«Consapevolezza e umiltà»

«Abbiamo tanto entusiasmo, ma non pensiamo di essere favoriti. Semplicemente di essere un’ottima squadra che ha avuto un grande percorso di crescita e che si è ancora rinforzata»

Il capitano è carico. Alle spalle ha 96 gare in Champions League, ma alle emozioni che sa regalare l’Europa non si fa mai l’abitudine. Buffon e compagni si preparano ad iniziare il cammino con un ruolo nuovo, perché quest’anno sono in molti a indicarla come una delle favorite. Dare ragione agli esperti vorrebbe dire coronare un sogno, per Gigi, ma non solo: «Il sogno non è solo mio – sottolinea il portiere – È di tutti i giocatori, della società, di tutto il mondo Juve, perché non vince questa coppa praticamente da quando ho iniziato la mia carriera. Il nostro inseguimento è partito insieme e insieme vorremmo coronarlo. Quest’anno abbiamo una consapevolezza diversa, e credo che anche il fatto che la gente di calcio menzioni la Juve tra le favorite, sia il risultato della finale di due anni fa, degli ottavi dell’anno scorso, che hanno detto che avevamo raggiunto un grande livello di competitività, cui si somma la campagna acquisti, che ci ha rinforzato ulteriormente. Sappiamo che per poter ripetere un cammino importante servono i piedi per terra e tanta umiltà, perché qui il livello è talmente alto che non credo ci siano squadre che possano affrontare questa competizione con la sicurezza di vincere, perché la bastonata è dietro l’angolo…Noi abbiamo tanto entusiasmo e voglia di cominciare, ma non pensiamo di essere favoriti. Semplicemente di essere un’ottima squadra che ha avuto un grande percorso di crescita e che si è ulteriormente rinforzata grazie alla campagna acquisti».

Per vivere una Champions da protagonisti servirà umiltà, ma anche desiderio di crescere, perché se è vero che la Juve negli ultimi anni ha fatto passi da gigante, è altrettanto vero che è mancato qualcosa per centrare gli obiettivi in Europa: «Se è andata così è perché ce lo siamo meritati. E visto che penso che ci siano margini di miglioramento fino all’ultimo giorno della carriera di un atleta, dobbiamo cercare di fare di più. Quanto conta l’esperienza in una competizione simile? È importante, soprattutto nelle prime gare, perché hai già vissuto emozioni simili, sai già a cosa vai incontro e come dominare questo tipo di ansia. La spensieratezza, la qualità tecnica dei giovani può essere un valore aggiunto a torneo iniziato. Se come capitano avrò un ruolo particolare? Quello di ogni calciatore, perché siamo una squadra con giocatori di una certa esperienza internazionale e non c’è neanche bisogno di sottolineare l’importanza di certe gare. Il mio compito, da portiere, più che da capitano, sarà solo parare il meglio possibile».

 

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