Una prova di forza impressionante, per di più arrivata contro in avversario tutt’altro che sprovveduto o rinunciatario: alla sua terza uscita stagionale la Juve, già ottima contro Fiorentina e Lazio, strapazza il Sassuolo in mezz’ora, godendosi la prima doppietta di Higuain e la prima rete di Pjanic, e un gioco spettacolare, rapido, letale.
Il bosniaco e alla prima uscita ufficiale, e l’argentino alla prima da titolare in coppia con Dybala: basterebbe questo a dare sale alla sfida. Se poi si aggiunge il fatto che dopo appena cinque minuti passa proprio dai loro piedi, oltre che da quelli di Khedira, l’azione che porta al vantaggio, c’è ancora più gusto. La manovra è splendida: la Juve riparte dalla propria area dopo un angolo degli avversari, nato da un intervento non semplice di Buffon che mette a lato il rasoterra di Politano. Pjanic salta l’uomo e serve Khedira, che va in subito in verticale cercando Dybala. Un tocco e altro pallone in profondità, sulla destra, per Higuain. Un tocco e sventola in diagonale a firmare il primo gol della gara.
Per il secondo basta aspettare cinque minuti ed è ancora il Pipita a spedire in rete, con una spettacolare girata al volo la sponda aerea di Khedira. Da rimanere a bocca aperta.
Se dopo altri cinque minuti non arriva anche il terzo, è per una questione di pochi centimetri: quelli che mancano all’assist di Dybala per raggiungere ancora Higuain a centro area, e quelli che passano tra il palo e il pallone schiacciato di testa da Bonucci che manda a lato di un soffio il corner di Dybala.
Il Sassuolo, che pure aveva iniziato la gara con personalità, sembra frastornato, ma non perché manchi di idee o qualità: semplicemente perché la Juve è incontenibile. I bianconeri sono ovunque, sviluppano il gioco a una velocità doppia rispetto a quella degli avversari, aggrediscono gli spazi, raddoppiano il pressing…
Il terzo gol è l’emblema dell’aggressività con cui gli uomini di Allegri arrivano su ogni pallone: Dybala scatta sul filo del fuorigioco, entra in area e viene atterrato, in maniera regolare a giudizio del signor Di Bello, ma l’azione non si interrompe, anzi continua con il cross di Lichtsteiner per Pjanic che di testa centra la traversa, e con il tap in vincente dello stesso bosniaco che ribadisce nella porta ormai sguarnita.
A ridare un po’ di morale al Sassuolo prima dell’intervallo, ci pensa Antei, che mette in rete il 3-1, deviando quasi involontariamente il traversone dalla bandierina di Politano, dopo un’uscita a vuoto di Buffon.
Il doppio vantaggio non basta ai bianconeri che iniziano la ripresa come se si fosse ancora sullo 0-0 e portano subito Khedira al tiro, fermato non senza affanni da Consigli. Il portiere degli emiliani ha il suo bel da fare anche per respingere il tocco ravvicinato di Matri, servito in area da Dybala. Sugli sviluppi dell’azione arriva al tiro anche Alex Sandro, la cui sventola viene deviata in angolo.
Insomma, l’assedio continua e lo spettacolo pure. Dybala, fondamentale nel costruire il gioco e nel dettare i tempi dell’azione, cerca giustamente anche la gloria personale e dopo essersi liberato in area con una magia, prova quasi dalla linea di fondo a sorprendere Consigli, che riesce a chiudere lo specchio della porta sul primo palo.
Dire che si gioca in una sola metà campo è fin quasi riduttivo, perché difficilmente la Juve si allontana dalla tre quarti avversaria, continuando ad esercitare il proprio strapotere e arrivando a sfiorare il poker con Lichtsteiner, fermato da Acerbi prima di riuscire a concludere da ottima posizione.
Poco prima della mezz’ora Allegri concede ad Higuain e Khedira l’ovazione dello Stadium e manda in campo Mandzukic ed Hernanes. I ritmi ora sono logicamente più bassi e i bianconeri possono controllare agevolmente gara e punteggio, pur provando a rimpinguare il punteggio con il destro di Mandukic, respinto da Consigli, e la combinazione tra Bonucci e Pjanic, che non arriva a mettere Dybala davanti alla porta per pochissimo.
A cinque dal termine la Joya lascia il posto a Pjaca e proprio mentre sembra che si debba solo aspettare il fischio finale, ecco che il Sassuolo rischia seriamente di riaprire i giochi con Politano che, lanciato in velocità, supera Buffon e calcia verso la porta sguarnita, trovando però, invece del gol, il prodigioso recupero di Lichsteiner, che salva sulla linea permette ai compagni e ad Allegri di vivere gli ultimi minuti in tranquillità.
Arriva così la terza, magnifica vittoria in altrettante gare di campionato. E non solo per il risultato, ma anche per come è maturato, non poteva davvero esserci modo migliore di avvicinarsi al gran gala della Champions.
JUVENTUS-SASSUOLO 3-1
RETI: Higuain 5′ pt, Higuain 10′ pt, Pjanic 27′ pt, Antei 33′ pt
JUVENTUS
Buffon; Benatia, Bonucci, Chiellini; Lichtsteiner, Khedira (27′ st Hernanes), Lemina, Pjanic, Alex Sandro; Dybala (42′ st Pjaca), Higuain (24′ st Mandzukic)
A disposizione: Neto, Audero, Rugani, Barzagli, Dani Alves, Evra, Asamoah, Cuadrado
Allenatore: Allegri
SASSUOLO
Consigli; Gazzola, Antei, Acerbi, Peluso; Pellegrini (12′ st Iemmello), Magnanelli, Duncan; Politano, Matri (12′ st Missiroli), Ragusa (35′ st Ricci)
A disposizione: Pomini, Pegolo, Cannavaro, Lirola, Terranova, Letschert, Mazzitelli, Biondini, Adjapong
Allenatore: Di Francesco
ARBITRO: Di Bello
ASSISTENTI: Manganelli, Ranghetti
QUARTO UFFICIALE: Di Fiore
ARBITRI D’AREA: Russo, Fabbri
AMMONITI: 37′ st Gazzola, 40′ st Benatia, 52′ st Ricci
A CALDISSIMO / Juve-Sassuolo 3-1: Tanto tuonò che piovve: Higuain più Pjanic, attenti a quei due
Nella gioielleria dello Juventus Stadium la Vecchia Signora mette in mostra subito i suoi nuovi preziosi: Higuain e Pjanic danno un assaggio di quella che potrebbe essere la stagione bianconera, già condita da nove punti in tre partite, resta addirittura la sensazione diffusa che gli uomini di Allegri non abbiano messo in mostra tutto il potenziale a disposizione provando a tratti movimenti e giocate più d’allenamento che da impegno ufficiale.
E’ ancora 3-5-2, ma stavolta cambiano gli interpreti probabilmente considerando la vicinanza anche con l’esordio in Champions League di mercoledì prossimo: turno di riposo per Barzagli dopo le fatiche in Nazionale, c’è Benatia accanto a Bonucci e Chiellini, né Dani Alves, né Cuadrado a destra, più o meno a sorpresa dentro Lichtsteiner, Lemina in regia, esordio da mezz’ala per Pjanic con Higuain dal 1′ accanto a Dybala, seppur la posizione del bosniaco – le ripetute giocate di fino di quest’ultimo sulla trequarti bianconera utilissime a mandare a vuoto il pressing Sassuolo – appare da subito più alta ed in un certo senso quasi sulla stessa linea della Joya libero a spaziare per il campo, e forse troppo lontano dalla porta.
Si parte col brivido, una Juve inizialmente distratta viene quasi colpita, Buffon suona la sveglia e i bianconeri ripartono come fossero indiavolati: tic-tac-toe, Dybala inventa, Higuain colpisce, il Sassuolo subisce il colpo, e cinque minuti dopo l’ex Napoli colpisce ancora stavolta sfruttando la rifinitura di Khedira che dopo i due gol, dunque, mette a segno anche un assist, il tutto nelle prime tre partite di campionato.
Sono dieci minuti pazzeschi quelli iniziali, tante le occasioni potenziali non sfruttate per poca cattiveria sotto porta, ma il tris arriva comunque e porta la firma di Pjanic che ribadisce in rete una sua precedente conclusione di testa respinta solamente dalla traversa.
Minuto 27: Juve 3, Sassuolo 0.
I commenti sarebbero quasi superflui, difficile fare anche considerazioni tattiche di rilievo per la sorprendente aggressività della Vecchia Signora sino a sedici metri dai pali di Consigli, le grida di Allegri a bordo campo appaiono quasi fuori luogo, un campanellino d’allarme che sembrerebbe stonare col coro perfetto, ma poi il vero campanello lo suona Antei che accorcia le distanze sfruttando un’indecisione di Buffon: il capitano la parata decisiva l’aveva comunque già piazzata nel momento giusto in apertura.
Il copione non cambia neanche dopo il riposo: Lemina rompe il gioco neroverde, Dybala è il regista avanzato della squadra, Higuain gioca di sponda a favorire gli inserimenti dei compagni, e così il più pericoloso è ancora Pjanic che non viene praticamente mai “letto” dalla mediana degli uomini di Di Francesco, ma che viene invece stoppato (come Lichtsteiner, come Dybala stesso, come Mandzukic) da Consigli, fra i migliori in campo.
Unici nei ancora evidenti i calci da fermo – vedi il gol subito, vedi il brivido sulla deviazione di Chiellini a pochi passi da Buffon nella ripresa – e la mancanza del killer-instinct che ha rischiato di far tornare in partita un avversario fuori dal match teoricamente già dopo meno di mezz’ora.
E’ una vittoria che passerà alla storia più per quanto fatto vedere nella primissima parte che per il resto del match passato comunque più nella metà campo avversaria che dalle parti dell’area di Buffon: adesso giù con Siviglia ed Inter, due tappe già fondamentali per la stagione bianconera.
Di Fabio Giambò
A CALDO / Juve-Sassuolo 3-1: Sangue freddo anche dopo la sparatoria
Zampate e vampate possono coesistere.
Ce lo sta insegnando Gonzalo Higuain, pazzesco nella sua declinazione di finisseur e di qualità quasi dimenticata (a Torino) nella capacità di svolgere anche il ruolo di attaccante lucido, elegante ed efficace per la fase offensiva in quanto a manovra.
Il Signore del Gol, la Juve gliene chiede simbolicamente 100 in tre anni, ha paralizzato la pazza voglia del Sassuolo, menomato ma capace di far vedere che un calcio diverso in Italia è possibile (poi però capita che perdi anche male e non ti devi lamentare, tenete sempre anche ben presente questo motto da mutuarsi dalla Premier).
Quali indicazioni dalla terza di campionato durata un tempo?
Che la Juve di Allegri insiste nel volersi e sapersi gestire.
Cambiano gli uomini, crescono le cose da stropicciarsi gli occhi, diminuiscono quelle per cui mettersi le dita nel naso, eppure la filosofia non cambia.
Prima la testa, poi solo in caso di estrema necessità gettarsi a corpo morto.
Prima quindi Khedira, sempre più padrone della trovata centralità dentro il progetto tecnico bianconero. Usare la testa e trovare la porta.
Poi, anche, fare possesso pur senza essere padroni del centrocampo. Non servirà nemmeno con il Siviglia.
C’è tempo, tanto tempo, anche se mai troppo. Ricordiamocelo.
Il Buono, Il Brutto, Il Cattivo di Juventus-Sassuolo 3-1
IL BUONO: Gonzalo Gerardo. Tre gol in un centinaio di minuti con la Juve, otto nelle ultime sei giocate in campionato, sarebbe offensivo aggiungere altro.
IL BRUTTO: Il risultato chiuso dopo nemmeno un quarto d’ora ha tolto interesse tecnico-tattico alla partita e quindi ci ha privati della possibilità di valutare seriamente la prova dell’inedita coppia Lemina-Pjanic nel cuore del gioco. Avremo test più probanti.
IL CATTIVO: Il grande avvio del Sassuolo forse ha inorgoglito eccessivamente Di Francesco, che è arrivato allo Stadium convinto di potersela giocare a viso aperto anche con una squadra con 3-4 riserve. Un eccesso di fiducia nei propri mezzi brutalmente castigato dalla Juve.