Dire che la prova contro il Bologna sia stata sorprendente, sarebbe farli un torto, perché Asamoah ha già dato ampiamente prova in tutta la sua carriera di saper giocare in ruoli diversi. Certo però che vederlo coprire la fascia in lungo e in largo, come se non avesse mai fatto altro nella vita se non il terzino, non era così scontato. E invece Kwadwo ha giocato una gara maiuscola, onorando nel migliore dei modi la sua 200° presenza in Serie A: «Qualche volta ho già giocato in questo ruolo, anche i Mondiali con la Nazionale… – ricorda il ghanese ai microfoni di Jtv, in un’intervista esclusiva che verrà trasmessa questa sera alle 19.00 in J News e successivamente nel Jtalk, in onda dalle 21.30 sul canale 212 di Sky- Fortunatamente sono in grado di ricoprire più posizioni. È stata una bella vittoria, in una gara non semplice. Il modo migliore di iniziare l’anno».
Il 2017 comincia con una vittoria e un record, quello delle 26 vittorie consecutive in casa… «Per noi è molto importante sentire i nostri tifosi -spiega Asa – Il loro calore ci dà una grande mano. Non posso dire se sia la squadra più forte in cui ho giocato. La Juve è sempre forte. È da quando sono arrivato che vivo un grande gruppo, sia nello spogliatoio che in campo».
Che il gruppo sia solido lo dimostra anche la scelta di Kwadwo di non partecipare alla Coppa d’Africa di rimanere a Torino per aiutare i compagni in questa fase della stagione: «È stato difficile rinunciare. L’allenatore e il Presidente della Federazione mi hanno chiamato molte volte e io ho sottolineato quanto mi avrebbe fatto piacere andare, ma in questi due anni ho avuto diverse difficoltà e ora ho bisogno di lavorare e giocare il più possibile. Sono contento, perché volevo rimanere qui, allenarmi e dare una mano alla squadra».
E di una mano ci sarà bisogno, su tutti i fronti. Per la Champions ci sarà tempo, ma intanto, oltre al campionato, che per Asamoah è« diverso dal solito, perché ci sono molte squadre che stanno facendo bene come la Roma, il Napoli, il Milan…», sta per iniziare la Coppa Italia e mercoledì i bianconeri se la vedranno con l’Atalanta: «Sta disputando un ottimo campionato, ha molti italiani e gioca sempre uomo contro uomo – conclude il ghanese – Non sarà facile, ma il nostro obiettivo è arrivare in finale anche quest’anno e li affronteremo con la massima concentrazione».
Asamoah, provino da esterno basso
Le statistiche in Juve – Bologna
Kolasinac, Masina, De Sciglio e tanti altri nomi più o meno plausibili: i media sportivi si sono sbizzarriti per quanto riguarda la successione di Patrice Evra, prima che Beppe Marotta nell’intervista pre Juventus-Bologna mettesse parzialmente a tacere le voci di mercato confermando la fiducia ai giocatori già presenti in rosa, nella fattispecie il giovane Mattiello e il redivivo Asamoah, provato da Allegri come esterno basso della difesa a 4 proprio nel 3-0 contro i felsinei. Un provino vero e proprio per il ghanese, abituato a giostrare da laterale a tutto campo nel 3-5-2 piuttosto che da terzino vero; al netto delle contenute insidie di una gara indirizzata sin dai primi minuti, ecco gli aspetti più interessanti della partita del numero 22 bianconero.
Oltre alla condizione fisica. minata dai tanti problemi incontrati dal giocatore nelle ultime stagioni, i dubbi principali riguardano la sua collocazione tattica: nato mezzala utile in entrambe le fasi nell’Udinese così come in nazionale, Asamoah è stato trasformato da Antonio Conte in un tornante a tutto campo perfetto per la linea mediana del suo 3-5-2 poi ripreso da Allegri, ma le uniche gare da terzino puro del ghanese risalgono alla stagione 2014/15, nella fase a gironi di Champions League contro l’Olympiacos e nell’ininfluente sfida di fine campionato contro il Napoli. Con intelligenza e applicazione, contro il Bologna Asa si è calato in un ruolo non ancora suo ma che potrebbe presto diventarlo; la posizione decisamente alta evidenziata dalla heatmap (senza mai arrivare sul fondo, al contrario del dirimpettaio Lichtsteiner) è dovuta principalmente alla poca intraprendenza dell’esterno felsineo Krejci, timido al contrario dell’altra ala Di Francesco, e in generale al baricentro della squadra spostato decisamente in avanti rispetto alla media stagionale.
Pur stazionando prevalentemente a ridosso della linea dei centrocampisti più che dei difensori (per i motivi sopra citati), in fase di costruzione Asamoah ha disputato una gara abbastanza scolastica, fatta eccezione per qualche squillo nel finale di gara come l’uscita palla al piede avanzando con la suola, comunque fermatasi nella propria trequarti. Forse preoccupato di non lasciare troppo campo dietro di se, sapendo di non esser coperto da un centrale come nella mediana a 5, Kwadwo non ha mai cercato il fondo e, come evidenziato dalla passing map di 11tegen11, ha mosso spesso la palla all’indietro su Chiellini (20 passaggi sui 43 totali!) e solo saltuariamente ha cercato i vicini Sturaro e Pjanic. Le statistiche confermano la tendenza conservativa più che costruttiva del ghanese domenica sera: pur essendo stato uno dei bianconeri con più palloni giocati, dietro solo a Marchisio e ai due centrali difensivi, Asa ha effettuato il 65,5% degli appoggi all’indietro o verso sinistra e appena 11 passaggi in avanti, tra cui un key pass per la conclusione da fuori di Marchisio deviata in angolo da Mirante.
Per quanto riguarda i numeri difensivi, ottima la percentuale di duelli vinti, 5 sui 6 ingaggiati, così come i 2 tackle difensivi riusciti su 2; Asa è stato il secondo miglior bianconero (dietro a Dybala) anche per dribbling riusciti, 3 su 4, utilizzati non per creare superiorità numerica in fase offensiva quanto piuttosto come arma al momento dell’uscita dal pressing, peraltro non convintissimo, portato dagli attaccanti del Bologna.
Riassumendo in breve, la partita di Asamoah non può che dirsi positiva per quanto riguarda diversi aspetti: affidabilità difensiva, senso della posizione (non scontato per chi è abituato a giocare a tutto campo) e solidità. Per contro, l’ex Udinese è sembrato piuttosto timido nello spingersi in avanti e nel rischiare la giocata meno comoda, probabilmente condizionato dalla lunga assenza dal rettangolo di gioco e, come specificato sopra, dalla poca confidenza con un ruolo più difensivo di quello abituale. Ci riserviamo il diritto di vederlo all’opera in gare più probanti ed equilibrate, quando gli verrà richiesto anche di spingere per aiutare la squadra, per valutarlo in maniera chiara.
Alex Campanelli
Dani Alves fa parte del Fifa FIFPro 2016 World 11
C’è anche Dani Alves nella formazione ideale del 2016 ufficializzata oggi a Zurigo da Fifa/FiFPro. Si tratta di un riconoscimento molto particolare, perché arriva direttamente dai colleghi calciatori.
Sono infatti oltre 26 mila i giocatori, provenienti da 69 paesi del mondo, che hanno eletto quello che secondo loro è stato il migliore collega nel loro stesso ruolo.
I voti hanno così composto un top team, schierato con un ideale 4-3-3, del quale come si diceva fa parte anche Dani. Questa la “formazione”, annunciata durante una cerimonia ufficiale svoltasi nel pomeriggio in Svizzera: Neuer; Dani Alves, Piqué, Ramos, Marcelo; Modric, Kroos, Iniesta; Messi, Suarez, Ronaldo.