Nessuno può sapere quale sarà il destino di Antonio Conte a Londra, in quel club lì, con quel magnate lì, con quel pathos lì, con quel calcio lì a cui serviva l’ultimo dei Ranieri per rimettere ordine alle cose. Perché questa sarà la conseguenza. Forse per Conte un beneficio, quintessenza del calcio codificato se ce n’è uno, forse un trillo d’allarme perché in questo senso potrà fare meno la differenza.
In realtà, se la storia insegna e l’uomo non cambia come in genere non cambia nel modo di essere perché l’animo umano non è come il calcio modellato, lo start sarà tanto se non tutto. E’ così che vanno le cose con chi fa questo mestiere partendo da verità intoccabili (e spesso vere, ma, appunto, non sempre…). La partenza. L’incipit. Un gruppo da portare più presto possibile al di qua dello steccato. Un pubblico esigente, ma che sa aprire il suo cuore. Tutto o niente, molto ma molto in fretta. Con pochi senatori, ma decisivi come macigni. Quelli che sanno orientare l’aria. A Torino, per Conte fu possibile invitare a cena e stringere un patto con Buffon e Del Piero grazie all’eloquio oltre che agli occhi di ghiaccio (può essere lo stesso con i Terry e gli Obi Mikel?). Forse era più facile, da ex compagni a caccia di un’ultima lunga o breve gloria. Forse più difficile, perché comunque c’era da farsi prendere sul serio.
E la lingua, direte voi? Non sarà il primo tra i problemi. Prima verranno le questioni culturali figlie delle consuetudini. I due giorni liberi (altro che ritiri o sedute improvvisate dalla sera alla mattina), l’alimentazione sulla quale non credono, il concetto di missione calcistica che inizia e finisce dentro i novanta minuti. Quanto di più distante da Conte, che ha dalla sua una capacità di “elettrostimolazione” alla devozione quasi innata, ma che ha anche una piccola grande allergia verso tutto ciò che ha a che fare con il beneficio del dubbio. Perché Conte, visto dalla sua soggettiva, resta un incontestabile. Vivi e vinci con me oppure vai a morire altrove. Anche quando tutto questo corrisponde a una visuale del mondo al contrario. Con il rischio che anche certi cuori non battano più. Parecchi di voi ne sanno qualcosa. Durante gli Europei ne capirò di più.
Luca Momblano