CR50 e de Ligt, la Juve vola

Ronaldo segna una doppietta dal dischetto raggiungendo quota 50 gol in bianconero e l’olandese firma nel finale il definitivo 3-0 contro la Fiorentina

Due rigori, uno per tempo, valgono a Cristiano Ronaldo 50 gol segnati con la maglia bianconera e alla Juve, in rete anche con de Ligt nel recupero, tre punti contro la Fiorentina. La squadra di Sarri non gioca una delle sue migliori partite, anche se l’inizio è promettente, ma anche senza sforzarsi troppo, domina per lunghi tratti e salvo qualche occasione nel primo tempo, concede poco o nulla agli avversari.

RONALDO DAL DISCHETTO

Il primo tiro in porta è della Fiorentina, che costringe Szczesny a tuffarsi per bloccare il destro dal limite di Pulgar, ma l’atteggiamento dei bianconeri è corretto, perché manovrano e verticalizzano rapidamente e già dai primi minuti danno la netta impressione di essere in partita, specie de Ligt e Rabiot, puntuali in ogni intervento, mentre l’asse Cuadrado-Douglas Costa sulla destra garantisce fantasia e spinta. Nonostante la supremazia però, non arrivano conclusioni verso la porta viola, mentre Szczesny deve salvare sia sul colpo di tacco ravvicinato di Chiesa, che sulla sventola da fuori area di Lirola. Il primo tiro dei bianconeri arriva al 27′ ed è Bentancur a impegnare Dragowski con un destro dalla distanza. Il secondo, sempre da fuori, è di Pjanic che, dieci minuti più tardi, spara dai venti metri e centra il pieno il braccio di Pezzella. Dopo aver consultato il VAR Pasqua concede il sacrosanto rigore e Ronaldo eguaglia Trezeguet, andando a segno per la nova partita consecutiva in campionato. 50 VOLTE SIUU!

Il vantaggio porta la Juve a iniziare la ripresa con un ritmo più blando: c’è poco movimento senza palla e troppa imprecisione nell’impostare la manovra e la Fiorentina per poco non ne approfitta, arrivando al tiro con Benassi, che mette a lato di poco. Il pericolo corso suona come una sveglia per i bianconeri e Douglas Costa si produce in uno scatto verso il fondo e in un traversone rasoterra che Higuain devia di prima intenzione, trovando la risposta di Dragowski. Il Pipita lascia il posto a Dybala e la Juve riprende a macinare gioco,  collezionando angoli in serie e schiacciando gli avversari. E quando Bentancur, dopo uno scambio nello stretto con Dybala, entra in area a forza di dribbling e viene steso da Ceccherini, Pasqua concede nuovamente il rigore, confermato anche dal VAR. Ronaldo si presenta ancora dal dischetto e fa 50 SIUUU in bianconero. In una stagione e mezza, non è da tutti.

DE LIGT CHIUDE I CONTI

La partita a questo punto è chiusa, ma c’è ancora il tempo per gli applausi a Douglas Costa e Rabiot, sostituiti da Bernardeschi e Matuidi, e per il gol del definitivo 3-0, siglato da de Ligt, che infila di testa l’angolo di Dybala e mette il timbro definitivo sulla vittoria bianconera, mai davvero in discussione.

JUVENTUS-FIORENTINA 3-0

RETI: Ronaldo rig. 40′ pt e rig. 35′ st, de Ligt 46′ st

JUVENTUS
Szczesny; Cuadrado, de Ligt, Bonucci, Alex Sandro; Bentancur, Pjanic, Rabiot (43′ st Matuidi); Douglas Costa (38′ st Bernardeschi), Higuain (22′ st Dybala), Ronaldo
A disposizione: Buffon, Pinsoglio, De Sciglio, Rugani, Coccolo, Ramsey
Allenatore: Sarri

FIORENTINA

Dragowski; Ceccherini, Pezzella, Igor; Lirola (44′ st Agudelo), Benassi, Ghezzal (15′ st Vlahovic), Pulgar, Dalbert; Chiesa, Cutrone (28′ st Sottil)
A disposizione: Terracciano, Brancolini, Dalle Mura, Terzic, Venuti, Badelj
Allenatore: Iachini

ARBITRO: Pasqua
ASSISTENTI: Lo Cicero, Tolfo
QUARTO UFFICIALE: Maresca
VAR:  Calvarese, Di Paolo

AMMONITI: 33′ pt Chiesa, 35′ pt Bonucci, 39′ pt Pezzella, 5′ st Ghezzal, 35′ st Ceccherini

Douglas e Cuadrado cambiano la manovra bianconera

Tanti gli spunti di interesse, anche a bocce ancora ferme, offerti dall’11 messo in campo da Maurizio Sarri contro la Fiorentina: dal ritorno del tridente a quello di Rabiot a sinistra, dall’esclusione di Dybala al contemporaneo impiego di Douglas Costa e Cuadrado sull’out di destra. Proprio quest’ultima scelta ha influenzato in maniera importante il gioco della Juventus, che si è sviluppato in maniera differente rispetto alle uscite precedenti.

cuadrado douglas

La heatmap dipinge una Juventus fortemente sbilanciata sul lato destro; i bianconeri hanno sviluppato il 51% degli attacchi sulla fascia destra, contro il 28% sull’out opposto e il 21% per vie centrali. Una netta inversione di tendenza rispetto ai flussi di gioco medi della Juve di Sarri, che solitamente attacca di più al centro, nel 27% delle occasioni, con le due fasce a spartirsi più o meno equamente il restante 73%, senza che una prevalga nettamente sull’altra. Non è questione di modulo, riguarda piuttosto la ricerca continua di due giocatori ipertecnici come Costa e Cuadrado, abili nei traversoni, nello spaccare il gioco andando negli spazi ma anche (oggi soprattutto) nel puntare gli avversari in surplace.

Douglas Costa, tornato titolare anche in campionato, non ha disputato una delle sue migliori gare, tutt’altro; nella prima frazione è sembrato cercare sempre soluzioni cervellotiche o voler per forza di cose cercare il dribbling a ogni azione e portare palla fin troppo, nella ripresa il brasiliano è salito di tono ma ha sbagliato più volte nel dosare la forza dei passaggi. Eppure la sua sola presenza era sufficiente a creare scompensi alla retroguardia viola, coi centrali che non potevano ovviamente dargli troppo campo, ma neanche aggredirlo subito rischiando di essere saltati. A ciò va aggiunta la variabile impazzita rappresentata da Cuadrado, che arrivava ora sull’esterno in sovrapposizione, facendo stringere Costa, ora all’interno mandando Douglas sul fondo, oppure si fermava a ridosso dell’area di rigore nel mezzo spazio di destra fornendo un’ulteriore opzione all’ex Bayern.

Douglas ha forzato spesso le giocate, non a caso è stato il peggiore tra i bianconeri con l’81% di passaggi riusciti, ma è stato anche quello a offrire più passaggi chiave, ben 3. Un passaggio chiave anche per Cuadrado, più diligente negli appoggi (90% riusciti) e insolitamente poco intraprendente; nessun dribbling per il colombiano, mentre Costa è stato il migliore in coppa con Rabiot (!) con 5 dribbling portati a compimento.

Proprio l’interpretazione intelligente della gara da parte di Cuadrado ha permesso alla Juventus di restare equilibrata in entrambe le fasi; i viola non hanno creato azioni degne di nota sulla fascia presidiata da Juan e Douglas, anche perché la squadra di Iachini si è preoccupata ben poco della manovra con la palla, puntando su ripartenze e lanci per gli attaccanti.

In ultimo, la presenza dei due funamboli ha giocoforza allargato progressivamente la difesa viola, permettendo alla mezzala di destra, Bentancur, di godere di più spazio per le percussioni e gli inserimenti alle spalle della linea difensiva, fondamentali che si sono rivelati decisivi.

Un esperimento interessante e assolutamente migliorabile; pur creando molto, Douglas e Cuadrado si sono cercati poco reciprocamente, anzi a inizio gara sembravano addirittura potersi pestare i piedi. Le fortune della Juve, se insisterà su questo sistema, passano per la crescita individuale di Costa e per il miglioramento dell’intesa tra i due sudamericani.

Il 4-3-3 ha funzionato meglio

Sarri ha cambiato modulo e la squadra è sembrata più ordinata. Una prestazione incoraggiante, alla luce dei recenti passi indietro.


Dopo la drammatica prestazione di Napoli, la Juventus ha l’occasione per cacciare via le critiche (per la verità sempre meno circostanziate) che aleggiano sulla squadra. La partita contro la Fiorentina propone un avversario reduce da cinque partite senza sconfitte in campionato, e le cui ambizioni sono state rilanciate da un mercato di gennaio particolarmente espansivo. 

Sarri accetta di rinunciare ad un tridente pesante poco sostenibile nelle ultime uscite, e vira con decisione verso il 4-3-3, con Costa, Higuaín e Ronaldo. Vale la pena soffermarsi sulle peculiarità del cambio di modulo, perché ha offerto risorse necessarie all’altrimenti ristagnante possesso palla bianconero. 

In particolare, ha funzionato molto bene la catena di destra, dove ai soliti generosi movimenti ad uscire di Bentancur Sarri ha pensato di aggiungere un uomo sull’out. È stato soprattutto Cuadrado a beneficiare della presenza di Douglas Costa: se da un lato il colombiano è già un elemento imprescindibile della rosa per la sua capacità di far progredire l’azione, avere un riferimento già in posizione davanti a sé ha facilitato la circolazione del pallone e in particolare l’avanzamento dell’azione. Gli scambi tra i due sono stati un leitmotiv del primo tempo. 

Cuadrado – vero e priorio regista nel primo tempo – gioca ad un tocco e trova Costa riferimento laterale.
Costa qui viene servito in situazione dimanica. Con due passaggi, eseguiti con la giusta rapidità, la Juventus guadagna 40 metri.

In questo modo la squadra ha potuto allargare un po’ (poco, non tanto) il gioco, mettendo dunque i presupposti per creare spazi centralmente. Lo stesso Bentancur ha respirato di più in mezzo al campo, e anche Rabiot ne ha beneficiato: il francese ha bisogno di spazi per esprimersi al meglio, e la Juventus dovrà continuare ad aprirgli campo per le progressioni centrali se vuole vederne la miglior versione (una versione di cui abbiamo bisogno). Inoltre, è stato molto puntuale nel fornire un appoggio ad Alex Sandro per l’uscita palla, a riprova che senza i compiti in ampiezza delle mezzali dettati dal rombo, il 4-3-3 contribuisce a rendere più ordinata la squadra. Rabiot ha letto correttamente i movimenti dei compagni, imparando ad occupare la posizione di Cristiano quando il portoghese si accentrava, e avvicinandosi alla difesa quando invece Pjanic era schermato. 

La stessa pressione alta ha funzionato meglio, complici due fattori esogeni. Il primo è la disposizione della Fiorentina, che impostava e difendeva con il 3-5-2, semplificando i riferimenti alle tre punte. Il secondo è dovuto invece al fatto che il piano gara di Iachini voleva cercare immediatamente le punte senza perdersi in ambiziosi fraseggi stretti. In questo caso, le ottime prove individuali di Bonucci e soprattutto di de Ligt hanno stroncato sul nascere buona parte delle azioni della viola e permesso un recupero palla veloce. Si spiega anche così il 74% di possesso palla. 

In definitiva, il 4-3-3 sembra dare più sicurezze e più soluzioni alla squadra in fase di possesso, e parrebbe anche facilitarne le transizioni difensive. Certo, questo sistema ha bisogno di Douglas Costa in condizione almeno sufficiente, o di una rapida specializzazione di Bernardeschi (Cuadrado lasciamolo terzino, è indispensabile in questo ruolo). Ci sono chiaramente molti aspetti da migliorare, e un modulo non potrà svoltare la stagione, ma è un inizio. In aprticolare, bisogna ancora lavorare sulla velocità di trasmissione del pallone, sull’altezza del centrocampo in riaggressione, e indagare sulle prestazioni di alcuni singoli (Pjanić e Higuaín su tutti). Ma, almeno per ora, chi vi scrive ha ritrovato un po’ di fiducia. 

Andrea Lapegna