Brutti, Sporchi e Cattivi – Tutte le colpe della Juve

La Juve da 5 anni domina in Italia (5 scudetti, 3 supercoppe, 2 coppe Italia) e tiene su il ranking delle italiane in Europa che consentirà alla A di avere 4 squadre in Champions dal 2018. Non basta però aver battuto tutti i record (di punti, di gare vincenti, di imbattibilità varie), la Juve vuole battere anche tutti i record anche fuori dal campo. Messi alla spalle doping (in realtà presunto abuso di farmaci leciti negato dal TAS, massimo tribunale sportivo) e Calciopoli (..), ecco la top 10 delle colpe Juve (solo le prime 10…).

 

 UNO: LO STADIUM IN ACCIAIO SCADENTE 

 

A due mesi dall’apertura dello Stadium, il PM di Torino Guariniello (quello dell’inchiesta sull’abuso farmaci in casa Juve) indaga sul gruppo Mercegaglia (in quel momento Presidente Confindustria) e -tra i vari capi d’accusa- segnala una presunta consegna di acciaio fuori norma (non conforme a tutti i controlli di sicurezza, non “scadente“) per alcuni componenti dello Stadium. Apriti cielo, per i media “lo Stadium è a rischio crollo” e il PM spinge per “il sequestro e i sigilli allo Stadium prima della fine delle indagini“, cosa che il Procuratore Caselli ritiene eccessiva. La Juve è parte lesa nella vicenda. L’inchiesta si concluderà nel 2014 con l’archiviazione (l’acciaio risulta comunque solido..) e l’assoluzione degli indagati.

Nel frattempo alcuni ultrà interisti fanno 1 + 1:

 DUE: IL TUNNEL SEGRETO 

 

Oltre al rischio crollo e allo spogliatoio che “intimidisce“, lo Stadium cela loschi misteri come un tunnel sotterraneo occulto che consente a Conte (squalificato a seguito del patteggiamento per omessa denuncia nel caso combine al Siena) di passare dallo Sky Box agli spogliatoi. Per il Secolo XIX il Napoli chiede alla FIGC difare luce sul mistero. Tre ispettori federali la mattina del match Juve-Napoli perlustreranno per tre ore lo Stadium senza rinvenire il passaggio segreto. La Juve vincerà 2-1 e alcuni ultrà del Napoli devasteranno i servizi igienici, alla ricerca del tunnel (?).

 TRE- BUFFON E LE SCOMMESSE ILLEGALI 

 

In pieno scandalo scommessopoli viene fuori l’indagine su vecchi cospicui movimenti dal conto di Buffon  verso il titolare di vari esercizi di Parma (Massimo Alfieri) tra i quali una tabaccheria-ricevitoria. Buffon, in ritiro pre-Europei, aveva accusato i PM di scommessopoli di spettacolarizzazione e dopo pochi giorni una manina passa l’indagine della finanza ai giornali col portiere sbattuto su tutti i quotidiani come boss delle scommesse illegali (1,5 milioni!). L’accusa, rivoltagli anche nel 2006 (anche quella volta in ritiro con la nazionale che vinse poi i mondiali), anche stavolta viene archiviata. Buffon è scagionato, anzi nemmeno indagato perché i soldi rappresentano investimenti (orologi e terreni) e gli accertamenti non rilevano alcuna scommessa illecita. La curva Interista omaggia così il portierone della Nazionale.

 QUATTRO- SCANSOPOLI!  

 

Per Juve-Samp di mercoledì Giampaolo fa riposare alcuni titolari in vista di un successivo match decisivo. Lo “scansamento” è già in voga dalle goleade a Sassuolo, Cagliari ed Empoli e la Juve vincerà 4-1, con gol della riserva Shick e Quagliarella-Muriel in campo dal 2-1. Irrompe sui media la frase di Giampaolo “ho scelto volutamente di NON essere competitivo “. Il “NON” è pura invenzione, come si evince dal video, eppure nonostante la prova video, ormai Giampaolo si è scansato. Lo scansarsi viene “ufficializzato” da Buffon in un virgolettato della Gazzetta, alla fine di Juve-Napoli: “In Italia si scansano, in Europa no“. La rivelazione, smentita dalla Juve in una nota, viene difesa dalla Gazzetta: “il senso era positivo e la frase era quella, parola più, parola meno“. Strano che venga fuori non dopo il 2-1 col Napoli (non avrebbe avuto senso) ma dopo il pari col Lione.

A proposito di scansarsi, va ricordato che allo Stadium Napoli, Roma, Milan e Fiorentina hanno collezionato ZERO punti in 28 gare tra Serie A e Coppa Italia, meno del Frosinone che strappò un punto col bianconero Blanchard. Lo scansarsi, inaugurato da Garcia per la defezione di Paulinho, temibile bomber del Livorno, riguarda anche singoli giocatori, come Berardi, sempre indisponibile contro la Juve. L’ala del Sassuolo -che ha giocato 5 volte su 9 contro la Juve- sta fuori ben 4 mesi per evitarla. Ironia della sorte, in questi giorni è Di Natale a confessare le defezioni volute contro il “suo” Napoli.

 CINQUE- EH MA, CHIELLINI! 

 

Proprio Berardi ha provocato l’anno scorso un doppio giallo a Chiellini in pochi minuti. Il rosso, il primo dal 2007 con la maglia bianconero, ha provocato moti di giubilo e ilarità sui social e spinto quotidiani a paragonare l’impunità di Chiellini ad altri consimili (?) come Melo e Materazzi per tacere di cronache del tifoso Zampa che su Premium chiama Chiellini “Sto nasone impunito!” e viene difeso da redazioni giallorosse. In verità Chiellini ha ricevuto 2 rossi con la maglia della Juve in A (330 gare, 1 ogni 155), ma anche un solo rosso in 70 gare internazionali (per fallo dubbio su Cristiano Ronaldo) e 1 solo rosso in 163 gare con le varie nazionali, con arbitri non italiani. Glissando sull’impunità di Lichtsteiner (anch’egli 1 solo doppio giallo in 118 gare con la Svizzera) e per la famosa “testata” di Bonucci, a proposito di arbitri internazionali va detto che in questa stagione la Juve ha ottenuto 3 rigori e 4 rossi a favore (3 a risultato acquisito) in 29 gare e ben 3 rigori e 3 rossi a favore (tutti decisivi) in 8 gare di Champions. Avercene di arbitri europei!

 SEI- LA JUVE CONTROLLA TV E MEDIA 

 

Se la Juve controlla da decenni gli arbitri, il loro operato viene travalicato da moviole live e post-gara e, a breve, dalla VAR. Ecco quindi che la Juve comincia quindi non solo a controllare media e moviole (come col Processo di Biscardi, mentre la proprietà Milan ha 3 TV e 1 Pay-TV e quella del Torino ha rilevato il gruppo RCS..) ma a manipolare le immagini TV. L’accusa non viene da tifosotti social o quotidiani disinformati ma proprio dal Milan – quelli delle 3+1 TV ed ex-arbitri a libro paga a fare i moviolisti (tra cui Bergonzi, arbitro di quel Siena-Milan che consentì ai rossoneri, con un discusso rigore in extremis, di accedere alla Champions). Dopo le famose “linee parallele”, Galliani attacca: “la produzione delle immagini sono organizzate dalla Juve, che decide le immagini da mostrare, solleverò un putiferio in Lega!“. La Juve risponderà con la famosa nota al “Signor Geometra, che pare ignorare…“: le immagini sono prodotte dai club, come da regolamento Lega/FIGC, ma affidate a registi, producer e grafici dei broadcaster (Sky e Premium) e Galliani, da decenni in Lega e in TV, dovrebbe ben conoscere le regole (comprese quelle della geometria..). Si scoprirà poi che Galliani puntava a fare casino dopo il KO e a cambiare regole affidando la produzione esclusiva alla Lega e ad un regista-supervisore unico (l’ottimo Popi Bonnici, per anni in Mediaset).

In quanto al controllo dei media che Exor-Juve attuerebbe prima con RCS (Gazzetta, notoriamente bianconera..) e ora con la fusione tra gruppo Stampa ed Espresso-Repubblica, basti ricordare che la pubblicazione (non consentita) delle ultime intercettazioni di Agnelli è stata ad opera dell’Huff Post, gruppo Espresso..

 SETTE- LA JUVE SPONSORIZZA GLI ARBITRI 

Nei lunghi anni di intercettazioni a Moggi non è mai venuta fuori una telefonata ad un arbitro (ma a designatori, come “facevano tutti”) per cui si è ricorsi alle “SIM svizzere” (usate anche da altri dirigenti e attribuite con metodi confutabili) che erano intercettabili ma non si vollero tracciare. Ora, senza valigette, senza denaro e senza Moggi, la Juve ha studiato un infallibile sistema per corrompere gli arbitri: sponsorizzarli. Prima era la FIAT (prima azienda italiana privata) che sponsorizzando la FIGC pagava i fischietti. Peccato che FIAT, così come TIM ed ENI (o acqua Lete, sponsor Napoli) sponsorizza solo la Nazionale, non la FIGC, e peccato che dal 2015 i costi degli arbitri non li copre la FIGC ma la Lega Calcio (sponsor TIM). Così, quando FIGC e AIA firmano con lo sponsor Eurovita i giornalistucoli googlano: “JC Flowers” (fondo che controlla Eurovita) ed “EXOR” e titolano: “Exor possiede JC Flowers” o “Exor  strettamente imparentato con JC Flowers” (fonte: Il Mattino) e via con le grafichette a prova di social.

In realtà Exor e JC Flowers nel lontano 2011 erano tra le decine di aziende partecipatarie di una Banca Messicana, con quote irrisorie (25 milioni per Exor che fattura 17 miliardi) e la stessa Exor ha ceduto quelle quote nel 2012, due anni prima che JC Flowers rilevasse Eurovita e tre anni prima che Eurovita sponsorizzasse l’AIA. Peccato che questa rapida indagine l’abbia fatta solo un sitarello fazioso come Juventibus, mica un serio giornalista.

 OTTO- LA JUVE FA AFFARI CON LA MAFIA 

 

Arriviamo all’attualità. Del caso Juve-Bagarini ci stiamo occupando ampiamente nel post sempre aggiornato e in altri articoli di approfondimento. Una cosa chiarissima, che in pochi ribadiscono, è questa: la Procura di Torino, la giustizia penale quindi e la DDA (Direzione Distrettuale Antimafia) dopo 3 anni di indagini e intercettazioni molto invasive (telefonate tra dirigenti, tra dirigenti e legali e addirittura tra un’interrogatorio ed un altro) hanno sempre considerato Agnelli e i suoi come testimoni e mai come indagati (figuriamoci processati o condannati). Se 3 anni di intercettazioni e indagini durissime non hanno mai fatto, nemmeno per un momento, fatto venire il sospetto a Procura e DDA che Agnelli e i suoi abbiano collaborato consapevolmente con la criminalità organizzata, certo sorprende che il procuratore Federale Pecoraro, addetto ad indagare su irregolarità nella vendita dei biglietti e nei rapporti con gli ultrà, dopo pochi giorni e con le stesse intercettazioni ribalti completamente la vicenda e accusi Agnelli di incontri consapevoli, allora due sono le cose: o Procura di Torino e DDA sono incompetenti e forse corrotti o Pecoraro è il numero uno degli investigatori antimafia. Strano però, visto che negli anni di Prefetto a Roma di Mafia Capitale manco si era accorto e addirittura tra le sue frequentazioni c’era proprio quel Buzzi, scoperto boss della mafia romana, “vero ho incontrato Buzzi (e favorito alcune sue operazioni) ma non sapevo nemmeno chi fosse”. Eh beh!

 NOVE- LASCIA LA NAZIONALE PER LA DISCOTECA 

 

Andrea Barzagli ha 36 anni, dopo aver iniziato l’avventura azzurra col trionfo ai Mondiali 2006 ed un secondo posto agli Europei 2012, decide di lasciare la nazionale dopo la delusione di Euro 2016, col KO ai rigori contro la fortissima Germania. Barzagli in lacrime commuove l’Italia appassionata a quel manipolo di guerrieri guidati da Conte (e poi subito si era scagliata contro i tronisti Zaza e Pellé, rei di aver sbagliato un rigore, come Baggio…). Il nuovo ct Ventura chiede ad Andrea di ripensarci e lui, nonostante impegni Juve e qualche acciacco  ci ripensa e torna. L’Italia è prima con la Spagna nel girone e, prima dell”amichevole con l’Olanda -Barzagli non avrebbe giocato- il CT gli concede un permesso “per motivi familiari”. Una volta ottenuto il permesso di lasciare il ritiro del Senegal, Kalidou Koulibaly torna in Italia in anonimato, senza particolari problemi, avrà magari mangiato a casa o al ristorante, ma senza foto. Su Barzagli invece si scatena il putiferio, durante una cena al Ristorante Nona di Riccione con la famiglia, una foto scattata alle 10, poi postata alle 3 di notte, distrugge la carriera di uno dei calciatori più professionali degli ultimi anni, che ha fatto della cultura del lavoro, dell’umiltà e dello spirito di sacrificio le doti che l’hanno portato a migliorarsi costantemente. Ora Barzagli è quello che è andato a ballare alla faccia della nazionale e per riposarsi in vista del Napoli..Amen!

 

 DIECI-LA JUVE COPIA 

Oltre al corrompere, rubare, manipolare immagini, controllare media, far scansare, essere impuniti, fare affari con la mafia e mettere a rischio 40mila spettatori, c’è un altro odioso crimine di cui si è macchiata la Juve: copiare il lavoro altrui. Ma se la Juve poteva impunemente copiare un tempo senza farsi scoprire (vedi la maglia bianconera copia al Nottingham Forrest, o presa in prestito?) ora invece col web si viene sempre pizzicati! Si inizia con la campagna abbonamenti, copiata fraudolentemente ad una squadra spagnola di 3° categoria. Si scoprirà poi che l’immagine della donna zebrata urlante è semplicemente stata acquistata dalla Juve da un provider di immagini che evidentemente l’aveva prima rivenduta ad altri. Ma la Juve non si perde d’animo e in uno slancio rivoluzionario che porta l’identità del club nel futuro ridisegna un logo che è più il segno di un brand commerciale che uno stemma da squadra di calcio. Il logo è apprezzatissimo da tutta la stampa internazionale di settore, da esperti di marketing e visual designer, è un trionfo. In Italia invece i giornalisti inseguono i social e anzi, si abbassano sotto il loro livello, andando a scoprire tutti i “furti” e le “copie” possibili (anche farlocche, come nel caso di Pistocchi che abbocca ad una falsa copia). Tra le decine di “la Juve ha copiato il logo!!” ci sono aziende varie, motociclisti, surfisti, perfino un “puticlub”. Ma il top resta l’incredibile scoop che tutti i quotidiani rilanciano (anche quelli che ridicolizzano Pistocchi per la gaffe..): la Juve ha rubato il logo a Juan Jesus. Ecco, su questo e solo su questo, non abbiamo controprove o fact-checking da fare.

Stavolta ammettiamolo, abbiamo copiato da Juan Jesus!

 

 

Nota: Si ringrazia Il Fatto Quotidiano per (quasi) tutte le immagini dell’articolo.