Oltre ai risultati, questa Juventus di Allegri sta tracciando un solco piuttosto netto rispetto alla squadra degli scorsi anni. Seppur molto forti, le formazioni degli anni passati erano abbastanza settoriali visto che privilegiavano infatti alcune fasi a discapito di altre; a una difesa posizionale super erano abbinate primordialità nella fase offensiva e congelamento dei ritmi non appena trovato il vantaggio. Dopo aver segnato, la Juve non cercava il controllo del pallone ma anzi preferiva aspettare bassa e lasciare agli avversari il possesso.
Senza dubbio, molti nuovi acquisti (Cancelo su tutti) sono stati decisivi per creare questa nuova anima propositiva della Juventus attuale, ma un aspetto degno di nota è che alcuni dei giocatori più discussi della stagione passata hanno alzato a dismisura il proprio rendimento. Chi sta accumulando grandi prestazioni è senza dubbio Miralem Pjanic, ossia forse il bianconero più sacrificato dalla struttura tattica della stagione passata: con vicino a lui 2 mezzali come Khedira e Matuidi – che scappavano in avanti e partecipavano poco alla manovra -, il bosniaco era di fatto troppo accentratore nella prima costruzione bianconera, con gli avversari che quindi studiavano misure ad hoc su di lui. Di conseguenza, mancandogli il gioco sul corto, era costantemente in affanno e poco in grado di incidere.
Quest’anno si sta invece vedendo il miglior Pjanic della sua carriera, molto più a suo agio in ogni fase. Prima di tutto, in avvio di azione ci sono molti più riferimenti sia sulle fasce che al centro, con la Juve che quindi ha più riferimenti in costruzione, come Bonucci, Cancelo e Bentancur (la sua titolarità è un’altra delle ragioni della qualità di questa Juventus). Miralem è quindi sgravato da un’eccessiva centralità e può costantemente associarsi con interpreti di grande livello, con i bianconeri che (finalmente!) risalgono col palleggio .
Inoltre, il baricentro costantemente alto tenuto dalla Juventus gli consente di alzare il raggio d’azione, il bosniaco può quindi agire maggiormente nella trequarti rivale, sfruttando le sue grandi doti in rifinitura e nella visione del gioco. Se dal 4231 Pjanic aveva quasi esclusivamente compiti di schermo davanti alla difesa, ora può accompagnare bene l’azione. Lo si sta quindi vedendo molto più protagonista in avanti: ne è un esempio la partita contro il Manchester United – dove è andato per ben due volte al tiro da una posizione pericolosissima- o ai 7 passaggi chiave contro il Genoa, un qualcosa di impensabile la stagione passata. Infine, avere un interprete come Bentancur a fianco lo “copre” anche dal punto di vista difensivo, con Allegri che sovente a gara in corso decide di invertirli di posizione. Pur partendo da una posizione bassa, riesce a sganciarsi di più e la Juve può quindi disporre di molti più riferimenti in zona di rifinitura.
Azione del rigore di Empoli. Allegri aveva invertito Bentancur e Pjanic, con quest’ultimo sul centrodestra.
Pure Alex Sandro è un altro juventino che si trova forse nel suo momento top da quando veste la casacca bianconera, che viene una stagione che aveva fatto assai discutere (si diceva anche che fosse rimasto controvoglia a Torino, con l’addio di Alves che aveva modificato i piani societari). Probabilmente, anche lui ora si trova in un contesto più idoneo per le sue caratteristiche. L’ex Porto era probabilmente meno a suo agio nella Juventus passiva della scorsa stagione: si tratta di un giocatore istintivo e irruento (ergo, dominante) dal punto di vista fisico, che forse soffriva larghe fasi di attesa e difesa di reparto. Non è un caso che, contro il Napoli, sovente Allegri gli avesse preferito Asamoah, in quanto più affidabile nel leggere la giocata Insigne-Callejon.
Prima di tutto, in una squadra che mantiene un baricentro più alto e cerca un recupero della palla in zone avanzate, Alex Sandro può difendere in un sistema di gioco che esalta più i suoi pregi. Un esempio ci arriva da Milan-Juve: una volta che i rossoneri sono passati al 442, senza grandi interpreti in mezzo al campo la risalita rossonera passava unicamente per vie esterne, soprattutto sul lato di Suso. I bianconeri quindi scivolavano molto bene sulla propria fascia destra, e l’aggressività di Sandro sullo spagnolo ha stroncato la costruzione rossonera e consentito di recuperare palla in avanti.
Il Milan costruisce da destra in modo prevedibile. Abate (preso da Matuidi) apre su Suso, il quale viene seguito da Alex Sandro ben oltre la metà campo rossonera.
Inoltre, in una squadra che, come scritto prima, tiene maggiormente il pallone, la generosità offensiva del brasiliano viene premiata in tanti modi. Ronaldo spesso si defila sul suo lato, attira su di sé i giocatori avversari consentendo a Sandro di aggredire bene la profondità. Un esempio lo si è avuto a Valencia, dove i cross dell’ex Porto sono stati una delle situazioni più pericolose. Non va poi dimenticato che, con una fase di rifinitura sensibilmente migliorata, la Juventus effettua bene quella giocata solo abbozzata nell’anno precedente: ossia, sovraccarico a destra e cambio di gioco sul lato debole per Alex Sandro, il quale può puntare l’uomo e andare sul fondo. Certo, uno dei possibili rischi nel far coprire l’ampiezza solo al brasiliano è dipendere eccessivamente dal suo stato di forma, tuttavia per il momento Sandro sta mantenendo un tasso di performance costantemente elevato.
L’asimmetria del 433 della Juventus. Le due sottopunte (Dybala e Bernardeschi) a destra, vicine tra loro, con Sandro delegato a coprire l’ampiezza sul lato sinistro.
Insomma, prima di essere una Juventus che ha alzato di netto il proprio livello, è una Juventus che sta consentendo ai propri giocatori tecnici di esprimersi al meglio all’interno di in una squadra in grado di esaltare le loro caratteristiche. Un qualcosa che ci ricorda quanto sia fondamentale per un calciatore potersi trovare nell’ambiente giusto.
Jacopo Azzolini.