Dopo aver abbinato la Juventus al Barcellona nei quarti di finale, la mano di Ian Rush è stata più clemente con la sua ex squadra, estraendo per i bianconeri l’outsider Monaco, squadra che però non va assolutamente sottovalutata. Andiamo a scoprirne insieme il cammino fin qui, lo stile di gioco e gli uomini chiave.
Se c’è una cosa che nel Principato di Monaco hanno completamente dimenticato cosa sia, è la paura. Altrimenti non si spiega come la squadra costruita da Leonardo Jardim sia andata a giocarsela ad armi pari e a viso aperto, contro avversari stellari, in alcuni dei campi più difficili d’Europa come il Parc Des Princes, il Signal Iduna o l’Etihad di Manchester, senza mai snaturarsi e puntando a portare l’avversario nel proprio gioco piuttosto che adattandosi.
Le gare contro City e Dortmund in trasferta, fatte di assalti alla baionetta pressoché continui con 6 (sei) giocatori sempre ad aggredire l’ultimo terzo di campo, sono stendardo perfetto del calcio di Jardim, che sembra preoccuparsi relativamente della possibilità di subire reti, tanto più in un doppio confronto dove può sfruttare il peso degli eventuali gol in trasferta. Ad esempio, in casa del Borussia con Bakayoko squalificato, era lecito pensare che il tecnico portoghese inserisse un centrocampista di rottura per affiancare Fabinho, invece ha scelto il suo connazionale Joao Moutinho e il 2-3 finale gli ha dato ragione, permettendogli in pratica di ipotecare la qualificazione già all’andata.
Se nella prima parte di stagione l’arma principale dei monegaschi era il ritrovato Radamel Falcao, tra l’altro recentemente ristabilito da un infortunio e subito in gol in coppa, ora al colombiano Jardim può affiancare un Re Mida come Kylian Mbappé, il classe ’98 che fa gola a tutta l’Europa con il suo gol a partita di media, 5 in Europa e tutti nella fase a eliminazione diretta, probabilmente il giocatore più decisivo in questa fase della Champions League assieme a Cristiano Ronaldo. A rifornire i due granatieri davanti, che possono contare anche su un’alternativa di lusso come Germain, ci sono due esterni di lusso come Lemar e Bernardo Silva; il francese dal mancino telecomandato è tiratore designato di qualsiasi palla inattiva, fatta eccezione per i rigori (appannaggio di Fabinho), ed è pericolosissimo anche quando crossa e tira dalla distanza a palla in gioco, l’ala portoghese è la scintilla che dona imprevedibilità alla manovra del Monaco, assolutamente letale negli spazi ma anche capace di districarsi e uscire in dribbling in mezzo alle maglie delle difese avversarie. A fungere da frangiflutti in mezzo al campo troviamo Fabinho, rigorista quasi implacabile ormai completamente riconvertito a mediano, e il torreggiante Bakayoko, “box to box” che farebbe le fortune di quasi ogni squadra d’Europa. L’anello debole dei biancorossi, nemmeno a dirlo, è senz’altro la difesa: i terzini Sidibé e Mendy fungono da vere e proprie ali in fase offensiva, ma possono andare in difficoltà se attaccati con insistenza, mentre la coppia centrale Glik-Jemerson (o il buon Raggi) funziona in Ligue 1 ma non è all’altezza delle migliori d’Europa, come testimoniano i 16 gol subiti, di gran lunga la squadra più perforata tra quelle giunte fin qui.
Gli imperativi sono non dare per scontata la qualificazione, temere (senza strafare) le tante armi a disposizione del Monaco ed evitare di scendere nel loro campo, di cadere nella loro trappola: giocando ai ritmi che conosce, nei modi cui è abituata, questa Juventus saprà regalarci altre soddisfazioni.
Formazione tipo (4-4-2): Subasic; Sidibé, Glik, Jemerson (Raggi), Mendy; B. Silva, Bakayoko, Fabinho, Lemar; Falcao (Germain), Mbappé.
Il cammino fin qui:
Tottenham – Monaco 1-2 (Silva, Lemar)
Monaco – Leverkusen 1-1 (Glik)
Cska – Monaco 1-1 (Silva)
Monaco – Cska 3-0 (Germain, Falcao x2)
Monaco – Tottenham 2-1 (Sidibé, Lemar)
Leverkusen – Monaco 3-0
City – Monaco 5-3 (Falcao x2, Mbappé)
Monaco – City 3-1 (Mbappé, Fabinho, Bakayoko)
Dortmund – Monaco 2-3 (Mbappé x2, autorete)
Monaco – Dortmund 3-1 (Mbappé, Falcao, Germain)
Gol fatti: 21
Gol subiti: 16
Capocannonieri: Falcao, Mbappé (5)
OppositionWatch: il Monaco
Il Monaco è solo apparentemente una sorpresa di questa edizione di Champions League. I monegaschi stanno infatti disputando una grande stagione.
La squadra del Principato è prima in classifica con 77 punti, a pari merito con il Paris Saint-Germain, ma con una partita in meno giocata. 24 vittorie, 5 pareggi e solo 3 sconfitte per il Monaco, che ha messo a segno la bellezza di 90 gol (miglior attacco della Ligue1), subendone 27.
I migliori due marcatori dei biancorossi sono Falcao (18 gol, terzo posto in classifica marcatori) e il giovane Mbappé con 12. Nell’ultima gara di campionato, il 15 aprile scorso, il Monaco ha vinto in casa con il Dijon: una vittoria in rimonta, dopo l’iniziale vantaggio degli ospiti con Varrault a fine primo tempo. Decisivi i gol Dirar al 69’ e Falcao all’81’.
Come la Juventus, il Monaco è ancora in corsa tre obiettivi. Detto del Campionato, infatti, i monegaschi sono in semifinale di Coppa di Francia, dopo aver superato il 4 aprile scorso il Lilla per 2-1 in casa (doppietta di Germain). Il 26 aprile la squadra di Jardim giocherà la semifinale a Parigi contro il PSG.
A proposito di sfide con la squadra della capitale, c’è un’altra coppa nazionale, che il Monaco ha perso proprio contro il Saint-Germain, in finale: si tratta della Coupe de la Ligue. Il 1 aprile si è giocata la finale a Lione, e ha vinto il PSG per 4-1. Dopo l’iniziale vantaggio di Draxler al 4’ e il pareggio dei biancorossi con Lemar al 27’, si è scatenata la squadra della Capitale che ha conquistato la Coppa con il gol di Di Maria e una doppietta di Cavani.
Quinta formazione del torneo per gol messi a segno (21 in totale, cinque a testa per Mbappé e Falcao, 12 solo nelle ultime 4 partite), il Monaco accede alla semifinale grazie a un cammino che lo vede arrivare primo nel suo girone (al secondo posto Bayer Leverkusen, poi Tottenham e CSKA Mosca), con 11 punti, frutto di 3 vittorie, 2 pareggi e una sconfitta.
Agli ottavi i monegaschi eliminano il Manchester City, perdendo 5-3 una rocambolesca partita in Inghilterra e vincendo 3-1 al “Louis II”, classificandosi quindi in virtù del maggior numero di gol segnati in trasferta.
Duplice vittoria, invece, nel turno scorso, contro il Borussia Dortmund: 3-2 in Germania e 3-1 al ritorno).
Quattro in totale le sfide in Champions League fra le due squadre finora: due vittorie per la Juve e un pareggio, sette i gol bianconeri e 4 quelli dei biancorossi. In entrambi i casi, la Juve ha comunque passato il turno: la semifinale 1997/98 e i quarti del 2014/15, con vittoria per 1-0 all’andata con rete di Vidal e pareggio 0-0 al ritorno.
La Juventus ha vinto entrambi i precedenti casalinghi con il Monaco in Champions League: 4-1 e 1-0.
Allargando lo sguardo agli avversari francesi e comprendendo anche la Coppa delle Fiere, la Juventus ha passato il turno 10 volte su 10 nella fase ad eliminazione diretta delle coppe europee contro avversarie francesi. Limitandosi invece alla Coppa dei Campioni/Champions League, la Juventus ha superato il turno tre volte su tre in semifinale contro avversarie francesi: Bordeaux 1985, Nantes 1996 e Monaco 1998.
Invece, Il Monaco ha passato il turno solo due volte su sei semifinali disputate nelle Coppe europee: le due finali (entrambe perse) della Coppa delle Coppe 1992 e della Champions 2004.
Sono undici in totale i giocatori che hanno vestito entrambe le maglie, fra cui gli italiani Di Vaio, Vieri e De Sanctis, Almiron, Kapo, Rui Barros, Jugovic.
E poi ci sono tante stelle francesi che hanno scritto pagine di storia bianconera: parliamo su tutti di David Trezeguet, ma anche di Evra, Thuram ed Henry.
Andrea Raggi e Claudio Marchisio sono stati compagni di squadra nell’Empoli 2007/08; Kylian Mbappè ha segnato 16 gol nelle sue ultime 16 gare giocate (tutte le competizioni) ed è diventato il più giovane calciatore della storia della moderna Champions ad aver realizzato almeno 5 gol in una stessa edizione.
Miralem Pjanic infine vanta un gol in Ligue 1 al Monaco: con la maglia del Lione nel maggio 2010.
Bene il Monaco perché siamo pronti. Ma quanto pronti?
Poche ciance, il Monaco era la migliore pescata possibile. Era anche il sorteggio meritato, dopo il quarto di finale contro il Barcellona. Soprattutto per come è andato, con la casella zero nei gol subiti (la maiuscola al piccolo grande Capolavoro), per la padronanza dell’intero recinto di campo, per lo scacco tattico, per la scintilla Dybala e via dicendo.
Era la migliore pescata possibile, anche se le semifinali sono una pagina nuova. Inutile discernere sui perché, aggrapparsi a ragionamenti di logica forzata: il Monaco è inferiore alla Juventus. Le è inferiore in quanto a tecnica, tattica, esperienza, consapevolezza, strumenti. Degna avversaria, rivelazione europea della stagione, nelle quattro con merito ed entusiasmo, la favola monegasca non va scambiata e vissuta per quello che era nel 1998 e neppure per quello che racconta la nuova frontiera del calcio hipster.
Però la Juve oggi è la Juve di una volta. Anzi, più pronta alle trappole, più frenetica di arrivare a rigiocarsela ma anche più arrabbiata. Più pronta. Ragion per cui affrontare la squadra di Jardim (portoghese, nato e cresciuto in Venezuela, allenatore puro, logico, astratto e infingardo con il tipico pensiero a tre dimensioni, inclusa la dimensione del sogno, tipica di chi non è stato calciatore) fa da secondo step di sopravvenuta maturità, dopo la gestione del 3-0 interno contro l’attacco e l’ambiente più temuto e applaudito al mondo. Due step che nella sostanza si equivalgono. All’altezza significa
Più pronti, ma quanto pronti?
Definitivamente pronti?
Scacciando le streghe dell’eventuale finale e con lei tutti gli aneddoti e i ricorsi, alla prima domanda non ci sarà risposta se non eventualmente al risveglio del 4 giugno.
Alla seconda risponderà l’appuntamento con una storia già scritta.
Eliminare i più deboli sulle due partite.
Rendere la Juve una scienza esatta.
Lasciar loro i meritati applausi.
Dare ragione ai bookmakers.
Sconfinare nel normale.
Esserci.