Come vi guardiamo noi tifosi juventini

Siccome il punto di vista degli antijuventini – in coro, uniti e indistinguibili – è piuttosto noto, pur se conscio di non rappresentare nessuno vi dico come la viviamo e pensiamo noi, così magari capite meglio il nostro punto di vista. Essendo qualche milione, con cui avete a che fare e vi relazionate quotidianamente, magari la cosa può interessarvi.

 

 

1) In generale, su questi anni juventini.

Per gli ipocriti che ci invitavano ad accettare sereni le sentenze in quanto “vedrete che dopo Calciopoli e senza Moggi ogni vostra vittoria sarà riconosciuta e ammirata”: solo 11 anni dopo il 2006, Il livello di frustrazione dei rivali è ai massimi storici.

Di questo dobbiamo ringraziare la Juventus, che se ne frega e continua a vincere, in qualunque competizione. Tifosi in altri campi apparentemente illuminati hanno definitivamente perso la testa. Commentano episodi in modo totalmente slegato dalla realtà, convinti di non vincere da 5 anni (o più) per qualche improbabile marottata dietro le quinte o sudditanza verso di noi (noi, quelli dei due rigori in 26 partite di campionato tutte in testa); li abbiamo ridotti  a sbraitare e complottare per la punizione nella propria metà campo di Chiellini o per il clamoroso contatto (!) su Albiol, dopo partite in cui non hanno fatto un tiro in porta. Li abbiamo ridotti a ridacchiare sotto i baffi quando Pjanic segna in modo regolarissimo contro il Milan, quelli protestano un minuto e poi lo annullano, segnano loro e perdiamo la partita. Altro che la punizione di Chiellini, altro che Albiol. Eppure, lì, loro a ridacchiare, noi neanche mezzo alibi per fare in modo di tornare a vincere al più presto.

 

Li abbiamo ridotti così e dopo Calciopoli giuro che non ci credevo più. Grazie, davvero.
E’ questo, il nostro primo sentimento. Reale gratitudine verso la Juve, che ha allestito una squadra eccezionale, vince da 5 anni di fila e – soprattutto – ha sempre più fame dei suoi avversari. Fin qui, suppongo, potete capirci.

 

2) Sulla partita di ieri – Juventus-Napoli 3-1

La Juve sbaglia formazione e parte malino, va sotto di un gol, potrebbe reclamare un rigore su Dybala, sbaglia il pari con Mandzukic, torna al nuovo vecchio modulo e riparte più carica, ottiene subito il rigore del pareggio, continua ad attaccare e segna con Higuain grazie a una folle uscita di Reina. 2-1 che potrebbe andar bene a entrambe, ma il Napoli, in un’azione offensiva in cui chiede un rigore – tuttora non molto chiaro, a dire il vero – si trova scoperto come neanche una squadra di Zeman sotto di tre gol al novantesimo. Dybala vede liberissimo Cuadrado, che viene steso da Reina (ok sfiorare anche il pallone, ma lo travolge e la palla rimane lì), rigore, 3-1.

Il punto è che era il Napoli, non una squadra di Zeman. E non era il 90esimo, e né erano sotto di due o tre gol. No, mancavano oltre 25 minuti alla fine della partita di andata, su un risultato agilmente ribaltabile. Primo tempo così e così di entrambe, con il Napoli che ha avuto il merito di sbloccarla, e secondo con una squadra sola in campo, che rimonta e vince meritatamente.

 

Che succede, dunque, nel post partita, per farlo diventare quello che è diventato (e che diventa sempre più spesso, dopo le vittorie della Juve?)

 

3) Il dopopartita

Dopo il nulla seguito alla prima spinta su Dybala, nel secondo tempo, con lamentele a parti invertite, i telecronisti ci avvertono più volte che sarà un dopo partita ricco di polemiche. Questo è il primo classico, che conosciamo bene: puoi tranquillamente non dare un rigore alla Juve. Ma se protestano gli altri, il post gara sarà denso di polemiche.

 

Si comincia. Ovviamente l’analisi della partita scompare dagli argomenti della serata. Una volta che una squadra protesta contro la Juve, il tema è segnato.

 

Moviola, moviola, moviola.

Volete sapere che ne pensiamo? Ecco, non ne possiamo più. Oddio, fatevela pure, la moviola, nessun problema, ma impostare l’analisi di una partita sulla moviola è roba da Biscardi anni ’80. Uno vede il braccio avanti, uno la testa; uno vede il contatto e uno no; per uno Reina non può smaterializzarsi, per l’altro travolge Cuadrado; Dybala viene spinto, ma chissà l’entità: ma davvero riuscite a fare solo sta roba? Vi divertite ancora? Non c’è una mezza idea diversa?

Per chi si illude che la Var risolverà i problemi, ecco la prova che non sarà così: nelle moviole di ieri, si è tutti d’accordo (Giuntoli, Reina e De Magistris a parte) solo sui rigori della Juve, anzi solo sul primo. Sugli altri, siamo tutti là a cercare di capire. Altro che Var, c’è tutta una cultura da cambiare.

A commentarla c’è Mario Sconcerti, che ci pare non ne possa già più.

Ogni decisione gli pare corretta, tranne – colpo di scena – il rigore negato a Dybala per una spinta nel primo tempo.

E il rigore su Albiol non concesso, c’era?

Ed è qui, nell’imbarazzo di Sconcerti, che si chiede “devo essere sincero? Sì devo essere sincero”, perché sa perfettamente che da Napoli sta partendo la lagna dell’anno ma non riesce proprio a vedere quel fallo da rigore, è conscio che lui addirittura ha visto un errore in cui è stata danneggiata la Juventus, è esattamente consapevole che invece sui giornali e tv partirà il solito processo alla Juve senza motivo, di cui deve essersi stufato anche lui che non ci ha mai amati, è qui che capiamo una volta di più che siamo al punto di ritorno. Quando Sconcerti pare sentirsi in colpa per non vedere quello che i soliti noti avranno visto di certo: i rigori per la Juve inesistenti, il rigore negato ai rivali, eccetera eccetera.

 

 

Ma il meglio, come diceva Mazzarri, deve ancora venire. Mentre su twitter esce il peggio del peggio, il giornalista Rai Varriale, ufficialmente non tifoso, twitta freddo e distaccato “arbitraggio scandaloso” e il suo Napoli invita ufficialmente a non ascoltare la cronaca Rai, su Raisport comincia lo show del Napoli, con un dirigente e Pepe Reina (alla seconda uscita infelice della serata) che pretendono di avere un microfono senza farsi fare domande: non c’era il rigore per la Juve, non c’era il secondo, c’era il nostro, arbitraggio scandaloso, squadra fantastica. Il giornalista prova a porre domande, ma viene azzittito.

 

Ci siamo ripromessi di non utilizzare più l’espressione post verità (rileggi qui), ma ogni settimana ne abbiamo un esempio più fulgido: appelli a emozioni e convinzioni personali (in questo caso due rigori Juve inesistenti, per Giuntoli) hanno ormai sempre più spesso molta più influenza rispetto ai fatti reali. Cosa si ottiene così? Si ottiene l’abbraccio dei propri tifosi, si regala loro la sensazione di essere stati defraudati dai soliti noti (e un argomento al bar la mattina seguente), si consegna un alibi ai giocatori (“grande prestazione”). Si sposta l’attenzione, in breve.

E non conta assolutamente nulla se l’arbitro ha davvero sbagliato tutto dirigendo la partita più scandalosa della storia, regalando magari 5 rigori ai rivali, o se c’è un unico dubbio su un paio di lievi contrasti nelle rispettive aree.

Il messaggio è passato. Se oggi siete stati in un bar (ma basta qualche social), lo sapete meglio di noi.

 

 

4) I peggiori

Il Napoli si è comportato malissimo. Una delle peggiori pagine di comunicazione mai viste. Dovrebbe comportarsi diversamente, imparare a perdere (una volta non si presenta alla premiazione avversaria, un’altra in conferenza stampa), ma è parte in causa, e abbiamo scritto i motivi per cui lo fa.

Gli opinionisti e tifosi napoletani, con tutto il rispetto, ci interessano il giusto. Hanno ceduto all’appello alle emozioni, fregandosene dei fatti. Non sono i primi, non saranno gli ultimi.

Gli altri tifosi, idem, esattamente come i napoletani; abbiamo detto tante volte come ormai la frustrazione li abbia resi ai nostri occhi indistinguibili: ci troviamo a dovere rispondere al milanista che ci rinfaccia il presunto aiuto di Rizzoli contro l’Inter, al napoletano che ci attacca per la squalifica (poi revocata) di Strootman, all’interista indignato dopo ieri in quanto gli è sembrato di rivivere un vecchio trauma, e così via.

 

I peggiori, dunque, non sono loro. Lì c’è frustrazione, rivalità e ammetto anche il ricorso alle post verità (“dai, lo sanno tutti che nel dubbio aiutano sempre voi”, tu ribatti con Pjanic e Milano, e lì non c’era proprio alcun dubbio, e loro “eh, per una volta quanto la fai lunga”, tu allora gli citi le sconfitte meritate di Genova e Firenze in entrambe delle quali ti sono stati negati rigori e loro “ah, hai pure il coraggio di lamentarti degli arbitri?”, ecc).

 

I peggiori sono di due categorie: la prima è quella dei media apparentemente imparziali. Non ci riferiamo neanche tanto a Varriale, che non trattiene nemmeno un tweet da ultrà, per non parlare di altri antijuventini di professione che ormai ci fanno sorridere. Certo, falsano il gioco anche quelli. Che ci trattano da tifosi (“dai, voi siete troppo tifosi, noi siamo giornalisti”, quando io se fossi al suo posto non farei scoprire il mio tifo neanche a fine carriera, altro che tweet contro l’arbitro), non capendo che ci sono tifosi nettamente più seri e responsabili di loro, in tutte le tifoserie. A questo ormai siamo rassegnati.

 

Parliamo di robe più serie. Per questo parliamo spesso della deriva della Gazzetta, che nella moviola ci dice che il Napoli è stato beffato come l’Inter nel ‘98. Poi scopri che l’ha scritta Vincenzo Cito, che sulla Gazzetta ambisce a essere obiettivo ma su twitter proprio non ci riesce; intanto rimane scolpita la frase della rosea, che trovi pure al bar e per tanti di noi, di altre generazioni, è rimasta quella un po’ sopra le parti.

E invece ormai non è così, diseduca, mette in homepage una decina di link e video sulle proteste e le polemiche, perché sa che la gente clicca quello. Falsa le regole del gioco, perché tra il Mattino/Corsport e Tuttosport sapevamo a che pubblico fossero (siano) indirizzati. Ma la Gazzetta no, un tempo non era così, mentre oggi fomenta, a soli fini commerciali, con la maschera della leggendaria nomea dei tempi che furono.

 

Ci sono i tanti giornalisti nazionali che lavorano parallelamente per le tante radio e tv napoletane, e allora meglio non limitarsi a dire che ieri il Napoli è sparito, la Juve ha dominato, mostrando ancora una volta più fame della rivale. No, meglio dire che su Albiol… così non ti becchi la valanga di insulti che oggi si becca Sconcerti.

 

 

L’altro peggiore, largamente il peggiore, è il sindaco di Napoli. Sarà che siamo ingenuamente ancora legati alle istituzioni, ma non è accettabile che il sindaco di una città dica fesserie sul calcio, sulla “gara costellata da ripetuti errori arbitrali” (cioè?), sugli opinionisti che hanno “raccontato una storia che non esiste”, per chiudere con “difendiamo la città e andiamo a vincere”.

No, caro mio, prenderai pure dei voti, ma sei tutto ciò che disprezzo del populismo.

Perché tra un mese viene la Juve due volte in tre giorni, e tu fomenti l’ambiente, raccontando post verità, criticando opinionisti e chiudendo con “difendiamo la città”, mischiando volutamente la città, che i suoi mille fascini e problemi, e la squadra, che ha altrettante qualità e altrettanti difetti.

E io lo so che ti porta voti, che ti fa comodo, ma sei esattamente l’esempio di chi non vorrei mai come sindaco della mia città. La spudoratezza, l’ammiccamento alla pancia, il mischiare confusamente calcio e vita, dividere il mondo in amici e nemici, il disinteresse assoluto per le possibili conseguenze delle proprie parole: ecco, io vorrei che chi riveste un ruolo istituzionale si comportasse sempre esattamente nel modo contrario.

 

5) Conclusioni

Pensiamo, in conclusione, di essere i più forti da 5 anni e mezzo. Non siamo certi che lo saremo fino a fine stagione, ma al momento è così. Apprezziamo la Roma di Spalletti per come gioca e come si comporta; sbagliò Baldissoni, in quella intemerata successiva alla squalifica di Strootman poi revocata, o Massara che difende le dichiarazioni di odio di Nainngolan, altro che sana rivalità; ma da Spalletti mai sentita una parola fuori posto, e infatti la squadra è pericolosamente continua. Napoli e Inter hanno tanti grandi giocatori, fanno grandi partite, ma fuori non sono ancora all’altezza: lo hanno dimostrato gli alibi con cui Pioli, Giuntoli e alcuni calciatori hanno reagito a sconfitte meritate sul campo, senza alcuno scandalo (post verità a parte). Il Milan è più indietro, e comunque abbiamo visto la tragicomica reazione di Galliani all’aereo in ritardo, che avrebbe dovuto compromettere tutta la stagione del Milan e invece ha preceduto forse la loro miglior prestazione stagionale. Noi siamo così, invece: zitti e lavorare. Agnelli non risponde neanche alle calunnie più velenose. Parla di visioni del calcio più moderno, non può stare a interloquire con De Magistris, Giuntoli e Ziliani. Marotta e Paratici fanno alla grande il loro mestiere, Allegri fa il suo e la società sa riconoscerne il ruolo. Come nel caso Bonucci, in cui Allegri e i dirigenti hanno scelto insieme, mediando, ragionando e trovando la soluzione più adatta. Sul campo, vedete Mandzukic fare il terzino, i difensori alternarsi senza che se ne veda alcun esito, un campione come Marchisio in panchina senza fiatare e così via. Niente proteste per la spinta a Dybala, non ce ne frega niente. Dobbiamo solo pensare a vincere, e così una squadra è sparita e l’altra si è presa la partita.

 

E quindi, ci direte voi? Volete solo applausi?

 

Sì, ci piacerebbe, se ci dimostriamo sempre i più forti e dopo 5 anni di vittorie abbiamo sempre più fame di voi.

 

Se non si può, vorremmo delle polemiche non totalmente slegate dai fatti: perché Muntari era gol, nel ’98 ci furono vari errori in nostro favore, ma un pur minimo e divertito dialogo  diventa impossibile se, in un anno in cui ho avuto solamente due rigori, mi hanno annullato il gol di Pjanic in quel modo, negato diversi penalty in partite poi perse, fate quel pianto greco e quel tono disgustato per Icardi-Mandzukic, la punizione di Chiellini fatta ribattere o quel presunto contatto su Albiol, dicendo che “lo sanno tutti, nel dubbio capitano sempre a voi”.

 

Se non è possibile pretendere anche questo, continuate pure così.

 

Ma sappiate che i 5 scudetti magari diventeranno 10 e che ci apparite frustrati e non lucidi. Che vi stimiamo in altri campi, l’amicizia rimane intatta, ma sul calcio ci sembrate pazzi.

Che apprezziamo sempre di più chi sa mantenere un barlume di obiettività in un contesto del genere.

 

E che le nostre cene, le nostre chat, grazie a Pioli, Giuntoli e De Magistris, alla panolada, alla “primavera in campo al ritorno” e in fondo anche a tutti voi, sono sempre più divertite e divertenti.

Il Maestro Massimo Zampini.

Pronto, Giuntoli?

Pronto, Giuntoli?

Quei secondi fatali, quelli in cui si decide tutto, quelli in cui vita, morte e miracoli si rincorrono, sono quelli immediatamente successivi alla tragedia.

Come nel caso dell’incidente della Concordia, in un tranquillo martedì grasso sta per succedere l’inimmaginabile: l’azienda ammiraglia della Filmauro sta per affondare, e tutto questo senza aver urtato nessuno scoglio né al Giglio né al largo di Capri.

Sono le 22.45 circa quando il Nostromo Sarri si accorge che sono bastati 45 minuti di Juventus seria per togliere il tappo al suo bastimento carico di sogni e far naufragare i suoi progetti di conquista dello Stadium.

La concitazione del momento, come sulla plancia della Concordia, è altissima, la tensione si taglia a fette ed allora l’uomo messo lì non si sa come (Giuntoli) chiama il padrone della baracca esattamente come fece il Comandante Francesco Schettino con l’unità di crisi di Costa Crociere.

La risposta dall’altro lato, come in quel 13 gennaio 2012, è di temporeggiare, vedere che succede, provare a far casino.

Secondo i tabulati che potrebbero essere in possesso del solo Fatto Quotidiano, alle 22.51 parte una telefonata dal cellulare di Cristiano Giuntoli, direzione Stati Uniti, e questa è invece la trascrizione del dialogo intercettato dai potenti mezzi di Suning (sì, hanno comprato anche questo ramo dell’azienda Inter)…

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Giuntoli: Buonasera Presidè, la chiamo da Torino.

Aurelio De Laurentiis: Buonasera un cazzo, qui sono le 13.50 e sto pranzando. Ma mi dica, come è finita la partita?

G.: Ehm, il primo tempo stavamo 1 a 0. Un grandissimo gol di Callejon.

Adl: Ahahahah (risata di soddisfazione). E mi dica Giuntoli, la cazzimma? Si è vista la cazzimma?

G.: Si, tanta cazzimma. Callejon ha pure esultato sotto i tifosi della Juve facendo l’ inchino!!!

Adl: Bene, bene, mi compiaccio, e dopo?

G.: Beh, ecco, diciamo che loro si sono incazzati nel secondo tempo e siamo stati rimontati 3 a 1.

Adl: Siete delle mmerde. Siete delle mmerde. Ho fatto bene a tornare al cinema. Ma la cazzimma del primo tempo?

G.: Purtroppo è svanita, non siamo riusciti neanche a fare un tiro in porta nel secondo tempo.

Adl: Siete delle mmerde, adesso i tifosi mi contesteranno, diranno che sono un pappone e che devo cacciare i soldi e che Sarri aveva ragione. Che ci possiamo inventare Giuntoli, mi dica?

G.: A dire il vero la Juventus ha segnato con 2 rigori.

Adl: Perfetto Giuntoli, vada subito dai giornalisti e dica che è una vergogna. Subito dopo lasci i giocatori negli spogliatoi e non li faccia presentare alla premiazione.

G.: Mi scusi presidente, ma questa è la semifinale di andata, non c’è nessuna premiazione.

Adl: Già, allora vada lei in conferenza stampa, e dica che è una vergogna. I tifosi se la prenderanno con gli arbitri, col sistema e col palazzo ed io sarò salvo ancora una volta.

G.: Ma siamo in silenzio stampa presidente. E poi i rigori c’erano e forse abbiamo segnato in fuorigioco…

Adl: Giuntoli, lei è una mmerda. Rompa il silenzio stampa, prenda il microfono del primo stronzo che le manda la Rai e vada a gridare allo scandalo con tutti i giornalisti.

G.: Va bene presidente, corro subito.

Adl: Giuntoli non si allarghi, anzi, visto che lei è un incapace, faccia una cosa, minacci la Rai e dica che interromperà il silenzio stampa solo se non le faranno domande.

G.: Sarà fatto, Presidente.

Adl: Ma chi ha segnato per la Juventus ?

G.: I rigori sono stati trasformati da Dybala, mentre il gol del vantaggio è stato segnato su azione da bzz bzz (rumori strani)

Adl: Da chi Giuntoli?

G.: Ehm, da Higuain.

Adl: (sottovoce) Porca di quella maiala schifosa questi mi fanno nero oggi!!!

G.: Presidente non la sento bene, ma i social, Presidente ? Sono già scatenati ma nessuno dice niente dell’arbitro…

Adl: Chiami subito l’amico Varriale, e gli dica di twittare immediatamente che è uno scandalo. Dobbiamo alzare un polverone.

G.: E per quanto riguarda i nostri profili?

Adl: Facciamo un tweet pure noi contro la Rai, così prendiamo le distanze da loro, e non si accorgono di niente. Si porti in zona mista pure Reina, che lui ha sempre le parole giuste e la faccia come il culo, e gli faccia dire che siamo stati derubati.

G.: Presidente, Reina ha fatto una papera sul gol di Higuain ed ha provocato il secondo rigore…..

Adl: Reina è una mmerda. Sta sempre a terra quello. Allora gli faccia dire che è incazzato, e che tutta l’Italia ha visto questa vergogna.

G.: Va bene presidente, farò tutto quello che mi ha detto.

Adl: E mi raccomando faccia lo gnorri, neghi fino alla morte, neghi anche sua madre, dica che Dio non è Dio ma Maradona. Ah, dimenticavo Giuntoli…

G.: Mi dica presidente

Adl: Lei è una mmerda!!!

G.: Grazie presidente, vado su-subito in zona mi-mista.

AdL: e non balbetti, sia credibile.

G.: Subito presidente, faccio tutto ciò che mi ha detto.

 

Ringraziando l’amico Carlo Costanzo per avermi aiutato nella tragicomica ricostruzione dell’accaduto (lui che è abituato a raccogliere tutti gli spifferi e i gol della Juventus dal campo), quello che in realtà tutti ci chiediamo è: vista più o meno la somiglianza delle azioni di quei secondi fatali… non è che… magari qualcuno ha trovato un nuovo lavoro?

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Le soluzioni migliori ce le hai sempre a portata di mano

Le soluzioni migliori ce le hai sempre a portata di mano

Penso a questo punto che le recenti vicende pseudo calcistiche, quella di martedì e quella di un paio di settimane fa tra tutte, mi abbiano finalmente illuminato, facendomi prendere una decisione ferma e perentoria.

Non parlerò più di calcio con chiunque non sia di fede bianconera.

Decisione drastica e sicuramente discutibile, e che mi costa non poco visto che oltre a essere juventino mi ritengo anche un appassionato di calcio in generale. Decisione comunque presa.

Il tutto per preservarmi una imponente rottura di scatole e soprattutto per preservarmi un notevole risparmio di tempo, da utilizzare per cose quanto più possibile utili e proficue. Non che parlando di calcio con uno juventino voglia dire pensarla allo stesso modo, ci mancherebbe (e meno male!), ma quanto meno in partenza ci sono le premesse affinché il contraddittorio, pur animato quanto si voglia, possa essere costruttivo e rispettoso.

Attenzione, tengo fuori anche i finti juventini, o quelli che prima ancora di essere juventini sono delpieristi, contiani, ecc.

Lo stesso vale per trasmissioni sportivo calcistiche sedicenti imparziali. Basta. Guarderò la partita, per il resto guarderò e leggerò di calcio solo da canali di chiara origine juventina.

Lo so che tutto questo sa di regime sovietico, ma il dado è tratto.

Con i non (e finti) juventini parlerò di qualsiasi cosa che non sia calcio, parlerò di altri sport, di politica, di famiglia, di sociale, di lavoro, musica, cinema, libri, clima, diritto, religione, tutto, tutto, tutto, ma basta con il calcio.

Aaaah, finalmente! È vero, le soluzioni migliori ce le hai sempre a portata di mano, ma forse ti sembrano troppo semplici e troppo a buon mercato per riconoscerle subito.

Tanto ormai tra deliri collettivi per assoluta mancanza di cultura sportiva – tra l’altro sempre più pericolosi -, finte vendite e finti closing, speculazioni a iosa camuffate da nuovi stadi, dirigenti sportivi che vanno davanti le telecamere delle televisione di Stato a sproloquiare senza alcun contraddittorio, masanielli 2.0, e chi più ne ha più ne metta, basta dire al popolino che la Juve ruba e tutto va bene.

Manca solo un’altra bella Calciopoli e tutti felici e contenti.

 

Di Salvo T.