La gara del San Paolo è stata per Douglas Costa l’occasione per mostrare le sue qualità, e il perché siano così importanti in una squadra come la Juventus.
La squadra di Allegri è tanto organizzata in difesa quanto disorganizzata in fase offensiva, in avanti è per lo più il talento dei singoli e la combinazione delle loro caratteristiche a fare la differenza, non c’è un particolare spartito. Queste caratteristiche si sposano in particolar modo con il tipo di partita affrontata a Napoli. Sarri vuole sempre prendere in mano le redini della sfida, giocare nella metà campo avversaria, la Juve d’altra parte è ben predisposta a difendersi compatta davanti alla sua area.
In un contesto simile, le possibilità offensive sono legate al superamento di due barriere: la distanza considerevole del luogo in cui si recupera la palla dalla porta, e l’inferiorità numerica in cui ci si trova ad attaccare. Per riuscirci servono dei giocatori veloci, di gamba e in grado di superare più di un avversario, i cosiddetti specialisti del contropiede. Complice l’assenza di Cuadrado, la Juventus ieri ha scoperto le qualità di Douglas Costa come contropiedista.
Il brasiliano è stato il “protagonista tecnico” dell’azione che ha regalato a Higuain il gol e le prime pagine.
La Juventus recupera palla davanti alla propria area perchè Insigne forza una giocata che finisce addosso a Douglas, in quel momento davanti al brasiliano ci sono solo Higuain e Dybala, il Napoli è sbilanciato in avanti sul lato sinistro.
Costa parte palla al piede attaccando frontalmente, la Juve si ritrova in contropiede in 3 contro 5, la prima linea del Napoli che prova a tamponare la percussione del brasiliano è composta da Jorginho e Allan, che contemporaneamente coprono la linea di passaggio per Higuain.
Qui entrano in gioco le migliori qualità del numero 11, che con due tocchi trasforma il tre contro cinque in un tre contro tre bevendosi entrambi gli avversari. Douglas si avvicina il pallone al piede sinistro accorciando i passi, facendo credere con il corpo a Jorginho di essere pronto per spingerlo lontano a destra, verso la linea laterale, per poi sprintare. Jorginho ci casca, sa di non avere speranze di stargli dietro in uno scatto. Abbandona la corretta posizione di marcatura con i piedi sfalsati e non appena accenna a voltarsi per anticipare lo scatto viene gabbato da Costa che la sposta con l’esterno verso il centro del campo, prendendo il numero 8 del Napoli in controtempo.
Allan non è abbastanza vicino per abbattere Douglas con un fallo tattico perchè è impegnato a controllare Dybala. Prova disperatamente a intervenire in scivolata ma lo juventino è più rapido e con un altro tocco di esterno sinistro sotto il pallone lo scavalca, facendo arrivare il pallone al numero 10.
La Juventus ora attacca in parità numerica e in un regime di cosiddetta “palla scoperta”: una situazione vantaggiosa in cui il portatore di palla è completamente libero e può avvicinarsi incontrastato verso la porta costituendo una triplice minaccia, può prepararsi al meglio per un tiro, per un dribbling o per un assist, visto che non è schermato.
La difesa del Napoli è in una posizione scomoda, qualcuno deve assolutamente accorciare su Dybala per coprire il pallone, ma così facendo il rischio di venire saltati in dribbling di nuovo è alto, ed essendo ormai in parità numerica ogni errore sarebbe critico. Quello che possono fare è temporeggiare indietreggiando, chiudendo gli spazi in cui Higuain e Costa possono tagliare, e aspettare ad uscire su Dybala fino all’ultimo momento, cioè quando arriverà in posizione di tiro pericolosa; sperando che nel frattempo qualcuno dei loro compagni riesca a recuperare di corsa.
Hysaj, Albiol e Koulibaly si stringono arretrando, Hysaj sta controllando Dybala, Koulibaly Costa e Albiol principalmente Dybala, ma sa che deve essere pronto a intervenire anche sul brasiliano in caso di taglio.
Douglas in questa azione applica i dettami della scuola calcio, producendosi in un movimento intelligente, il gesto che alla fine ne determinerà maggiormente il successo, nonostante non interagisca con il pallone.
Il campione brasiliano capisce la situazione ambigua in cui si stanno difendendo gli azzurri, decide di tagliare a metà la difesa infilandosi tra i due centrali, per andare a ricevere una possibile verticalizzazione di Dybala che lo metterebbe a tu per tu con Reina. In questo modo costringe Koulibaly a seguirlo, e mette in estrema difficoltà Albiol, che dovrebbe uscire su Dybala, ma deve stare anche attento al taglio alle sue spalle. Koulibaly è in ritardo su Douglas e Hysaj non è ancora vicino a Dybala, qualsiasi cosa scelga di fare Albiol lascerebbe ai bianconeri una via per segnare.
Qui si vede la grande corsa di Douglas subito dopo la giocata smarcante. La difesa sceglie di difendere il taglio di Douglas collassando a destra, Higuain intelligentemente già all’inizio dell’azione si era portato sul lato sbilanciato del Napoli, e così si ritrova liberissimo sul secondo palo. Mario Rui all’inizio dell’azione è all’altezza di Douglas, ripiega al massimo per tutto il campo ma non arriva comunque in tempo per contrastare Higuain. Dybala ha osservato l’azione svilupparsi davanti a sé, ha avuto il tempo di pensare alla giocata, ha visto Higuain fin dall’inizio, ma lascia intendere fino all’ultimo ai difensori che servirà un filtrante per Douglas.
Il primo controllo del centravanti argentino non è dei più precisi, la palla scappa un po’ in avanti, ma la conclusione è lucida e accurata come al solito. Anche Reina è spiazzato dalla scelta di passaggio di Dybala, si sposta verso sinistra ed esce un po’ in ritardo, lasciando aperto uno spiraglio sul palo alla sua sinistra, proprio dove Higuain sceglie di infilarlo con un destro piazzato.
Un gran bel contropiede della Juventus, in cui spicca decisamente la prima giocata di Douglas Costa che salta direttamente due uomini e indirettamente ne scombina altri tre creando una situazione di palla scoperta. Bravi poi tutti e tre i bianconeri ad applicare le linee guida di un contropiede a regola d’arte.
Nel corso della gara Douglas ha più volte saltato il diretto marcatore rompendo le linee di pressing in verticale, creando i presupposti per il contropiede, come in questa azione, simile a quella del gol:
Insomma, un calciatore fondamentale per ottimizzare la riuscita di manovre di contropiede tutt’altro che scontate nonostante il tasso tecnico della squadra, dunque impossibile da tener fuori soprattutto in gare dal baricentro basso come quella del San Paolo.
Indicazioni per il futuro della Juventus 2018
Non siamo sicuramente rimasti sbalorditi dal sistema di gioco scelto da Max Allegri in occasione della sfida di Napoli, tuttavia vi è qualche spunto da trarre per cercare di carpire in quel cumulo di informazioni semicifrate che è sistematicamente la Juventus della prima metà di stagione, cosa ci riserverà il 2018 (o magari anche già il neoarrivato dicembre).
In primo luogo bisogna necessariamente partire dalla disposizione difensiva. Se c’è un comune denominatore a tutte le Juventus del mister livornese, è l’utilizzo delle due linee da 4 in fase di non possesso; si tratta infatti della forma prediletta per il controllo delle fasi di gioco in cui la palla è degli avversari, perché è il modo migliore che questa squadra ha sempre avuto per presidiare il centro del campo, agevolare i raddoppi in marcatura e non farsi schiacciare troppo.
Nonostante la presenza di 3 mediani (altro fattore molto caro ad Allegri, nonostante la versione 2017 ne prevedesse solo 2, più Mandzukic) lo scaglionamento è stato in linea con quello previsto da un centrocampo a 2, con Matuidi chiamato ad un intenso lavoro fatto di ampiezza, attacco frontale al lato debole e accorciamenti verso il portatore. Nonostante i soliti limiti con la palla tra i piedi, il francese si è dimostrato comunque determinante per il corretto funzionamento dei meccanismi difensivi. Una grande pecca è stata la poca mobilità offensiva di un pur ottimo Asamoah, e la conseguente latente efficacia sul versante mancino del campo.
Viceversa, sulla fascia destra l’asse Dybala-Costa ha creato enormi grattacapi alla catena sinistra del Napoli, forte anche del continuo supporto di Higuain per accentuare la densità in zona palla, riuscendo così a compensare anche lo scarso apporto di un Sami Khedira apparso ormai in fase definitivamente calante.
Insomma, in questo banale 4-4-2 ritroviamo diversi dogmi allegriani: l’attacco asimmetrico, le due linee da 4, la presenza di 3 mediani ed i conseguenti attacchi alla profondità sul lato debole da parte della mezz’ala (o finta tale), il controllo dei corridoi centrali in fase di non possesso ed infine quel fattore di imprevedibilità e strappo portato da un autentico fenomeno come Douglas Costa, la cui presenza riesce ad incidere nettamente nella produttività offensiva in qualsiasi configurazione di gioco, e permette di poter essere pericolosi anche quando si approccia la gara pensando al contropiede lungo.
Identificate dunque le prime certezze, sarà fondamentale per svoltare del tutto il rendimento e sfruttare al massimo la potenza della rosa, trovare il modo di inserire Cuadrado, rilanciare Alex Sandro e magari ritornare ad avere più fiducia in Claudio Marchisio (prima) e Rodrigo Bentancur (poi). A costo di ringraziare e salutare calorosamente la frangia germanofona.
Dario Pergolizzi.