Nella Juventus che si avvia a conquistare il quinto scudetto consecutivo c’è un giocatore fondamentale per gli equilibri collettivi, un talismano la cui presenza ha riportato la vittoria ai bianconeri. Può sembrare alquanto riduttivo pensare ai successi di una squadra dipendenti da un singolo calciatore (a maggior ragione se non si chiama Ronaldo o Messi), perché si dice sempre che è il collettivo a fare la differenza e che una squadra non può legare le proprie sorti alle qualità di un singolo, ma è innegabile che la stagione bianconera ha vissuto un punto di svolta con il rientro definitivo di Claudio Marchisio. Nel pessimo inizio di stagione, il numero 8 bianconero era fermo ai box causa infortunio muscolare e la Juventus ha faticato a trovare un equilibrio in campo: nel centrocampo a 3 di Allegri, il vertice basso riveste una particolare importanza nel portare ordine, solidità e stabilità. La Juve dei primi mesi è stata una squadra con eccessivi portatori di palla, in difficoltà nella creazione di un credibile e fruttuoso gioco interno con una manovra fin troppo perimetrale e senza riferimenti al centro; queste problematiche in fase di costruzione e offensive hanno evidenziato e provocato notevoli problematicità in fase di transizione difensive. Marchisio è rientrato con l’Inter, gara nella quale la Juventus riuscì a mantenere per la seconda volta in stagione la propria porta inviolata; dopo quella partita salterà solamente Sassuolo (e arrivò la sconfitta) Sampdoria, Inter ,Torino in campionato e il ritorno col Bayern (e il secondo tempo dell’andata). Con lui in campo la Juventus, non ha subito reti su azioni in casa (Bovo e Ilicic segnano su punizione e rigore) e in assoluto per 13 partite di seguito. I numeri però ovviamente non possono spiegare il perché Claudio Marchisio sia un giocatore chiave all’interno della formazione di Allegri. Il numero 8 bianconero è l’equilibratore delle due fasi di gioco risolvendo con la sua presenza i problemi in transizione difensiva: quando la squadra perde palla, riesce ad aggredire immediatamente gli avversari, rinculare velocemente all’indietro, aiutare i difensori raddoppiando gli avversari, recuperando palloni tramite intercetti. Marchisio è fondamentale grazie alla sua dinamicità e a un senso tattico notevole: protegge la difesa o con i recuperi o con il giusto posizionamento. A questa capacità di filtro si unisce il ruolo di play, altra caratteristica richiesta da Allegri al vertice basso del centrocampo a tre; pur non avendo la fantasia e il passaggio a lunga gittata di Pirlo, Marchisio offre un sostegno sicuro dietro la linea della palla ai propri compagni preferendo giocare spesso sul corto con passaggi più lunghi usati per il cambio di campo: un regista che mette ordine in campo in grado di donare geometrie semplici, sicuri, ben eseguite.
Il confronto tra i tre per quanto riguarda la fase di possesso palla. Va considerato che Hernanes ha giocato alcune partite anche da trequartista e Lemina come interno.
Il suo infortunio priva quindi Allegri di un giocatore fondamentale: Claudio è l’equilibrio e l’ordine della Juventus. Non mancano però le soluzioni alternative: considerando che la stagione si avvia alla conclusione e che i bianconeri stanno conquistando il quinto scudetto consecutivo, il tecnico ha cinque partite di campionato per scegliere il giocatore da piazzare come play nella Finale contro il Milan e trovare il sostituto per l’inizio della prossima stagione (al netto di movimenti di mercato che non prendiamo in considerazione in questa sede).
La capacità di Marchisio nel recuperare palloni grazie agli intercetti. E i pochi falli che commette.
I candidati sono due: Lemina ed Hernanes. Il giovane centrocampista è ancora più mezzala che mediano, ha saltato diversi mesi che sarebbero stati fondamentali nella crescita tattica e nello studio di un nuovo ruolo: anche lui gioca pulito e ordinato, ha un’ottima progressione palla al piede, corsa, dinamicità e falcata ampia per coprire ampie porzioni di campo, ma non ha il senso tattico facendosi trovare talvolta fuori posizione non offrendo schermo alla difesa; il brasiliano, invece, sta provando con grande impegno a trasformarsi nel play, ma le sue caratteristiche sembrano non sposarsi alla perfezione con quanto richiesto e voluto da Allegri: un giocatore estremamente tecnico, eccessivamente portatore di palla, non propriamente dinamico. Tra i due, pur presentando entrambi limiti facilmente individuabili, il più adatto a prendere il posto di Marchisio sembra poter essere Lemina: la scelta di Allegri di ieri sembra confermare questa ipotesi.
Davide Terruzzi.