta, il suo gioco pulito ed essenziale che ben concilia qualità ed efficacia, misto ad una personalità sorprendente per un ragazzo della sua età. Grazie a queste doti ha conquistato presto i cuori dei tifosi bianconeri, insieme alle attenzioni di un Allegri solitamente restio a lanciare presto i nuovi arrivati nella mischia, ma che per lui si è esposto fin da subito con parole al miele. Ma se l’amore è irrazionale, cosa ci dicono di Bentancur i freddi numeri? Abbiamo provato ad analizzare le statistiche delle sue prime uscite con la maglia della Juve: ecco cosa ne è uscito.
La premessa è tanto d’obbligo quanto scontata: quattro partite da titolare (tra cui quella contro il Barcellona che, come vedremo tra un attimo, fa storia a sé) sono poche per trarre conclusioni definitive. Ci sono tuttavia dati interessanti che sembrano supportare alcune impressioni avute a occhio nudo. La prima è che Bentancur, anche grazie alle sue caratteristiche fisiche, si confermi un centrocampista più votato all’interdizione che alla fase offensiva: nelle gare contro Fiorentina e Olympiacos è stato tra i migliori sia per contrasti (3) che per duelli aerei vinti (2); con i greci sono arrivati anche 4 passaggi intercettati.
Esemplare in tal senso è questo intervento strappa-applausi a spezzare sul nascere una possibile ripartenza dei viola.
Attenzione: ciò non fa automaticamente dell’uruguagio il classico mediano “che fa legna”. Lo testimoniano ad esempio le statistiche sui falli (9 subiti e 6 commessi in totale, ma addirittura 4 e 1 nell’ultimo match contro l’Atalanta), che sono anche sintomo di un’ottima capacità di protezione del pallone.
I numeri relativi alla fase d’attacco, invece, non sono particolarmente significativi: nessun tiro nello specchio, poche occasioni create. Del resto siamo sulla falsariga di quanto fatto vedere al Boca Juniors, ovvero 1 gol e 3 assist in 66 partite. Ma questo rappresenta anche, per un classe ’97, un enorme margine di miglioramento, su cui Allegri lavorerà sicuramente: d’altronde la qualità dei suoi piedi è fuori discussione.
Il secondo aspetto degno di nota riguarda la posizione in campo. Non bisogna infatti dimenticare che l’inserimento di Bentancur nell’undici titolare è stato anche forzato dall’emergenza infortuni a centrocampo, dove l’assenza di Pjanic si è aggiunta a quella dei lungodegenti Marchisio e Khedira. Si può notare come nel match di Barcellona, con Matuidi e lo stesso Pjanic in mediana, Bentancur sia rimasto defilato sull’esterno senza riuscire a incidere veramente sulla partita.
Heatmap di Barcellona. Possessi più sporadici e defilati.
Fuori il bosniaco, invece, Rodrigo ha preso possesso del centro del campo con Matuidi più relegato sulla fascia, mostrando una personalità impressionante nella zona nevralgica del terreno di gioco. È chiaro che questi equilibri saranno da decifrare e ridefinire quando tutti gli elementi torneranno disponibili.
Heatmap di Bergamo. Coinvolgimento centrale.
Di certo c’è che, per noi tifosi, veder tornare in panchina Bentancur sarebbe in ogni caso un dispiacere. Perché ormai il colpo di fulmine è scattato. E ora, come la ragazza di cui ci si è appena presi una cotta, in campo lo vorremmo vedere sempre.
di Luca Mantovani