CR7 e FB33 e il Frosinone si arrende

Ronaldo e Bernardeschi firmano nel finale il quinto successo consecutivo in campionato

Se vuoi vincere, devi insistere, devi crederci, non devi mollare. È questa la lezione che la Juve impartisce con la gara del Benito Stirpe: i bianconeri superano il Frosinone, come da pronostico, ma devono sudare le proverbiali sette camicie per riuscirci. Merito della caparbietà con cui la squadra di Longo si aggrappa allo 0-0, arroccandosi in difesa, senza mai neanche provare a ripartire. Ne esce così una partita talmente a senso unico da risultare fin noiosa. L’unica curiosità era capire se i bianconeri sarebbero riusciti a sbloccare il risultato e per soddisfarla si sono dovuti attendere gli ultimi minuti, quando Ronaldo e Bernardeschi hanno firmato il meritato successo.

UN MURO GIALLOBLU

Cuadrado, che aveva sbloccato la gara nell’unico precedente esterno in Serie A con il Frosinone, aveva avvertito che sarebbe stata una battaglia e in effetti il colombiano, schierato esterno di destra sula linea difensiva composta anche da Rugani Chiellini e Alex Sandro, non aveva torto. Il tridente scelto da Allegri, Dybala-Mandzukic-Ronaldo, fatica a trovare spazi, anche se il portoghese va quasi in gol al 7′, sfruttando la sponda del croato e colpendo al volo, ma Sportiello smorza e Capuano salva sulla linea. Il portiere dei gialloblu è pronto anche al 20′ a respingere il destro di CR7 sul primo palo e saranno queste le uniche occasioni degne di memoria della prima frazione di gara. D’altra parte si gioca in soli trenta metri e l’area dei padroni di casa è perennemente intasata, così l’unica soluzione diventa provare qualche conclusione dalla distanza, nessuna delle quali rappresenta un vero pericolo.

UNA PARTITA A SENSO UNICO

L’unica soluzione è provare ad allargare il gioco e i bianconeri provano a farlo nella ripresa, ma per quanto facciano girare palla, trovano sempre un muro di avversari davanti. Allegri interviene dopo una decina di minuti, richiamando Bentancur, mandando in campo Bernardeschi e passando al 4-2-3-1. I ritmi si alzano immediatamente e Ronaldo spara alto una buona occasione regalatagli proprio dal nuovo entrato. La combinazione si ripete poco dopo, con il portoghese che si ritrova spalle alla porta e ha come unica soluzione il colpo di tacco, intercettato da Sportiello. La vivacità data dall’ingresso di Bernardeschi è evidente ed è ancora lui a pennellare un traversone dal fondo per Cuadrado, che alza troppo il destro di prima intenzione. A venti minuti dal termine arriva il secondo cambio della Juve, con Cancelo in campo al posto di Cuadrado e alla prima azione il portoghese riesce a pescare in area Mandzukic, che gira di testa e sfiora l’incrocio. Dire che la gara diventa un assedio sarebbe scorretto, perché lo è stato fin dall’inizio, ma ora davvero ci si riduce a giocare in sedici metri e quando Alex Sandro riesce a trovare un varco per colpire e non centra la porta, sembra davvero che non ci sia nessuna speranza di sbloccare la gara.

CR7 E BERNA FANNO GIUSTIZIA

E invece, a forza di martellare, la Juve riesce a bucare il muro: Pjanic riceve al limite dell’area, fa qualche passo e carica il destro, questa volta solo sporcato dalla difesa. Il pallone, per una volta, finisce dalla parte giusta, ovvero sui piedi di Ronaldo, che è appostato a pochi metri dalla porta e può scaricare il sinistro in rete. Con il risultato sbloccato, il Frosinone deve necessariamente cambiare atteggiamento e quando lo fa, si intuisce che tipo di gara sarebbe potuta essere se entrambe le squadre avessero provato a giocare per la vittoria: la Juve controlla senza difficoltà la reazione dei gialloblu e nel finale colpisce ancora con Bernardeschi, che conclude il contropiede impostato da Ronaldo e Pjanic, infilando il gol che sancisce definitivamente il quinto successo su altrettante partite dei bianconeri, ancora soli in testa alla classifica.

FROSINONE-JUVENTUS 0-2

 

RETI: Ronaldo 36′ st, Bernardeschi 49′ st

FROSINONE
Sportiello; Zampano, Goldaniga, Salamon, Capuano, Molinaro; Chibsah, Maiello (3′ st Criestig), Halffredsson (40′ st Cassata); Campbell (26′ st Ciano), Perica
A disposizione: Bardi, Ariaudo, Beghetto, Krajnc, Brighenti, Soddimo, Ghiglione, Pinamonti, Ciofani
Allenatore: Longo

JUVENTUS

Szczesny; Cuadrado (24′ st Cancelo), Rugani, Chiellini, Alex Sandro; Emre Can, Pjanic, Bentancur (11′ st Bernardeschi); Dybala, Mandzukic (40′ st Matuidi), Ronaldo
A disposizione: Perin, Pinsoglio, Bonucci, Benatia, Kean
Allenatore: Allegri

ARBITRO: Giacomelli
ASSISTENTI: Mondin, Santoro
QUARTO UFFICIALE: Marinelli
VAR: Mariani, Del Giovane

AMMONITI: 28′ pt Bentancur, 29′ pt Perica, 17′ st Molinaro, 35′ st Sportiello

Frosinone-Juventus 0-2: 5 spigoli per la Signora

“A Frosinone in tanti faranno fatica”, si dice così quando si fanno punti fuori casa anche con un po’ di fatica, ma diciamocelo francamente: non è vero. Non fare punti col Frosinone, qui o altrove, sarà difficile, e la Juve stasera ci ha provato. Poi nel finale la zampata di Ronaldo, la giocata di Bernardeschi, e vissero tutti felici e contenti, ma ci sono almeno cinque aspetti che lasciano quel senso di perplessità nonostante la vittoria.

1) La distrazione perenne di Alex Sandro, o meglio, la svogliatezza dello stesso, rischia di diventare un’antipatica costante che crea problemi nello sviluppo del gioco a sinistra. Non a caso dopo una delle sue poche buone giocate è arrivato l’episodio che ha sbloccato il match.

2) Bentancur è giovane, ha grande potenziale, ogni tanto lo fa intravedere, ma in bianconero non riesce a tirar fuori la grande prestazione quando parte da titolare. Certo che comunque è anche difficile farlo quando si schiera in una posizione non sua al 100%.

3) C’è un problema Dybala: nel 4-3-3 è fuori ruolo ovunque, farlo girovagare a 40 metri dalla porta è un colpo al cuore, gli manca forse un po’ di lucidità, ma così non lo si aiuta.

4) L’ossessione di far segnare Ronaldo a tutti i costi può creare un corto-circuito dalla difficile soluzione, anche se poi il match lo decide proprio lui: è però più una casualità che altro, per ora teniamoci il risultato.

5) Il senso di Mandzukic contro squadre così chiuse, quando invece servirebbero 1 vs 1 costanti per creare superiorità numerica, qual è? Con tutto il rispetto per un calciatore che combatte e ci prova quasi su ogni pallone.

Adesso ricaricare le pila, fra mercoledì col Bologna e poi sabato col Napoli si giocano 180 minuti di fondamentale importanza.

Fabio Giambò.