Concreta, bella e vincente: così Juve!

I bianconeri spazzano via l’Atalanta con due gol nei primi venti minuti e dominano, trascinati da un Mandzukic straripante e da un ottimo Pjanic

Chi voleva una reazione dopo lo stop di Genova è servito. Chi chiedeva un gioco più brillante pure. E per non scontentare nessuno, per i puristi del risultato, ecco i tre punti. La Juve riprende la marcia giocando una delle migliori gare della stagione, spazzando via gli avversari in venti minuti e dominando il resto dell’incontro: la difesa a quattro scelta da Allegri, vista l’assenza di Bonucci, funziona perfettamente e concede qualcosa solo nel finale, a partita ormai ampiamente decisa. Il centrocampo, con Marchisio in regia e Pjanic sulla tre quarti, è ispirato e rifornisce con continuità gli ottimi Mandzukic e Higuain.

L’Atalanta sarà anche la rivelazione del campionato, ma la squadra che lo domina da cinque anni non ha intenzione di alimentare sogni di gloria altrui e l’aggressività con cui inizia la gara è un chiaro segnale della volontà di chiudere i conti il prima possibile. La percussione di Alex Sandro al 15′, conclusa con una sventola che si insacca a fil di palo, è la prima conferma delle intenzioni dei bianconeri. L’incornata con cui Rugani, quattro minuti più tardi, spedisce in rete il corner di Pjanic è la seconda.

Il doppio vantaggio non basta. La Juve è assatanata, sfiora il terzo gol con la punizione di Pjanic  e continua a comandare il gioco, schiacciando nella sua metà campo una pur volenterosa Atalanta. I bergamaschi si fanno vivi solo dopo il 40′, ma l’attenzione e la voglia di vincere dei bianconeri è massima ed è rappresentata perfettamente da Mandzukic, che prima respinge il tentativo di Freuler e poi si tuffa addirittura  come il più tignoso dei difensori per mettere in angolo il destro di Gomez.

L’avvio del secondo tempo è anche più frizzante del primo: da una parte la spettacolare combinazione, tutta di prima, tra Khedira, Higuain e Mandzukic, interrotta all’ultimo dal recupero della difesa nerazzurra. Dall’altra l’iniziativa di Petagna, conclusa con un destro smorzato che non crea problemi a Buffon.

Mandzukic è straripante: non butta via un pallone, non smette per un attimo di “mordere” gli avversari, si propone come ala e va al cross, apre il gioco quando arretra… Il pensiero di tutti è che meriterebbe almeno gol per lo straordinario atteggiamento con cui trascina i compagni. E il gol arriva puntuale: dopo un destro maligno di Marchisio messo in angolo da Sportiello, Pjanic disegna un’altra perla dalla bandierina e il croato stacca perfettamente, infilando l’angolino.

E quando alla mezz’ora, dopo un duro contrasto con Gomez, Super Mario lascia il posto a Cuadrado, tutto lo Stadium gli tributa una più che meritata ovazione. Altri applausi vanno a Pjanic, sostituito da Evra, anche lui autore di una prestazione superba. La volée di Freuler, che devia alle spalle di Buffon il preciso cross di D’Alessandro, cambia il punteggio nel finale, ma non la sostanza né la morale della serata: ogni tanto può anche inciampare anche la Juve. Ma quando si rialza, fa paura.

JUVENTUS-ATALANTA 3-1

RETI: Alex Sandro 15′ pt, Rugani 19′ pt, Mandzukic 19′ st, Freuler 37′ st

JUVENTUS
Buffon; Lichtsteiner, Rugani, Chiellini, Alex Sandro; Khedira (16′ st Lemina), Marchisio, Sturaro; Pjanic (33′ st Evra); Higuain, Mandzukic

A disposizione: Neto, Audero, Benatia, Hernanes, Asamoah, Cuadrado, Kean
Allenatore: Allegri

ATALANTA
Sportiello; Toloi, Caldara, Masiello; Conti (11′ st Grassi), Kessie, Freuler, Spinazzola; Kurtic (30′ st D’Alessandro); Petagna (11′ st Pesic), Gomez

A disposizione: Bassi, Zukanovic, Bastoni, Latte Lath, Dramè, Mazzini, Raimondi, Migliaccio
Allenatore: Gasperini

ARBITRO: Irrati
ASSISTENTI: Giallatini, Tegoni
QUARTO UFFICIALE: Crispo
ARBITRI D’AREA: Guida, Saia

AMMONITI: 26′ pt Freuler, 31′ pt  Kessie, 31′ pt Lichtsteiner, 35′ pt Rugani, 25′ st Sturaro

A CALDISSIMO / Juve-Atalanta 3-1: ma non si potrebbe giocare sempre così?

A CALDISSIMO / Juve-Atalanta 3-1: ma non si potrebbe giocare sempre così?

I fantasmi del Marassi sono lì pronti a tormentare la Vecchia Signora, stasera allo Juventus Stadium è necessaria una risposta di livello da parte della squadra bianconera contro l’Atalanta dell’ex Gasperini, una delle compagini più in forma dell’intera Serie A in questo momento

Mister Allegri rispolvera il rombo con Pjanic dietro al tandem Mandzukic-Higuain, rientra Chiellini dietro mentre Rugani vince la sfida con Benatia per un posto da titolare, Lichtsteiner ed Alex Sandro sulle fasce, il modulo esclude Cuadrado e dunque in mezzo sul centro-sinistra ci va Sturaro con Marchisio in regia e Khedira sul centro-destra.

La prima frazione è di quelle che non possono non piacere: gestione della palla con scambi veloci, difesa fisica ed ordinata “influenzata” dal rientro di Chiellini, geometrie non entusiasmanti davanti ma giocate semplici che tengono sempre sulle spine la difesa nerazzurra con Pjanic a suo agio in tale posizione. Gli equilibri sono rotti, però, da Alex Sandro: l’esterno brasiliano va via facile nell’1 vs 1 col diretto marcatore, approfitta della chiusura tardiva della difesa, e pesca il jolly con un tiro basso a giro che sorprende l’estremo difensore avversario. Neanche il tempo di mettere di riordinare le idee ed arriva il raddoppio: pennellata da corner di – neanche a dirlo – Pjanic, Rugani brucia tutti ed insacca di testa. Nelle battute finali del primo tempo Gomez e compagni provano a sfruttare una favorevole situazione di spinta creatasi dopo un corner per gli ospiti, ma, complice un Mandzukic clamoroso in questa fase, Buffon non corre comunque nessun rischio. E’, anzi, Sportiello a correre il rischio di capitolare per la terza volta, stavolta la sua deviazione sulla punizione del solito Pjanic evita che la palla si depositi alle sue spalle. Nella ripresa è quasi accademia, si gioca in modalità risparmio ma con intelligenza, eccezion fatta per un indemoniato Mandzukic che non si ferma praticamente sino a quando Gomez non lo mette al tappeto con un intervento pericoloso, ma solamente dopo il gol trovato dal croato a sfruttare un’altra pennellata di Pjanic da corner. Nel finale una disattenzione fatale successiva alle tante sostituzioni permette a Freuler di firmare la rete della bandiera, ma è l’unica nota stonata di una serata comunque positiva che si conclude dunque con una buona prestazione e tre punti incassati.

E’ stata la lucida risposta che ci si attendeva, una vittoria mai in discussione che trova come simbolo della serata Mario Mandzukic, bravissimo a recuperare palloni in tutto il terreno di gioco, e ancora più bravo a siglare la terza rete che ha fatto partire i titoli di coda. Risultato perfetto per lasciare il Napoli a distanza di sicurezza, e presentarsi col morale risollevato alla sfida di Champions contro la Dinamo Zagabria che vale il primo posto del girone.

A CALDO / Juve-Atalanta 3-1: sssshhhh, teste di rombo

A CALDO / Juve-Atalanta 3-1: sssshhhh, teste di rombo

Sssshhhhh. Non è ora di riguardare la classifica. Il nostro dicembre doveva iniziare così, attraverso ricollocazioni, riposizionamenti, rimettendo le cose al loro posto. La prossima casella la chiede la società, è questione di ore per sapere: primo posto nel girone di Champions.
Sssshhhhh. Allegri si è affidato all’ordine logico delle cose. E gli infortuni c’entrano relativamente. Ha troppo bisogno di fase offensiva questa squadra, di gusto di giocare, di correre perché laggiù c’è una porta.
Sssshhhhh. Due delle tre reti da calcio d’angolo, due delle tre reti dai difensori (Alex Sandro è difensore, sì, ed è troppo figo rendersene conto). Sono prodotti naturali di una reazione a catena, anche se nel 2017 si capirà meglio, davvero quanto conta questo effetto Stadium: 24 vittorie consecutive in campionato in the house. Con piglio, contro la seconda di provincia venuta a Torino convinta di far punti senza muro. Era accaduto al Sassuolo, era apparso già allora a certi livelli Miralem Pjanic. Intanto, però, il bosniaco s’è preso qualche ceffone (virtuale) e troppe partite senza protezione.
Sssshhhhh. Allegri ha colto il seme di una grande occasione. E’ stato ripagato da un atteggiamento subito aggressivo, guidato anche ma non solo dal sistema di gioco.
Come si batte l’intensità? – chiederebbe il discepolo.
L’intensità non si batte con l’intensità. – risponderebbe lui, che non è Antonio Conte ed è in tutto e per tutto il sabato giusto per metterselo in testa.
E allora come? – incalza l’altro.
Con un passaggio in più anche, ma veloce, sensato, ben dosato. Ecco, se stiamo tutti più vicini è più facile – l’ultima risposta.
Perché non è cambiato nulla in Allegri. Forse deve credere e chiedere solo qualcosa in più a se stesso. Il passaggio successivo è che poi lo si può chiedere ai giocatori. Un passo il tuo, un passo il loro.

Ma sssshhhh. Non si può raccontare questa partita di Mandzukic. Non si può spiegare perché Higuain tornerà a fare grappoli di gol. Si può solo osservare che con tutti al loro posto ne guadagna la squadra. Il resto è random, tranne il risultato.
E infine sssshhhh. E’ solo l’inizio perché il pacchetto finirà il 23 dicembre tardo pomeriggio ore italiane.
A bocce ferme si potrà tornare a pensare a qualcosa di diverso dal rombo, più rombo ancora, più calcio ancora. Senza strani aggettivi che ci fanno solo litigare.

15a Serie A Juventus Atalanta 3-1

di Andrea Lapegna


La Juventus riscatta la pessima prestazione di Genova e sconfigge l’Atalanta sul proprio terreno: quello dell’intensità. Da sottolineare le prove maiuscole di Pjanić e Mandžukić.


Come in alcuni videogiochi picchiaduro, alla fine di un quadro si devono affrontare varie difficoltà; poi l’allievo; e infine il maestro. Così la Juventus si ritrova, dopo aver sfidato Jurić, a dover prendere le misure a Gasperini, padre calcistico del tecnico del Genoa. E se nei videogiochi dopo aver preso le scoppole dal primo devi tornare indietro, nel calcio il calendario offre subito una possibilità di riscatto.Allegri, con gli uomini contati in difesa, deve rinunciare ad un centrale ed è dolcemente obbligato a tornare al 4-3-1-2. Il rifinitore tra le linee è Pjanić, mentre a centrocampo Sturaro e Khedira prendono i lati di Marchisio. L’Atalanta deve rinunciare al fin qui ottimo Gagliardini (squalificato). Al suo posto nel 3-4-1-2 del Gasp c’è Freuler.

L’allenatore della Juventus deve aver fatto un bel discorsetto alla squadra, apparsa sin troppo inerte (ed inerme) contro il Genoa. Il piano gara è incentrato tutto sull’intensità, piuttosto che su indicazioni tecnico-tattiche. La Juventus cerca nei primi minuti di mantenere il possesso palla, ovviando alle marcature a uomo dell’Atalanta attraverso una giostra di posizioni tra i 4 di centrocampo. Marchisio è molto più basso del solito (complice anche la difesa a 4 che fa meno densità al centro), mentre Sturaro e Khedira stringono molto più spesso la propria posizione. L’ex-Genoa è forse quel paio di muscoli che sono mancati nella partita di Marassi, e la sua corsa risulterà decisiva per contrastare l’intensità dei bergamaschi.

posizioni-juve

Il rombo (?) non c’è

Particolare attenzione meritano la prestazione e la posizione di Pjanić, finalmente sfavillante e all’altezza delle aspettative estive. Il ruolo del bosniaco – e le relative libertà – lo portavano spesso a giocare a specchio con una delle due mezz’ali bianconere (più Khedira di Sturaro, data la naturale predisposizione a cercare il lato destro campo, obbligandolo di fatto a scendere). Così, Pjanić si trovava sempre pochi metri davanti – se non proprio accanto – al compagno, con il duplice effetto di creare facili triangoli e al tempo stesso di chiamare fuori posizione l’avversario, impegnato a seguirlo a tutto campo magnetizzato dalla sua corsa a pendolo. L’undici bianconero assumeva così la forma di un 4-1-3-2, dove Marchisio era sensibilmente più basso degli altri centrocampisti, e Pjanić libero di svariare tra e davanti Sturaro e Khedira.

posizioni-juve

Le posizioni medie della Juventus nel primo tempo. Come si evince distintamente, non c’è rombo, ma una soluzione fluida in cui Marchisio è più basso e l’elemento perno è l’ex romanista. 

In fase di non possesso invece Allegri ha sgravato Pjanić dai compiti di corsa per contrastare i giocatori bergamaschi. Conscio dei limiti dinamici del proprio fantasista, Allegri lo ha piazzato a schermo delle linee di passaggio tra l’esterno di difesa e l’interno di centro, mortificando di fatto la scintilla per la verticalità dell’Atalanta. In circolazione periferica, l’Atalanta non è poi riuscita a trovare triangoli di costruzione laterali, complice la densità di uomini e la notevole altezza dei nostri terzini anche in fase di difesa posizionale.

In zona centrale, il possesso dell’Atalanta viene contrastato invece grazie all’azione di Marchisio, efficace come non mai nel marcare Kurtić, vero e proprio jolly offensivo di Gasperini. Il mediano bianconero ha reso chiare le proprie intenzioni sin dall’inizio, quando dopo pochi minuti di gioco si è reso protagonista di un fallo a rischio cartellino sull’atalantino. La cattiveria è stata una delle mancanze contro il Genoa, e ieri è stata al contrario una delle chiavi della partita. Alla fine, la Juventus commetterà 25 falli (di cui 3 da giallo), contro i 18 della Dea.  Anche il numero di contrasti e di duelli aerei è nettamente a favore dei bianconeri. Rassicurante.

Il gol di Alex Sandro potrà essere anche estemporaneo (è pur sempre una giocata personale), ma è conseguenza del mismatch atletico tra le due squadre. Il modo in cui supera Conti è forza pura, come ci ha abituati da tempo, e la differenza di stazza tra i due è troppo grande perché il brasiliano potesse essere disturbato dall’altrimenti ottimo esterno nerazzurro. Il posizionamento un po’ casual di Sportiello ha fatto il resto.

Bello l’abbraccio della squadra al giocatore più toccato di tutti dal disastro aereo della Chapeocoense

La settimana precedente all’incontro è stata l’unica “piena” da agosto, ossia quella in cui la squadra ha avuto più tempo per limare difetti strutturali e preparare il match. Allegri deve aver avuto il tempo di leggere e far leggere ai ragazzi il nostro pezzo sui problemi della Juventus a concretizzare occasioni da corner, perché 2 delle 3 reti bianconere sono direttamente da calcio d’angolo (tra lo stupore dello scrivente). I servizi di Pjanić sono stati di pallavolistica precisione: sul primo Rugani è stato perfetto a prendere il tempo al diretto marcatore e a sovrastare chi gli marcava la zona davanti. Sul secondo, con l’Atalanta sulle gambe, Mandžukić ha trovato la spizzata vincente, di quelle che tagliano le gambe del portiere.

Rugani è un altro che meriterebbe fiumi di inchiostro, per come è cresciuto e per come si è preso la difesa della Juve. Per fare paragoni che non dovrei fare: Bonucci alla sua età giocava nel Bari ed era solo un buon prospetto. 

Gasperini dal canto suo aveva provato a cercare delle contromisure efficaci per limitare l’esuberanza della Juventus. Così, aveva tolto uno spento Conti, per mettere nella mischia il giovane Grassi e spostando contestualmente Kessié sulla destra. Tuttavia si tratta di una mossa conservativa, perché l’Atalanta aveva bisogno di fisico a destra al fine di tamponare le avanzate di Alex Sandro, scheggia impazzita sia sul corridoio interno che su quello esterno. Kessié di certo non assicurava le losanghe laterali di costruzione, che i bianconeri erano stati tanto bravi a smontare; piuttosto, serviva a mettere una pezza sul lato meno forte del campo atalantino.

Ad opinione di chi scrive, le uniche note negative vengono dagli ultimi 15 minuti di gioco. Dopo aver provato in tutti i modi a far ragionare i propri giocatori, Allegri forza la gestione della partita attraverso un cambio di modulo. Le sostituzioni disegnano infatti una Juve a 5 in difesa, dove Chiellini è il centro di gravità e le “strane coppie” sugli esterni sono Evra-Sandro e Rugani-Lichtsteiner. Tuttavia l’improvvisazione contava sulla capacità degli interpreti a trovare istintivamente le giuste distanze; questo non si è verificato. Le spaziature erano errate, e gli esterni si sono spesso trovati in fase si possesso a pestarsi i piedi con gli interni di centrocampo. Non può essere un caso che il gol dell’Atalanta sia nato sui nostri corridoi laterali. Prima Alex Sandro si lascia attirare fuori posizione dal pallone concedendo, a causa del tempo di gioco di ritardo, il fondo a D’Alessandro; poi Cuadrado si fa pescare in ritardo di marcatura su Freuler.

Indiscusso MVP dell’incontro è stato Mario Mandžukić. Al di là di ogni statistica di rendimento, il croato si è reso protagonista di recuperi spettacolari e tremendamente efficaci in tutte le zone del campo. Era ovunque: a chiudere passaggi, a portare il diretto avversario sull’esterno, a fare scivolate, a far ripartire l’azione. A parziale testimonianza dell’unicum cui abbiamo assistito ieri sera, valga la statistica dei duelli: 20 effettuati, 17 vinti. Questi recuperi sono diventati già un highlight della stagione nella mente dei tifosi.

mandzukic-heatmap

It’s a bird? It’s a plane? It’s super Mario!

Insomma, la Juventus l’ha giocata sul terreno dell’Atalanta e l’ha vinta, dimostrando di non essere solo tecnicamente superiore agli avversari, ma di esserlo anche fisicamente ed atleticamente. L’intuizione di un centrocampo 1+3 è stata, dal punto di vista tattico, la chiave di (s)volta della partita. Si tratta anche di un’ulteriore conferma della filosofia allegriana, antidogmatica e in cui le interconnessioni tecniche tra calciatori sono prodromiche per la costruzione del gioco. Ma non bisogna dimenticare che, se la tenuta fisica non avesse assecondato lo svolgimento tattico del piano gara, un fiume di critiche si sarebbe abbattuto su Allegri per aver proposto una mossa azzardata in una sfida delicata, toppando di fatto la seconda gara contro avversari iperdinamici. Ma dire che “gli è andata bene” sarebbe fuorviante, la formazione di ieri è stata molto più di un rischio calcolato: era un manifesto programmatico.