La prima di campionato fra Juventus e Fiorentina ha lasciato diversi spunti interessanti. Ottime novità di assetto generale, l’esordio con gol di Higuain, i duetti Dybala-Alves quasi blaugrana. Piacevoli ritorni, Asamoah Mvp e Lemina interessantissimo volante ancora tutto da scoprire. Solite certezze, difesa ermetica e difficoltà nel chiudere le partite.
Ma in tutto questo, ciò che ha impressionato di più è la pregnanza di Khedira nelle azioni offensive bianconere, e agli occhi rimangono certamente i due inserimenti che hanno portato ad entrambi i gol che hanno deciso il match. Khedira, a uno sguardo attento, in ogni azione chiave della partita era sempre presente in area avversaria. Quasi sempre all’altezza di Manzdukic. Lo spazio lasciato da Dybala, (che ha compito di svariare e svuotare l’area) viene sfruttato consapevolmente dal tedesco che si trasforma automaticamente in attaccante aggiunto.
Inutile dirlo, contro tanti preconcetti rispetto al suo modo di fare il centrocampista: gli inserimenti dell’ex Real Madrid spesso sono un rebus irrisolvibile per le difesa avversarie. Come in passato lo sono stati prima Marchisio e poi Vidal, ognuno con caratteristiche originali.
Nell’immagine che segue (catturata da Whoscored.com) vengono evidenziati i tocchi di palla: Khedira ha conquistato il possesso palla in area di rigore (5) più volte sia di Mandzukic (4) che di Dybala (3), a dimostrazione di quanto fosse una costante di riferimento in fase d’attacco. Banalmente, va ribadito che non può essere figlio del caso e di dinamiche atipiche che nel calcio possono ciclicamente verificarsi.
Non si scopre ad agosto 2016 che Sami sia un maestro a seguire l’azione, equilibrando anche la squadra in zona-gol. Lo sanno sia a Stoccarda che a Madrid oltre che il Brasile intero visti il gol e l’assist nel famoso 7-1 del Mineirazo 2014. La sensazione tangibile è però che alla Juventus, per volontà strutturata di Allegri, Khedira abbia aumentato il rendimento offensivo in maniera esponenziale, tant’è che per avvicinarsi ai 5 gol e 4 assist della stagione scorsa bisogna tornare indietro al 2008/09. quando con lo Stoccarda concluse con 7 reti e 4 assistenze (con 7 gettoni di presenza in più).
Ora la domanda è:
Sviscerando nel profondo
le capacità di Sami,
cosa lo rende cosi efficace
nelle incursioni verso la porta avversaria?
LETTURA DELLA SITUAZIONE
L’intelligenza tattica è la sua principale qualità. Khedira possiede un talento innato per capire il gioco e le situazioni. Potrebbe dare lezione di lettura a chiunque su un campo di calcio, magari il miglior ingrediente per diventare un domani qualcosa più che un buon allenatore. Ancelotti era uno così, per esempio. Le giuste scelte sono figlie di un vasto campionario di soluzione al problema di turno. Sami è logico, efficace. Con o senza palla. Corre tanto ma soprattutto corre bene. Sintesi: questa comprensione del gioco fuori dal comune lo rende calciatore terribilmente concreto, in grado di analizzare al meglio come e dove muoversi anche (ma non soprattutto) per colpire le difese avversarie.
TEMPISMO
Saper leggere le situazioni alla perfezione, scegliere dove e come farsi trovare in area, non basta. Ci vuole il corretto timing. Il tempismo nel calcio è la congiunzione fra una buona idea e la sua realizzazione dentro un complesso discorso di movimenti di squadra. Prevedere in anticipo quello che potrebbe succedere lo aiuta a rubare il tempo agli avversari. Non è magia, è applicazione dei meccanismi. Conoscenza e capacità di immedesimazione nell’altro. Scrittura, non solo lettura.
FINALIZZAZIONE
La finalizzazione è forse la caratteristica meno clamorosa di uno dei pupilli di Joachim Loew, ma non certo per carenze tecniche. Khedira possiede un buon tiro (allenato soprattutto sulla media distanza) e un ottimo colpo di testa. Quello che gli manca per arrivare ad essere uomo da quasi 10 gol a stagione è quell’istinto killer che aveva il suo predecessore Vidal, e quel quid in più in quanto a rapidità di esecuzione. Fattori che non si allenano. E probabilmente fattori sui quali non è chiamato ad allenarsi per poi tenere lezione. Di prima intenzione Khedira è molto efficace, ha naturali misure spazio/tempo nell’impatto con il pallone, mentre c’e da migliorare nella velocità di tiro dopo il controllo. Contro la Viola sarebbe stata doppietta. Coscienti che, con un secondo ancora in più per ragionare, sarebbe stato gol. Molto più grave, ma succede, l’errore nei primissimi minuti. E qui torniamo al killer instinct, alla cosiddetta “corta distanza”.
STRUTTURA FISICA
189 centimetri per 90 chilogrammi. Peso massimo. Di quelli che studiano l’avversario. Nel calcio: una possibile descrizione fisica del centravanti d’area, del difensore centrale roccia (ruolo che dovette anche occupare con la maglia dello Stoccarda). Il passo morbido lo rende centrocampista. Il piede. La sagacia. L’effetto caterpillar chirugico anche nel traffico. Adesso anche ufficialmente una mezz’ala, incursore atipico atleticamente rispetto ai migliori pari ruolo del pianeta. Potente e possente. Impegnativo da contrastare. Armadio che occupa spazio. Zero leziosità. In area sono fattori che pesano.
Fragile?
La Juve potrebbe aver carpito la ricetta:
QUALITA’ DELLE ASSISTENZE
Alzare la qualità generale può significare sviluppare ulteriormente le capacità realizzative complessive di squadra. Le assistenze, che sono la parte di esecuzione artistica del progetto offensivo, diventano il vero fattore produttivo. Khedira non è Higuain, non è Muller, non è nemmeno “soltanto” Mandzukic. Non guidava la nazionale tedesca under 21 campione d’Europa 2009 perché trasformava il lavoro altrui in oro. Anzi, lui era il lavoro stesso. Come lo è ancora oggi. Capitalizzare, però, è il verbo dei grandi. Saperlo servire è la dote di chi è altrettanto grande. State pensando a Chiellini? Contro la Fiorentina l’ha frustata in mezzo su un movimento chiamato, Khedira ha fatto davvero tutto il resto (seconda frustata inclusa). Un gol però “eccezionale” nel senso letterale del termine. Più in generale, e pare sia ciò che principalmente chiede Allegri, l’utile risiede nel pescare Khedira per quello che può fare tremendamente bene. Si riveda il gol a Marassi nella stagione scorsa: anticipare lo scacchiere generale prendendo posizione da uomo centrale più avanzato, sfilare, ricevere sui piedi in corsa non accelerata, studiare quell’attimo in più per sconfiggere il portiere senza affidarsi al solo istinto. Questo è Khedira. C’è quasi tutto in questa azione. E ci saranno tante assistenze in più quest’anno. Guai a mancarle, perché non saranno dodici mesi qualsiasi…
con la collaborazione di Luca Momblano
Lucio Pelliccioni JUVENTIBUS