L’incornata di Mandzukic nella ripresa decide la sfida con l’Inter. Chiellini straordinario in difesa respinge ogni tentativo di rimonta e la Juve è sempre più padrona del campionato
Lotta, gioca di fino, segna con una regolarità pazzesca: è Mario Mandzukic l’eroe della serata e con il su settimo sigillo in campionato regala alla Juve il Derby d’Italia. Una partita non spettacolare, ma vibrante quella con i nerazzurri, fisica il giusto, comunque corretta ed equilibrata. La fa sua la squadra con più talento ed esperienza: l’Inter manda la sua unica vera chance sul palo nel primo tempo, mentre i bianconeri capitalizzano nella ripresa una delle rare occasioni avute e volano a quota a 43 punti in classifica.
BOTTA E RISPOSTA
L’avversario è spigoloso e nei primissimi minuti qualche
imprecisione complica la manovra della Juve, che però si fa subito
pericolosa non appena palleggia con maggior attenzione, portando Ronaldo
al traversone e Dybala a staccare di testa, mettendo alto. La Joya ci
prova anche poco dopo dalla sinistra dell’area, ma il suo tentativo
viene deviato in angolo. I bianconeri alzano il pressing e prendono
prendono campo, mentre l’Inter cerca di ripartire in velocità e anche se
i ritmi non sono forsennati la gara è aperta e piacevole. Il più vivace
tra i nerazzurri è Perisic e per limitarlo Allegri scambia le posizioni
di De Sciglio e Cancelo, portando il portoghese sulla sinistra. Gli
ospiti provano allora a sfondare dalla parte opposta e alla mezz’ora
quasi ce la fanno: Politano si accentra e tocca per Icardi che favorisce
l’inserimento di Gagliardini, il cui sinistro rasoterra colpisce il
palo e termina docile tra le braccia di Szczesny. È questo il miglior
momento dei nerazzurri che arrivano ancora al tiro con Perisic, poco
preciso anche perché ostacolato involontariamente da Icardi. Qualche
chiusura tempestiva in area evita ulteriori pericoli e la Juve riprende a
manovrare, impegnando Handanovic con le incornate di Mandzukic e
Chiellini, quest’ultima arrivata sugli sviluppi di un calcio d’angolo
causato dal decisivo intervento di Brozovic sul destro a colpo sicuro di
Bentancur.
L’esultanza di Mario Mandzukic dopo il vantaggio bianconero
MARIOOO!!!
La ripresa si apre con un brivido, perché Matuidi serve
involontariamente in area che, dopo lo scambio con Icardi va al tiro
trovando la provvidenziale opposizione di Bonucci. Il francese si fa
perdonare con uno spunto dalla parte opposta e con un traversone basso
che attraversa tutto lo specchio della porta senza trovare compagni
pronti alla deviazione. Adesso i ritmi sono decisamente più alti, vola
qualche cartellino e il gioco è spesso confuso, ma appena la Juve riesce
a mettere ordine passa: il lancio di quaranta metri di Matuidi pesca
sulla sinistra Cancelo che scodella un cross delizioso sul secondo palo,
dove Mandzukic prende il tempo ad Asamoah e in tuffo incorna sotto la
traversa.
CHIELLINI MONUMENTALE
L’Inter accusa il colpo, la Juve sente l’ “odore del sangue” e
cerca di azzannare di nuovo, ma nonostante il forcing gli ospiti
resistono. Provano per la verità anche a reagire, senza però produrre
occasioni consistenti, anche perché di fronte, si ritrovano un Chiellini
monumentale: ogni pallone che si avvicina all’are è suo, ogni contrasto
è vinto e Icardi praticamente non la vede mai. Allegri richiama Dybala
per Douglas Costa e a dieci minuti dal termine torna in campo Emre Can.
Il tedesco rileva Pjanic e regala centimetri e peso al centrocampo che
bianconero domina, tiene gli ospiti ben lontani dalla zona pericolo e
mette il sigillo sulla gara. Lo Stadium esplode e l’applauso arriva
anche dall’altra parte dell’oceano, da Brooklyn, dove si festeggia la Juventus Night: anche a più di 6.000 chilometri di distanza sono tutti pazzi per questa Juve.
JUVENTUS-INTER 1-0
RETI: Mandzukic 21′ st
JUVENTUS
Szczesny; De Sciglio, Bonucci, Chiellini, Cancelo;
Bentancur, Pjanic (37′ st Emre Can), Matuidi; Dybala (26′ st Douglas
Costa), Mandzukic, Ronaldo
A disposizione: Perin, Pinsoglio, Rugani, Benatia, Spinazzola, Cuadrado, Bernardeschi
Allenatore: Allegri
INTER
Handanovic; Vrsaljko, Skriniar, Miranda, Asamoah; Gagliardini (24′ st Keita), Brozovic; Politano (13′ st Borja Valero), Joao Mario (32′ st Lautaro Martinez), Perisic; Icardi
A disposizione: Padelli, D’Ambrosio, De Vrij, Ranocchia, Vecino, Candreva
Allenatore: Spalletti
ARBITRO: Irrati
ASSISTENTI: Meli, Passeri
QUARTO UFFICIALE: Doveri
ARBITRI D’AREA: Guida, Carbone
AMMONITI: 6′ pt Pjanic, 9′ st Bentancur, 10′ st Perisic, 12′ st Brozovic
Ancora 43casino, ancora Mandzukic sul secondo palo
Se finora i top match della Juventus 2018-2019 ci avevano offerto prestazioni maiuscole che lasciavano poco spazio ad interpretazione, la partita contro l’Inter è stata molto più altalenante nel suo svolgimento, seppur si sia conclusa con una giocata icona della stagione: ossia, gol in stacco aereo di Mandzukic sul secondo palo. I bianconeri sono passati da momenti (soprattutto nella prima frazione) in cui l’eccessiva lunghezza ha fatto correre tanti rischi nelle ripartenze rivali, a fasi della gara in cui un pressing ultra offensivo ha schiacciato l’Inter nella propria trequarti. E infatti Spalletti ha inserito Borja Valero proprio in quel momento.
Di certo, il tridente pesante ha presentato qualche scompenso in più rispetto alle settimane precedenti (dove pure pregi e difetti erano emersi con chiarezza). Contro una squadra ben messa in campo, la Juve ha attaccato piuttosto male risultando prevedibile. I padroni di casa hanno risalito meno del solito col fraseggio palla a terra, cercando di pungere in modo più diretto – come avveniva a inizio stagione – e quasi solo per vie esterne, visto che Dybala continua a faticare nel ruolo di rifinitore. Inoltre, seppur in avanti si sia reso pericoloso (confezionando l’assist), senza Cancelo a destra la Juventus ha perso qualcosa nell’avvio di azione, risultando un po’ prevedibile in costruzione dopo ottimi 20′.
Come spesso accade, una squadra che attacca male e disordinata ha più difficoltà a difendersi. La Juve, perlomeno nel primo tempo, ha sofferto in ripartenza come mai in stagione, sovente tagliata in due e costretta a duelli individuali in campo aperto. L’Inter è stata dinamica e veloce nei ribaltamenti di fronte, al contrario di buona parte degli avversari di Serie A, lenti nella risalita e che consentono alla Juve di rischiare molto poco in transizione negativa. I nerazzurri erano invece reattivi nell’accompagnare l’azione, una costante presenza offensiva che costringeva Matuidi e Bentancur costretti a un lavoro assai gravoso. Da segnalare anche gli ottimi movimenti a venire incontro di Icardi, con l’argentino che sta crescendo parecchio anche nel lavoro di cucitura.
Inoltre, con 3 attaccanti quasi sempre sopra la linea della palla (abbiamo scritto molte volte di come quest’anno la Juve si difenda in modo più coraggioso), i 3 centrocampisti hanno un po’ sofferto nel coprire il campo negli scivolamenti laterali. L’Inter è così andata parecchie volte al cross su situazioni di palla scoperta, ma la strepitosa performance dei centrali della Juventus (Chiellini monumentale, con almeno 4 interventi decisivi) ha impedito di rischiare eccessivamente, coi pericoli arrivati soprattutto in contropiede o dopo brutti errori in uscita.
La Juve è migliorata molto in non possesso durante la seconda parte di match: se è vero che, tra lancio di Matuidi e cross di Cancelo, il gol della Juventus è una somma di giocate tecniche notevoli, è altrettanto lampante che dal 46′ in poi i padroni di casa sono riusciti a recuperare palla molto più in avanti e ad alzare il baricentro, soprattutto grazie alla crescita imponente dell’ex PSG. L’ingresso di Borja Valero per Politano ha migliorato il palleggio interista e la resistenza al pressing, ma ha reso più lenta e prevedibile la fase offensiva. I bianconeri nella ripresa han quindi legittimato con merito.
Per quanto questa (ennesima) vittoria apparentemente dica poco di nuovo su una squadra che sta battendo ogni record, va però detto che alzatosi il livello (l’Inter ha giocato un’ottima partita) il 433 col doppio 9 ha mostrato con evidenza i suoi scompensi come mai in stagione. Con l’eccezione di Alex Sandro indisponibile, i giocatori scesi in campo contro i nerazzurri erano con tutta probabilità gli undici dal livello più alto a disposizione di Allegri, la formazione dal livello assoluto più alto. Non è forse detto che sia l’assortimento migliore, con in particolare Dybala che rimane l’interrogativo maggiore di questa disposizione tattica. Dato per certo che il tecnico punti su Costa soprattutto come dodicesimo, vedremo se il progressivo ritorno di Bernardeschi farà vedere qualcosa di nuovo.
Intanto, il rientro di Emre Can può già fornire nuove soluzioni e scelte a un centrocampo che in questa fase della stagione è stato davvero costretto agli straordinari.