Bilancio Juve: transizione prima del grande boom?

Il consueto appuntamento con il bilancio di chiusura dell’esercizio di Juventus Spa potremmo stavolta definirlo la fotografia di un anno di transizione, ultimo dell’era a.C. ossia prima di Ronaldo.

Come scrivevo nelle analisi dei mesi scorsi trovavo improbabile un salto di fatturato in assenza di plusvalenze significative una volta esaurito l’effetto Pogba. Fatturato quindi che scende del 10% del suo totale, da 562 a 504 milioni di euro, effetto finale prodotto da minori ricavi da match day e diritti tv (calo legato soprattutto all’uscita dalla Champions League nei quarti di finale) e dai minori proventi da gestione diritti calciatori per 48 milioni in meno.

In controtendenza invece le voci sponsorizzazioni, pubblicità, vendite prodotti e licenze con un incremento totale di 20 milioni (+22%). Su queste voci si giocherà la vera partita economica della Juve nei prossimi quattro anni. L’operazione Ronaldo dovrà funzionare come moltiplicatore per il brand e per i ricavi commerciali attraverso:

– Rinegoziazione al rialzo delle sponsorizzazioni in corso

– Nuovi partner commerciali a livello mondiale

– Incrementi significativi nella vendita di merchandising

– Collocamento del brand su nuovi mercati internazionali e nuovi segmenti di tifosi/clienti

Il dato finale ci consegna una perdita di esercizio di quasi 20 milioni contro i 42 di utile dell’anno precedente. Perdita peraltro interamente coperta dalle riserve accantonate in queste stagioni che ha portato la Juve ad avere un patrimonio netto di 93 milioni (ora 72) dal quale attingere in caso di annate negative dal punto di vista reddituale.

Urge ancora una volta rimarcare le peculiarità del business:

● Eccessiva dipendenza dai diritti tv, rinegoziati al ribasso recentemente dalla lega Serie A per quelli domestici , e al rialzo – almeno potenzialmente – dalla UEFA nella nuova Champions League 18/19 anche se sempre legati agli andamenti sportivi

● Ricavi da match day abbastanza stabilizzati , da un lato la capienza dello Stadium può essere un limite , dall’altro la politica di prezzo della nuova stagione punta chiaramente ad una fidelizzazione allo stadio di una fascia di popolazione medio alta , con qualche malumore sorto neii gruppi Ultras della curva sud

● Una pessima promozione del prodotto calcio italiano nel suo complesso, figlia di una gestione dirigenziale della Lega ottusa e antiquata e peraltro affossata anche dai negativi risultati della Nazionale Italiana. Una dirigenza che è riuscita nell’impresa di ottenere dai broadcaster un contratto peggiore della Ligue 1 francese.

Tornando alle voci di bilancio piace sottolineare alcuni flash significativi:

1) Debiti finanziari (dunque non verso società calcistiche) aumentati di 20 milioni ma oneri finanziari per ora ancora sotto controllo anche se in potenziale rialzo per l’anno a venire.ì. Dunque maggior uso delle linee di credito concesse dalle banche a medio termine specie con l’anticipo contratti e riduzione delle linee di fido a breve.

2) Drenaggio consistente delle precedenti disponibilità liquide che i flussi di cassa negativi hanno ridotto da 140 milioni di euro a 15. I punti (1) e (2) combinati assieme peggiorano l’indebitamento netto finanziario della società per 147 milioni.

3) Costo del personale tesserato stabile a circa 233 milioni ma peso degli ingaggi ancora importante sul totale costi (61%) e in sicura crescita con contratto Ronaldo.

4) Politica dei costi operativi positiva, in riduzione di 17 mln

5) Ancora 10 milioni circa lasciati al Fisco anche in un anno di perdite presumibilmente con IRAP, imposta che penalizza le aziende ad alto “contenuto umano”.

Un bilancio dunque di “snodo” che ci dirà tra qualche tempo cosa vogliamo fare da grandi. La bomba CR7 è un veicolo pazzesco per il marchio Juve e potrebbe scaricare a terra i suoi cavalli nei prossimi esercizi specie se abbinata a risultati sportivi di rilievo internazionale. Servirà una accorta e forse più moderna gestione commerciale e non mi stupirei che con l’imminente rinnovo delle cariche aziendali fosse ingaggiato qualche nuovo manager per la gestione del marketing che presenta alcune lacune da risolvere (sito, ticketing, store ecc.). Ma di questo e delle strategie di Andrea Agnelli ne discuteremo nel prossimo articolo dopo l’assemblea degli azionisti prevista per il prossimo 25 ottobre.

Mario Sironi