“Che noia questo calcio, ma davvero vi divertite ancora?”

“Che noia ormai la serie A, ma davvero voi vi divertite ancora?”

(plurimulticit.)

“E non m’annoio, e no che non m’annoio non m’annoio, io no che non m’annoio non m’annoio non m’annoio”

(“Tempo”, Jovanotti, 1992)

La verità è che, al contrario della vulgata diffusa da chi in questi anni non si sta divertendo particolarmente, nel nostro calcio annoiarsi è praticamente impossibile.

Ok, da un po’ di tempo vince sempre la stessa, non posso negarlo.

Ma ci annoieremmo se non accadesse mai nulla o se tutti riconoscessero banalmente la forza e i meriti di chi vince per un periodo così lungo. Così sì, che sarebbe noioso.

Com’è evidente, nel caso di specie difettano entrambi i requisiti.

Del secondo inutile parlare: ora siamo reduci da un 3-0, con la seconda a meno tredici – il tema quindi non è all’ordine del giorno – ma basta un episodio succoso a Bologna o ancor più a Napoli la settimana dopo per scatenare l’inferno e tornare a delegittimare ogni successo. Anzi, perché aspettare domenica o addirittura il weekend successivo? Prima c’è la Champions, basta una bella vittoria dell’Atletico ed ecco la prova provata che in Europa, senza il sistema che vi tutela…

E non mollano mai, non imparano mai, anno dopo anno. Impossibile annoiarsi, cercate di capirci.

E poi c’è l’altro requisito: se non succedesse mai nulla, se mancassero le sorprese, i colpi di scena, se fosse sempre tutto stantio e prevedibile, probabilmente ci annoieremmo anche noi. Non tanto, ma un po’ forse sì. Il problema è che non ci danno proprio il tempo, anche in settimane apparentemente tranquille e senza partite di rilievo.

Prendiamo l’ultima. Noi veniamo da un bel successo a Reggio Emilia e dobbiamo affrontare il Frosinone, senza Champions in mezzo. Ci sarebbero le condizioni perfette per rilassarsi un po’, ma ecco qua la settimana “noiosa”:

lunedì, mentre stiamo leggendo l’intervista di Veltroni a Paratici, in cui il buon Fabio spiega che per trovare stimoli anche quest’anno aveva anche pensato di fare casino prendendo Icardi dai fratelli interisti, la Juve annuncia di avere preso a parametro zero Aaron Ramsey, 28 anni, 260 partite in Premier, 43 in Champions League, 58 in nazionale gallese. Se ne parlava da un po’, ma con i big a scadenza di contratto non si sa mai, basta un’offerta più alta al solo giocatore e salta tutto. Si allunga così, in un sereno lunedì sera invernale, la straordinaria lista di parametri zero o elementi del vivaio per il nostro centrocampo di questo ciclo pazzesco: dopo Marchisio, Pirlo, Pogba, Khedira ed Emre Can, arriva Ramsey.

Martedì la Juve, a sorpresa, comunica l’emissione di un bond di 175 milioni, a interessi piuttosto bassi, al fine, scrive Leonardo Dorini proprio qui, “di fare affluire ulteriori importanti risorse al Club bianconero e di migliorare l’assetto delle fonti finanziarie”.

Mercoledì i bianconeri annunciano il successo dell’operazione lanciata il giorno prima e l’Inter capisce che tocca a lei, è il momento di fare qualcosa per tenerci svegli, non può mica pensarci sempre la Juve. Così, con un tweet annuncia che il nuovo capitano è Handanovic. Non più Icardi, dunque, che fa i suoi 30 gol a stagione, che tutti ci descrivono come un grande professionista, che arrivato in Champions ha fatto 4 gol in 6 partite spesso giocate costantemente nella propria metà campo. Nessuno spiega cosa accada, così possiamo divertirci di più a immaginare e ognuno può formulare le proprie ipotesi: i rapporti con i compagni, la lunga trattativa per il rinnovo, le parole di Wanda a Tikitaka… Nessuno sa niente. Brozovic mostra solidarietà mettendo like e cuoricini a qualunque essere umano commenti positivamente questo avvicendamento, Icardi non viene convocato per l’Europa League, anzi sì, era convocato ma non è voluto partire, no, non è così, sta male. Grazie, ragazzi, ci avete regalato un mercoledì come si deve.

Giovedì i nerazzurri fanno di tutto per tenersi la scena, tutti contro Wanda, Icardi lasciato improvvisamente solo anche da gente che l’ha sempre adorato e dai media fin lì amici, come da tradizione del nostro Paese di leoni – tranne il mio amico Fabrizio Biasin, che grazie alla scelta di non lasciare la nave nel momento del naufragio si becca pure un bel po’ di insulti -, Moratti attacca la scelta della società, Brozovic e Perisic tornano improvvisamente a giocare a pallone dopo qualche mese, ma tutto questo non basta, perché è il giorno in cui la seconda in classifica, la nostra prima rivale, ancora in corsa anche in Europa League, vende ufficialmente il suo storico leader capitano “ai cinesi” (cit.). Così, in mezzo alla stagione. Anzi, a mercato concluso, così non c’è il rischio di dover trovare un sostituto.

E poi arriva il weekend, con la Juve che vince nettamente, i giocatori che si scambiano assist, abbracci ed esultanze, con siuuu mask, sorrisi e piroette; la seconda che non segna neanche stavolta e finisce a meno 13; Marotta che dopo sette anni di domeniche tranquille a riposarsi chiama a notte inoltrata “Tikitaka” mentre la moglie e procuratrice di Icardi racconta commossa i giorni difficili, per dirle che va tutto bene, che la vita va avanti, che è tutto fatto per il bene dell’Inter.

E noi siamo lì che guardiamo rapiti, non riusciamo ad andare a dormire e a pensare che davvero questa settimana stia già per concludersi. Spegniamo la luce, ripensiamo a Ramsey, alla Juve che continua a cercare risorse, al tweet dell’Inter, ai like di Brozovic, a Moratti che si arrabbia, ad Hamsik ai “cinesi”, a Ronaldo che fa il Dybala, a Dybala che fa il Ronaldo, a Mazzarri che tiene eroicamente lo 0-0, a Marotta che non può più rilassarsi neanche la domenica sera in cui si è vinto.

E sorridiamo pensando a chi non si gode questo e ci chiede sconsolato: “ma dai, davvero vi divertite ancora?

Il Maestro Massimo Zampini.