Bentornata Europa!

 

Martedì sera torniamo a giocare in Europa. Che sollievo, che voglia, che bellezza!

Che bello fare il tifo per la Juve che dovrà sudarsi l’accesso alla finale-sogno di Cardiff. Appassionarsi ad una squadra che sta battendo tutti i record difensivi di Champions, ma che ha anche tecnica eccelsa, uscite palla al piede con velocità e personalità, che assalta la porta rivale con 4-5 uomini, con due argentini gioiello, due brasiliani prodigiosi e la grinta e il sacrificio di tutti, da Mandzukic in giù.

Il sollievo è uscire dai confini angusti di un calcio italiano ormai irrespirabile, quasi fetido. Non se ne può più! Una gara su due è avvelenata da invereconde gazzarre miste di odio atavico, accuse ribaltate, giornalistucoli stercorari, strumentalizzazioni, allenatori, presidenti, calciatori e sindaci ultrà. Un popolino bue così colmo di pregiudizi, livore e frustrazione da essere immerso in una realtà distonica rispetto ad una verità in cui la Juve domina da 6 anni, in modo limpido e -teoricamente- indiscutibile.

Ormai il contorno indegno che circonda il calcio in Italia è una melma in cui ci immergiamo quasi in apnea, rifiatando solo grazie a passione e capacità di cogliere la bellezza di uno sport che resta -comunque-meraviglioso. Riemergiamo dalla melma quando ospitiamo il Barcellona, affrontiamo il Siviglia e il Porto o in notti come quella di Montecarlo. Aria fresca, musichetta esaltante. Lì in Europa il frastuono dei nemici, dei peggiori mostri che il sonno dei loro insuccessi ha generato, arriva lontanissimo, coro invidioso di gufi tragicomici.

Una realtà parallela. Ecco ad esempio come BT Sport, TV inglese, commenta il fallaccio imprudente di Acquah su Mandzukic:

Il commentatore riguarda l’intervento, l’anticipo sulla palla ma la scivolata velocissima, il piede a martello che dopo la palla quasi spezza la caviglia di Mandzukic e dice serafico “I think it’s a yellow card!“. E’ un caso emblematico di fallo “imprudente”. Più imprudente di questo non c’è. Idem nel commento spagnolo, nelle pagine dei giornali francesi, perfino dal Belgio.

In Italia invece è stato fatto passare come torto acclarato, senza riferimento ai regolamenti, senza discussione sulle indicazioni AIA e UEFA (tranne il solo Casarin), solo con la logica dell’ascolto. Del resto, in Inghilterra #LaJuveRubba non fa audience, anzi, non la capirebbero visto le prestazioni in Champions.

In Europa non capirebbero la furia di Mihajlovic per una decisione arbitrale “da regolamento”. Non sanno che Sinisa ha finalmente conquistato il cuore dei suoi tifosi, molto più che con i gol del suo attacco. Non sanno che all’andata la gara era stata preparata con capi ultrà che avevano sparlato in anticipo di arbitri. Non capirebbero le assurde sparate di Pioli che con i suoi piagnistei conquistò gli interisti molto più della “striscia vincente da record“. Sappiamo poi com’è andata a finire.

In Europa non capirebbero come si possa parlare di “campionato falsato” al primo presunto favore arbitrale per la Juve, quando la seconda ha 14 rigori all’attivo. Gli inglesi non capirebbero perché Giuntoli parli di arbitraggio vergognoso -elogiando i suoi- dopo una gara dominata dai bianconeri e apertasi con fallo da rigore non dato alla Juve (Strinic su Dybala). I tedeschi non capirebbero perché 10 giorni di prima pagine polemiche dopo una gara stravinta solo perché Pioli e Inter Channel vedono presunti errori arbitrali non ravvisati da alcuna moviola. I francesi non capirebbero perché i milanisti sfascino gli spogliatoi dopo una gara in trincea decisa nel recupero da un netto fallo di mani. Gli stessi rossoneri che avevano esultato per l’annullamento di un gol valido di Pjanic e che esulteranno in seguito per un gol nell’extra-recupero infinito del derby contro l’Inter.

In Germania non capirebbero perché è acclarato che il Napoli sia la squadra più forte, perché avrebbe fatto soffrire il Real (2-6 in aggregato) e la Juve (?), e perché il belgioco con difese allegre sia più difficile da ottenere (e quindi unico da lodare) rispetto alle “scorciatoie” di una difesa imperforabile. Non capirebbero perché ad esaltare il Napoli siano quei giornali del nord che odiano quella compagine. In Europa non capirebbero perché il ciclo del Barcellona sia finito o il Monaco sia una squadretta, solo perché due squadre con 310 gol in stagione non siano riuscite a segnare alla Juve.

In Europa non capirebbero perché un bravo allenatore come Sarri accetti con imbarazzo i complimenti di Marotta, tra uno strale contro “le magliette a strisce” e “il calendario nemico“. Non capirebbero perché i giornalistucoli inventino frasi (di Buffon Giampaolo) e parlino di “Scansopoli” se viene schierato Schick, poi oggetto del desiderio, o se la Juve vince 4-0, ma non se le gare finiscono 1-7 o 7-3. Non capirebbero perché in casi analoghi la Gazzetta (e gli altri) faccia moviole opposte o affidi la moviola non ad esperti in materia ma ad esperti nel maneggiare il sentimento popolare. Non capirebbero perché dopo 20 anni si celebri Iuliano-Ronaldo mentre Licht subisce un normale body-check, perché in alcuni casi la moviola è rigorosa mentre in altri “l’arbitro poteva avere buon senso” o “il gol è così bello che, pazienza se è in fuorigioco“.

In Europa non capirebbero perché se un allenatore vede due rigori e il moviolista no, lo studio sfotte il moviolista e non l’allenatore, o perché se un allenatore dice “non mi interessa quello che dici” ad un commentatore che gli spiega il regolamento ha dato “una bella lezione” e non “ha fatto una figuraccia“.

In Inghilterra non capirebbero perché in copertina, con allusioni e moniti al buon senso, vada la foto di Buffon che dà una pacca ad un arbitro, ma non Hart che fa lo stesso.

 

 

Anzi. In Inghilterra parlerebbero di bello del calcio. In entrambi i casi però! In Europa non capirebbero perché Muntari venga graziato dopo interventi da macellaio e venga squalificato per aver difeso il suo colore e la sua dignità, non capirebbero perché Lulic prenda solo 2 giornate dopo le offese a Rudiger e come sia possibile non aver già individuato e licenziato l’autore dell’insulto a Benatia.

Noi invece, che siamo in Italia, ormai abbiamo capito tutto. Abbiamo capito che se la Juve avesse avuto 14 rigori sarebbe stato “scandaloso“, abbiamo capito che se Chiellini avesse simulato (andato e ritorno) come Strootman sarebbe stato “vergognoso“, abbiamo capito che se quel gol di Pjanic fosse stato annullato a Locatelli sarebbe stato “ignominioso“. Noi abbiamo capito tutto. Sappiamo che se Rincon avesse fatto l’intervento di Acquah senza giallo, Mihajlovic sarebbe entrato in campo lo stesso, con furia raddoppiata. Sappiamo che se la Juve avesse vinto 1-7 a Bologna, 7-1 con l’Atalanta o 7-3 con la Samp non avrebbe ricevuto applausi ma frasi di sdegno per gli “scansamenti“.

Sappiamo che se Allegri, piuttosto che minimizzare per la stoppata di Toloi, facesse le sceneggiate di Pioli e Mihajlovic o criticasse il calendario come Sarri, riceverebbe scherno e bacchettate; se i bianconeri avessero deturpato gli spogliatoio di S. Siro si sarebbe parlato di “scempio mai visto“; se Marotta avesse brigato con Infront giurando di dare “una bella botta al Milan” sarebbero venuti fuori bavagli, manette e richieste immediate di radiazione e penalizzazioni.

Altro che Brexit: la Serie A è uscita definitivamente dall’Europa, così come le sue squadre, tranne la Juve.

Quindi, da italiani juventini, vediamo di chiudere la pratica e vincere questo ennesimo scudetto, e poi ancora e ancora, mettendoci i paraocchi e guardando solo al nostro mondo, alla bellezza di quanto costruito dalla società e messo in atto dalla squadra, sul campo e soprattutto fuori dal campo, con dichiarazioni corrette, responsabili, sempre rivolte a migliorarsi, a non trovare alibi, a non irridere o delegittimare gli avversari, a volte perfino umili.

E respiriamo l’aria fresca e benefica della Champions, da non bollare più come “maledetta“, ma da approcciare come nostra dimensione ideale.

Gli altri possono macerarsi pure nella loro piccolezza, #FinoAlConfine.

Sandro Scarpa