Curva Sud vs Pepe Reina

Il mio primo Juve-Napoli allo Stadium

Un po’ il caso, un po’ le nuove compagnie, un po’ la voglia di godermi per intero una competizione troppo spesso snobbata. E un po’ anche per poter dire: “Quest’anno le ho viste tutte!”. Fatto sta che, nel giro di un mese e mezzo, ho visto allo Stadium tutte e tre le partite casalinghe in Coppa Italia.

Prima gli ottavi di finale contro l’Atalanta, comodamente seduta nella prima fila della Tribuna Est. Ve l’ho raccontata qui.

Poi i quarti contro il Milan, nella bolgia della Curva Sud, primo anello, ancora in compagnia dell’amico Simone e dello Juventus Club di Melegnano. Non ve l’ho raccontata su Juventibus, ma scommetto che questo video ve lo ricordate bene.

 

Ed eccoci al terzo atto, la semifinale di andata contro il Napoli. È la prima volta che vedo dal vivo una partita contro gli azzurri, forse per una sorta di autocensura filiale. Mio padre è di Napoli, e non ho mai sopportato i cori contro i partenopei. Mi fanno sentire a disagio. La partita di andata in campionato l’avevo saltata consapevolmente: era il ponte dei Morti e avevo scelto di privarmi della trasferta a Torino per andare in gita fuori porta, guarda caso proprio nel capoluogo campano. In quell’occasione avevo visto la partita (un bel 2-1 con reti di Leo e Gonzalo) in un pub del Vomero, in compagnia di un amico. Ma sto divagando.

Torniamo alla nostra semifinale. Visto che “squadra che vince non si cambia”, eccomi di nuovo in compagnia di Simone e di suo padre. Ma c’è una new entry: mio cugino Flavio, che a gennaio avevo portato allo Stadium per la prima volta nella sua vita, in occasione di Juve-Lazio (esordio sia per Flavio sia per il 4-2-3-1). La meraviglia e l’emozione che gli avevo visto negli occhi in quella giornata indimenticabile (la prima volta allo Stadium non si scorda mai!) mi hanno convinta ad allargare la squadra titolare della Coppa Italia e a portarlo con noi. Sapete bene quanto siano importanti i riti scaramantici per i tifosi. I fatti, per fortuna, mi hanno dato ragione.

Il posto che ti scegli allo stadio dipende da vari fattori: da che tipo di tifoso sei, da quanti soldi hai in tasca, ma anche da cosa vuoi vedere. Se vuoi capire la partita dal punto di vista tattico, sceglierai un posto al secondo anello, il più possibile centrale. Se vuoi vivere la partita nella pancia del tifo, sceglierai la Curva Sud (nella Nord, più silente e ordinata, sembra quasi di stare a teatro). Partite come Juve-Napoli sono perfette per vivere la passione della curva.

Come al solito, l’ingresso in Curva Sud è magico.

Saluti e abbracci tra gli habitués della Sud. Pochi minuti dopo i nostri fanno il loro ingresso in campo per il riscaldamento. Lo Stadium li accoglie con un cori e applausi.

 

Non mi capita spesso di arrivare con così largo anticipo. Beh, questa volta non mi perdo neanche un attimo del riscaldamento.

 

Prima del fischio d’inizio, lo Stadium tributa un minuto di silenzio all’ex presidente del Napoli Roberto Fiore, recentemente scomparso. Le luci si spengono, i giocatori si raccolgono a centrocampo in due grandi abbracci speculari. I tifosi rispettano la celebrazione in silenzio o applaudendo. Mi sembra giusto sottolineare il rispetto mostrato dai tifosi bianconeri per rispondere a chi ha evidenziato solamente i cori contro il Napoli.

Inizia la partita. L’atmosfera è calda fin dall’inizio. Pepe Reina, posizionato proprio sotto la Sud, si becca fin da subito bordate di fischi e cori. Lunghi minuti di nulla, il gioco latita, poi il goal del Napoli: gli azzurri esultano in un silenzio irreale.

Trovo triste che ai tifosi ospiti venga vietata la trasferta, ed è davvero brutto vedere quello spicchio completamente vuoto dall’altra parte dello stadio. Ma se ogni volta, tra seggiolini divelti e bagni devastati, la società deve sostenere danni da migliaia di euro, è giusto così. È certamente una sconfitta per lo sport, ma d’altra parte occorre tutelarsi e tutelare i propri tifosi. Occorrerebbe, soprattutto, educare i tifosi italiani a una cultura sportiva, ma sembra che nessuno, a livello istituzionale, si stia prendendo a cuore tale compito. Vietare le trasferte significa solo curare momentaneamente il sintomo, non la causa della malattia.

Ma torniamo al nostro simpatico Pepe Reina, che al goal di Callejón ha la malaugurata idea di esultare voltandosi proprio verso la Sud. Da quel momento in poi per il portiere del Napoli non ci sarà requie. Sarà ininterrottamente subissato da cori e fischi.

Dopo l’intervallo i nostri tornano in campo con ben altro spirito, decisi a ribaltare il risultato. “Max gli avrà fatto un cazziatone!”, commentiamo tra noi. Il pari su rigore è salutato da un boato. La Curva ci crede ancora di più, vogliamo la vittoria. E la vittoria arriva. Anche il 2-1, come purtroppo tutti gli altri goal della partita, viene segnato sotto la Nord. Da lontano non riusciamo a capire subito chi sia il marcatore, in cuor mio mi ripeto: “Fa’ che sia Gonzalo, fa’ che sia Gonzalo!”. Quando lo speakear annuncia il marcatore, la gioia è doppia. “Per la Juventus ha segnato il numero 9, Gonzalo… HIGUAÍN! Gonzalo… HIGUAÍN! Gooonzaloooo… HIIIGUAÍÍÍN!” Per la seconda volta in pochi mesi, il grande ex segna il goal della vittoria contro il Napoli.

La Juve gioca bene e cementa la rimonta con il 3-1. Il ritmo è alto, l’azione passa velocemente dalla nostra area (ero a pochi metri e posso dire che su Albiol non mi è sembrato rigore) a quella avversaria. L’amatissimo Reina esce a valanga su Cuadrado. Secondo penalty per Dybala, che calcia ancora alla perfezione. Lo Stadium esplode di gioia. Vorremmo il quarto goal, ma i nostri preferiscono abbassare il ritmo.

A fine partita, il tradizionale saluto della squadra sotto le curve. Dybala lancia la maglia in Curva Sud, ne nasce un piccolo battibecco tra chi è riuscito ad arraffare la preziosa reliquia e chi invece si vede defraudato di un premio che gli spetta. In realtà il premio spetterebbe a tutti noi: i due errori di Reina (uscita a vuoto su Higuaín e fallo su Cuadrado) sono anche un po’ merito nostro. 😉

Il risultato dell’andata è senz’altro positivo, ma non dovremo fare l’errore di sottovalutare il Napoli. Giocare due volte al San Paolo nel giro di pochi giorni non sarà uno scherzo. L’augurio è che non si verifichino eccessi. Dopo le accese polemiche degli azzurri per le decisioni arbitrali, dopo che addirittura il sindaco di Napoli ha fomentato l’odio anti-juventino con dichiarazioni da tifoso (a cui un rappresentante dello Stato non dovrebbe mai lasciarsi andare), il clima sarà ancora più infuocato. Per di più, ci sarà anche il ritorno di Higuaín a Napoli, per la prima volta dal suo trasferimento a Torino.

Sorvoliamo sul fatto che il ritorno della semifinale si giocherà in casa di chi si è piazzato peggio lo scorso anno (il regolamento della Coppa Italia gioca brutti scherzi, ma dell’auspicabile riforma della coppa nazionale parleremo in un’altra occasione). Se arriveremo alla finale di Roma, voglio esserci assolutamente. Dopo la striscia di vittorie che mi hanno vista spettatrice allo Stadium, mi considero convocata anch’io da Max Allegri.

Forza, ragazzi, andiamo a conquistarci la terza finale consecutiva!

 

Di Federica Zicchiero