Chiesa e Freuler, con l’Atalanta finisce 1-1

Finisce in pareggio la sfida con l’Atalanta: una partita combattuta, con due splendide reti, di Chiesa e di Freuler, nella quale la Juve ha forse più occasioni per vincere, ma che alla fine viene decisa dalle prodezze dei portieri, Gollini in particolare, che salva i suoi in almeno tre occasioni, tra le quali un rigore parato a Ronaldo.

OCCASIONI JUVE

Il pressing alto di entrambe le squadre produce le prime due conclusioni. Quella di Pessina dal limite viene bloccata senza problemi da Szczesny, quella di Ronaldo, servito in area da Morata, è fuori misura. I bianconeri continuano a premere e la caparbietà di McKennie porta a creare un’occasione limpidissima: l’americano ruba palla sulla tre quarti e lancia Morata, che entra in area e, a tu per tu con Gollini, preferisce servire Ronaldo. CR7 viene chiuso da Djimsiti, ma il pallone torna allo spagnolo che, a quel punto in posizione irregolare, mette a lato di tacco.

IL SILURO DI CHIESA

Poco prima della mezz’ora Pirlo deve rinunciare ad Arthur, sofferente dopo uno scontro aereo con Romero. Al posto del brasiliano entra Rabiot e in cabina di regia si sposta Bentancur. È proprio l’uruguaiano, due minuti dopo il cambio, a imbeccare Chiesa al limite dell’area. L’esterno, fino a quel momento ben controllato dalla difesa ospite, si accentra, trova lo spazio per il tiro e lascia partire un destro preciso, teso, imparabile… In una parola, meraviglioso. La prevedibile reazione dell’Atalanta arriva con il diagonale di Zapata, messo in angolo da Szczesny e con due sventole di Malinovskyi, una fuori, l’altra respinta dal portiere bianconero. La Juve contiene i bergamaschi senza andare in affanno, anzi nel finale di tempo si ripropone in avanti e va al riposo sopra di un gol. + 13

PAREGGIA FREULER

In avvio di ripresa la Juve va ancora vicinissima al gol: McKennie lancia Morata in area, ma il destro dello spagnolo, colpisce in pieno Gollini in uscita sul volto. Il portiere atalantino rimane a terra e l’azione viene quindi fermata dal signor Doveri per permettere l’intervento dello staff medico. La Juve rimane in attacco e Rabiot, di testa, devia a lato il cross di Chiesa, ma quando l’Atalanta si porta in avanti, dopo una serie di contrasti vinti a centrocampo, Freuler dal limite indovina una traiettoria impossibile, con il pallone che si abbassa improvvisamente alle spalle di Szczesny e riporta le squadre in parità.

GOLLINI VS SZCZESNY

La Juve reagisce immediatamente, Chiesa entra in area dalla sinistra e viene atterrato da Hateboer. È rigore, ma il tiro di Ronaldo viene bloccato da Gollini. Non è l’unica prodezza del portiere bergamasco, che subito dopo devia in angolo il destro di Morata, liberato al tiro dopo una bella azione corale, e ferma anche l’incornata di de Ligt. La partita è vivace e l’Atalanta si fa vedere con un acrobatico tiro cross di Gosens, fuori misura e soprattutto con il colpo di testa di Romero, sul quale Szczesny decolla per arrivare alla deviazione. I nerazzurri ora spingono di più e Pirlo cambia Chiesa con Alex Sandro, sposta Danilo sulla destra e avanza la posizione di Cuadrado. La Juve torna in controllo e Gollini torna a sigillare la propria porta, respingendo il diagonale di Danilo. Il duello a distanza tra i portieri prosegue e Szczesny risponde, intervenendo sulla sventola di Gomez. Nel finale Pirlo inserisce Dybala al posto di Morata e l’argentino arriva subito al tiro, murato, mentre Ronaldo ci prova dal limite, mettendo alto. Sono le ultime opportunità di un match che la Juve prova a vincere sino all’ultimo, ma che nonostante gli sforzi, non si schioda dall’1-1.

JUVENTUS-ATALANTA 1-1

RETI: Chiesa 29′ pt Freuler 12′ st

JUVENTUS
Szczesny; Cuadrado (30′ st Alex Sandro), de Ligt, Bonucci, Danilo; McKennie, Bentancur, Arthur (27′ pt Rabiot), Chiesa; Morata (39′ st Dybala), Ronaldo
A disposizione: Buffon, Pinsoglio, Dragusin, Frabotta, Ramsey, Bernardeschi, Portanova, Kulusevski, Da Graca
Allenatore: Pirlo

ATALANTA
Gollini; Djimsiti, Romero, Palomino; Hateboer, De Roon, Freuler, Gosens; Pessina (8′ st Gomez), Malinovskyi (27′ st Miranchuk); Zapata (27′ st Muriel)
A disposizione: Sportiello, Rossi, Sutalo, Mojica, Depaoli, Gyabuaa, Lammers, Diallo
Allenatore: Gasperini

ARBITRO: Doveri
ASSISTENTI: Preti, Liberti
QUARTO UFFICIALE: Mariani
VAR: Irrati, Bindoni

AMMONITI: 38′ pt Romero, 1′ st Rabiot, 7′ st De Roon, 15′ st Morata, 35′ st McKennie

Juve-Atalanta 1-1: Il piano B

Giocare con l’Atalanta è come andare all’assemblea di condominio della diga di Begato, uno di quegli incontri che vanno affrontati con l’elmetto in testa e il coltello in tasca. È una trasferta pure quando giochi in casa.
Quella del 16 dicembre che passa agli archivi col deprimente 1-1 (deprimente perché ennesimo pareggio stagionale) è forse il risultato della miglior Juve vista negli ultimi anni nelle sfide contro Gasperini. Nè con Allegri né con Sarri si erano mai visti 90 minuti interpretati così bene dal punto di vista agonistico e fisico contro la dea, squadra capace potenzialmente di rullare tutti, anche in capo a partite vinte.
Sembra una cosa da poco ma nel processo di costruzione di una squadra e sviluppo dell’identità di un allenatore, uscire con spunti positivi da una serata del genere non è cosa da poco.
In realtà in Juve-Atalanta accade quasi di tutto: cartellini risparmiati ai nerazzurri che menano forte, menano primi e quindi menano due volte, il gioco fermato (giustamente) con la palla che finisce in rete per una palla stampata in piena faccia a Gollini, un rigore molto generoso guadagnato da Chiesa e tirato male da Ronaldo in formato “essere umano”, 2 gol bellissimi che si ricordano, una serie di “questo lo segnavo anch’io” che avrebbero reso felice la Gialappa’s.

La Juventus parte concentrata e con la grinta giusta, quella che non si affievolisce dopo 10 minuti, dall’altra parte gli atalantini sbagliano molto e le due cose sono collegate. De Ligt fa capire subito a Zapata che lui non si farà saltare facilmente come Bonucci. McKennie si rivela un carro armato motorizzato Lamborghini: fa tutto bene, è potente e in 3 mosse si è appropriato della titolarità. Anche Arthur, vertice basso del trio di centrocampo si prende il telecomando e fa quello che gli pare fino a quando una dolorosissima vecchia (o fagiolo) lo costringe ai saluti; al suo posto un Rabiot molta sregolatezza e pochissimo genio.
Poco dopo Federico Chiesa si inventa il gol che non ti aspetti e porta in vantaggio i coraggiosi bianconeri. Il condominio sembra essere domato come un toro ma Gasperini non ne vuole sapere di mollare sui millesimi e la pulizia della scala. L’Atalanta non smette di giocare, continua a sbagliare, come la Juve, ci prova, va avanti.
Nel mentre gli uomini di Pirlo fanno esattamente quello che va fatto in partite del genere per non portare a casa i 3 punti: sbagliare il gol del 2-0. Già aveva fatto intuire l’andazzo un Morata pasticcione vecchio stile con un gesto che ricorda un tacco di Balotelli in una amichevole estiva quando era ancora un professionista e giocava a Manchester. Pirlo avrebbe dovuto capire molto, se non tutto. La sagra del gol sbagliato continua, Freuler pareggia dopo che Bentancur e Rabiot gli danno una mano finendo a terra come dei pattinatori improvvisati. Tocca a Ronaldo battere un rigore che a malapena riesce a raggiungere la linea di porta talmente lento è tirato.

L’ultima mezz’ora è un’altalena a cui solo Gasperini da la spinta: i nerazzurri sono più centrati, più squadra, più freschi grazie ai cambi che invece Pirlo si dimentica di fare. Alla fine concederà solo 10 minuti lordi a Dybala e zero a Kulusevski. Posto che l’argentino sta passando il suo periodo peggiore da quando è a Torino, ma cosa potrà mai combinare nel pugno di secondi che gli vengono concessi?
Tutto si può spiegare, ma non avere il “piano B” tanto caro a Capello è una colpa non espiabile in serie A. Cristiano Ronaldo è intoccabile (e qui si paga l’inesperienza di Pirlo e i delicati equilibri che ogni neofita cerca di trovare e conservare gelosamente), Morata pare esserlo altrettanto, il centrocampo è ingessato, l’unico che può fare spazio è il giovane Chiesa e la Juve rimane bloccata, fissa come lo sguardo perso nel vuoto del suo mister in certi momenti della partita, pronto a scrutare l’orizzonte, tra il distributore IP e il Tè all’incrocio tra Strada Altessano e Corso Grosseto. Il prezzo della benzina sale, come i punti di distacco dalle prime.

Non c’è mai da stare allegri alla Juve per un pareggio, ma nemmeno da disperarsi se il trend è positivo e i miglioramenti sono tangibili. Resta la preoccupazione per una squadra che ha un tasso di conversione azioni pericolose-gol tendente allo zero, cosa che rende praticamente impossibile vincere le partite in maniera sporca, di sofferenza, tramortendo l’avversario nel momento di massima debolezza. Perfetto è adesso il bilanciamento tra le vittorie e i pareggi: 6 a 6, anzi 5 vittorie, se non si considera quella ottenuta a tavolino.
Troppi pareggi, troppe chance buttate all’aria, che rischiano di costare alla Juve carissimo quando si dovranno fare i conti davvero e con lo sguardo si dovrà guardare ben oltre l’IP di Strada Altessano.

Dea ferma la Juve, Pirlo: “Match di cattiveria e concentrazione vanno vinti”

Il risultato dice 1-1, la prestazione dice che questa Juve è sempre in crescita. Con l’Atalanta s’è vista una partita spumeggiante, fatta di tanta corsa e grandissime parate dei rispettivi portieri. Secondo Mister Pirlo, saranno 2 punti persi o 1 punto guadagnato?

“Non è la partita più complicata della stagione. Buona partita, giocata alla pari per ritmo. Dovevamo portarla a casa per inerzia e invece abbiamo peccato in alcune situazioni. Queste partite di cattiveria e concentrazione vanno portate a casa” – Decisamente 2 punti persi per il mister, che non può dimenticarsi delle troppe leggerezze in attacco. Gollini ha fatto alcune parate incredibili, i nostri attaccanti alcuni errori ingiustificabili. Detto questo, la Juve di stasera ha mostrato un’idea di calcio a tratti veramente coinvolgente.

“A volte giravamo palla troppo lenta, a volte verticalizzavamo troppo in fretta concedendo qualche ripartenza. Abbiamo creato tanto senza riuscire a chiudere il match e quando lasci la partita in bilico, può succedere di tutto” – Di difetti, inutile a dirsi, ci saranno sempre: gestioni palla sbagliate, errori individuali, confusione tattica o stanchezza nei singoli. Però è bene dire che, per la prima volta da anni, si è affrontata la Dea con le sue stesse carte. Buona la riaggressione, ottima l’intensità mostrata fino all’80esimo.

“CR7 ha sbagliato il rigore. Peccato, ma capita ogni tanto” – Ogni tanto, una serata no bisogna concedergliela! Questa se l’è guadagnata a suon di goal e perdonargliela è un dovere.

“Non è un problema prendere goal, domenica scorsa abbiamo subito 1 tiro in porta. La questione è come si affronta la gara: oggi abbiamo approcciato bene, ma ci è mancata la cattiveria necessaria a chiuderla. Stiamo crescendo, buona intensità questa sera” – L’Atalanta è uno dei clienti più scomodi in Europa, con loro è fisiologico concedere qualche tiro in più del solito. La difesa quest’oggi s’è comportata bene. C’è invece da migliorare nella gestione palla e nelle uscite dalla pressione: il goal dei nerazzurri nasce proprio da una loro aggressione ad inizio azione.

“Kulusevski è un giocatore giovane, ha giocato tanto e fatto un salto enorme. Si sta allenando bene e crescendo, tornerà utile nelle prossime partite. Oggi non era la sua partita, con difensori molto aggressivi che ti prendono a uomo. Può fare l’attaccante” – Nelle ultime uscite non ha trovato grande spazio, complici alcuni avversari inadatti. La sensazione è che abbia difficoltà ad incidere a gara in corso. Inoltre, la posizione in cui ha reso meglio fin ad ora è accanto a Ronaldo, più che da esterno.  Panchinare McKennie per lo svedese è, in questo momento, impensabile: l’americano si sta dimostrando uno degli insostituibili tra i bianconeri.

Questione Dybala fa parte della società. Io penso ad allenarlo in campo, è uno dei miei giocatori – Dribbling da Pallone d’Oro.