C’è sempre un buon motivo per seguire un esordio stagionale in Champions, e anche se il Camp Nou non fa più paura perché i buoni ricordi sono ancora vividi, c’è sempre un motivo migliore degli altri. Di solito si tratta di qualcosa di nuovo, perché il calcio è come i giochi collezionabili, fa gola ciò che verrà, anche se già possiedi in proporzione alle possibilità il meglio possibile o quasi. L’argomento di questo Barcellona-Juventus si chiama, prima, Rodrigo Bentancur, e dopo vedremo.
Aprite dunque le orecchie: Allegri smentisce chi vive di paradigmi scritti e preconfezionati, dimostrando ancora una volta che il calcio si racconta e legge pagina dopo pagina e non è mai la stessa storia. Chissà allora quale sarà la storia dell’uruguaiano, chiamato alla prima da titolare in una delle partite thrilling di questa epoca Champions (finale Berlino 2015, categorica eliminazione dei catalani quarti di finale 2016, Barcellona che non arriva secondo nel girone Champions di competenza da 11 anni, Juve che lancia il suo silente guanto di sfida nelle gerarchie continentali, Dybala vs Messi ecc. ecc.). Lui che parte della sua storia l’ha già vissuta da forestiero in argentina, che ha incrociato uno strano destino con Carlitos Tevez, lui che era El Lolo. Lo vedemmo qui anche all’opera contro il Rosario nel novembre 2016, ultimo regalo dell’osservatore Ribalta, passato ora al Manchester United di Mourinho.
12 settembre 2017, data già da ricordare. E non si è ancora giocato. Eppure soltanto tre mesi fa visto all’opera (forse su una gamba) al Mondiale Sub20 aveva quel non sappiamo che di scolastico. Che da un lato lasciava aperta la filosofia italiana del “deve mangiarne di pastasciutta…” e dall’altro si dimenticava dei parametri di un Allegri dato sempre troppo per scontato dallo smemorato. Comunque vada sarà adrenalina pura, ragazzi…
Luca Momblano.